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Bibliotheca Hertziana [Editor]; Bruhns, Leo [Honoree]; Wolff Metternich, Franz [Honoree]; Schudt, Ludwig [Honoree]
Miscellanea Bibliothecae Hertzianae: zu Ehren von Leo Bruhns, Franz Graf Wolff Metternich, Ludwig Schudt — Römische Forschungen der Bibliotheca Hertziana, Band 16: München: Schroll, 1961

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https://doi.org/10.11588/diglit.48462#0450

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DISEGNI DI SEBASTIANO RICCI

di Fernanda de’ Maffei
II Morassi, in un suo interessante articolo del 19531 pubblicava un disegno, da lui intitolato «Martirio di
un. Santo» attribuendolo a Gian Antonio Guardi. L’opera in questione (fig. 318), appartenente al Fogg
Museum di Cambridge (USA) e condotto a penna e seppia con fare estroso e sicuro, ricco di passaggi
coloristici, con zone acquerellate e tratteggi2. Se l’attribuzione al Guardi pud a prima vista apparire
convincente, per le indubbie analogie con alcuni dei suoi disegni, ad un attento esame le divergenze
risultano assai notevoli. 11 ductus di Gian Antonio e infatti assai meno incisivo e manca al disegno del
Fogg Museum quella diafana trasparenza, caratteristica dei disegni guardeschi. Si tratta invero non di
un’opera del Guardi, ma dello schizzo per la pala di «S. Gregorio ehe invoca la Vergine durante la peste
di Roma»eseguita da Sebastiano Ricci per la basilica di S. Giustina a Padova (fig. 319). La corrispondenza
tra disegno e dipinto si pub dire perfetta, fatta eccezione per la figura del soldato ehe, nel disegno, si
scorge in piedi, dietro la figura del Santo, ma ehe per ovvie ragioni compositive, date le diverse dimensioni
della tela, manca nel quadro.
Questo disegno di Sebastiano Ricci e particolarmente interessante, perche segna nel pittore un improvviso
accostamento a Paolo Veronese, ehe giungerä al suo pieno sviluppo con la pala di S. Giorgio Maggiore
a Venezia del 1708. La spiegazione di questo mutamento di gusto e di stile nell’artista, mi pare sia offerta
dalla presenza, proprio nella basilica padovana, di un notissimo quadro del Veronese: II martirio di
S. Giustina. Tuttavia assai piü di un confronto tra questa tela e quella del Ricci, vale quello tra i disegni
per queste opere. Quello del Veronese e conservato alla biblioteca nazionale di Torino (/uy. 320). In
ambedue la composizione si snoda da sinistra a destra lungo una diagonale scandita in tre piani successivi.
II primo reca figure sdraiate o sedute; il secondo la figura del Santo cui si accompagna il soldato, ehe il
Ricci espunse poi dal suo quadro; il terzo, figure in piedi sovrastate da una struttura architettonica ehe
manca nella tela del Veronese e ehe nel Ricci si trasforma in un elegante baldacchino. Nello sfondo
a sinistra e una cittä: Padova nel Martirio di S. Giustina, Roma nella Preghiera di S. Gregorio3.
Non vi e dubbio quindi ehe soprattutto lo studio per questo disegno di Paolo, ehe il bellunese sicuramente
vide, contribui piü di qualsiasi altro a far si ehe il suo stile si sciogliesse dagli accademismi barocchi di
cui sono impregnate le opere precedenti e di cui e ancora dominata tra accenti correggeschi la Cappella del
SS. Sacramento affrescata, pure dal Ricci, nella chiesa di S. Giustina. Per la datazione della pala di S. Gre-
gorio esiste soltanto un termine post quem, offerto da un passo del Gervasi1 ehe nel 1699 dichiara ehe
l’altare era stato portato a termine, ma ehe era privo del quadro, allegato al Cignani ehe ne aveva «auto
buona capara». Il Derschau deduce quindi un’epoca ehe si aggira intorno al 1700 data accettata dal
Palucchini5.
Ma tenendo conto del fatto ehe Sebastiano Ricci era fino al gennaio del 1701 occupato a dipingere la
cappella del SS. Sacramento6 i cui affreschi mancano assolutamente di qualsiasi influenza del Veronese, ma
sono in . ece affini alla cupola diS. Bernardino dei Monti a Milano (1698), ai dipinti di Palazzo Bertoldi di
Belluno (1695-1701)7 e al soffitto della Sagrestia dei SS. Apostoli a Roma (1700; si vedano in ambedue le
opere le figure agitate degli apostoli), mi pare logico spostare questa data di un anno e considerare il 1701
1 A. Mobassi, A signed drawing by Antonio Guardi, in Burlington Magazin 1953, pp. 260-267.
2 Ebbi occasione di vedere direttamente questo disegno durante un viaggio negli Stati Uniti, nel 1954 con una borsa Fulbright
offertami dal governo degli Stati Uniti d’America.
3 E’ interessante notare, come la figura del S. Gregorio del disegno e del quadro di Padova si ripeta costantemente; salvo minime
varianti nella posizione delle braccia, ogni qualvolta il Ricci si trova a dover dipingere questo Santo. Ritorna infatti nel«S. Gre-
gorio ehe libera le anime del Purgatorio», nella chiesa di S. Alessandro a Bergamo (1731), nel bozzetto di soggetto analogo del
Museo nazionale di Napoli e nel quadro del Museo di Magdeburgo.
4 Relazioni storiche della chiesa e monastero di Santa Giustina a Padova di D. Massimo Gebvasi di Belluno, ms. B. P. 1209 del
museo Civico di Padova, c. 95, 1699. Il passo e citato da J. von Debschau, Sebastiano Ricci, Heidelberg 1922, p. 64, opera ehe
rimane ancora oggi fondamentale per la conoscenza del pittore bellunese.
5 R. Pallucchini, Studi Ricceschi, Contributi a Sebastiano, Arte veneta, 1952, p. 70.
6 Per il Debschau (op. cit., p. 61) il 1700 e il termine post quem per questi affreschi, per il Pallucchini invece (art. cit., p. 68)
e il termine ante quem. Rileggendo attentamente la documentazione offerta dal Derschau e tenendo conto dello stile degli affreschi,
mi pare piü probabile la data proposta dal critico tedesco, tanto piü ehe il Gebvasi (op. cit.) nel 1699 non fa cenno al Ricci.
7 F. Valcanoveb, Mostra di Pitture del 700 Bellunese, Venezia, pp. 21-22.
 
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