Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Bibliotheca Hertziana [Editor]; Bruhns, Leo [Honoree]; Wolff Metternich, Franz [Honoree]; Schudt, Ludwig [Honoree]
Miscellanea Bibliothecae Hertzianae: zu Ehren von Leo Bruhns, Franz Graf Wolff Metternich, Ludwig Schudt — Römische Forschungen der Bibliotheca Hertziana, Band 16: München: Schroll, 1961

DOI Page / Citation link: 
https://doi.org/10.11588/diglit.48462#0464

DWork-Logo
Overview
loading ...
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
460 Vincenzo Golzio
fabbricare un portico ehe girasse intorno alla piazza. Si riprendeva forse l’idea del «Teatro della Piazza»,
gia disegnato dal Borromini.
Non sappiamo per quali vicende il progetto non abbia avuto alcuna esecuzione; forse esso, se attuato,
avrebbe ancora accresciuto la bellezza di Roma; o forse la grandiositä della fronte galileiana ne sarebbe
stata diminuita.
II Galilei, dunque, dopo tante incertezza dei suoi predecessori, mettendo in praFca quanto aveva affer-
mato nel suo «Discorso», si attiene risolutamente all’ordine unico «ad imitazione degli antichi». Con-
fermava cosi il suo ideale classico, gia espresso nella sua relazione sui lavori da eseguirsi nel Battistero di
Firenze, e col prospetto della Basilica Lateranense faceva qualcosa di simile a quanto faceva press’a poco
negli stessi anni un altro fiorenti.no, il Servandoni, nella facciata di San Sulpizio a Parigi, dando l’avvio
a un ritorno al classicismo nell’architettura e adeguandosi compiutamente alla tradizione monumentale
di Roma.
Il Galilei gareggiava cosi con la grandiosa facciata del pala.zzo Poli, ehe il Salvi mette come fon-
dale della Fontana di Trevi, anch’essa solenne nel suo ordine unico, al quäle bellamente s’uniscono le
vivaci finestre ehe tra i pilastri stessi tracciano due ordini sovrapposti, cosi come nel prospetto di San
Giovanni in Laterano fanno le logge sovrapposte al portico. Il suo esempio non trova perd altri riscontri
soddisfacenti nelle architetture del suo secolo, anche se una grandiosa monumentalitä sia raggiunta
indubbiamente nella reggia vanvitelliana di Caserta: la solennita dell’ordine unico restava patrimonio

caratteristico dell’architettura romana.
APPENDICE
a) Discorso sopra la Facciata di S. Giovanni in Laterano.
Se per ben concepire l’idee per le Fabbriche pubbliche, e per
ornarle con magnificenza, e nobiltä conviene impiegare tutto
l’ingegno, e servirsi di tutto il bello, e buono, ehe vien sommini-
strato dalla bella scienza dell’Architettura, per la Facciata
di S. Gio: in Laterano si rende certamente necessario, giache
si tratta di un sagro, pubblico, e grande Edifizio per una Chiesa,
ehe e vagamente, e magnificamente ornata al di dentro, e la
prima, e principale di tutte le altre dell’Universo. Ne sono per
essere mai troppe le considerazioni, per molto esatte, e giudi-
ziose, ehe siano, accioche l’Edifizio riesca non mancante, ne
eccedente, non poco, ne troppo ornato, ne di spesa super -
fluamente eccessiva, ma conveniente, e proporzionato, magni-
fico, e bello, ed in tutto, e per tutto a dattato alla Chiesa, per
cui deve servire, e ehe finalmente possa ridursi a fine, e non
lasciarsi imperfetto per soverchia, e sproporzionata grandezza,
onde debba consumarsi nell’esecuzione di una parte quel de-
naro; ehe potrebbe bastare per tutta la Fabbrica.
Ad effetto, ehe i Professori possano produrre un’idea ed una
Forma di tal sorta, ad ornarla adequatamente, conviene ehe
siano in piena libertä di operare, perche se verranno loro
prescritte, oppure essi medesimi pigliandosi soggezione di
discorsi, ehe si fanno, e si odono per la Cittä, si prescriveranno
cose particolari, e precise, sarä assai difficile, per non dire
quasi impossibile, ehe in tal guisa limitati, ristretti, e legati,
possano operare con proprietä. Oltrediche dandosi loro una
piena libertä, se non faranno cosa di proposito, si toglierä loro
ogni scusa, o sutterfugio di non avere operato adequatamente
col pretesto di essere stati ristretti e limitati a certe cose
precise. Ma se mai fossero loro prescritte cose incongrue,
dovendo essi preferire ad ogni altro l’operare con regola, e con
ragione, sono in obbligo farne comprendere a chi le ha prescritte
le loro inconvenienze, giache chi richiede le cose, lo fa col sup-
posto, ehe possano ragionevolmente farsi, ne considera, ne
s’aspetta a lui il considerare se siano o no congruenti alla
Fabbrica.

Udendosi pertanto ehe per la Facciata di S. Gio. siano, o sup-
pongansi state prescritte tra le altre cose il Portico, la Loggia
per la Benedizione, il dovere rintracciare quäl possa essere stata
l’idea del Borromino per seguitarla, e finalmente ehe debba
imitarsene la maniera, stimo necessario per sodisfare al mio
debito d’obbedire esaminare in primo luogo se tutte queste
cose possano convenire ad un tale Edifizio, per poi venire
a parlare piü particolarmente della Forma della medesima
Facciata, senza perö entrare a discorrere della qualitä, e pro-
prietä dell’ordine, della grandezza, e ornato inferiore, delle
quali cose sarä bene discorrere in altra congiuntura, parti-
colarmente essendo ancor esse di moltissima importanza.
In quanto alla prima, ehe concerne il Portico, essendo questo
lodevole per ogni Chiesa, si rende per quella di S. Gio. lode-
volissimo, anzi necessario, e merita, come una delle piü nobili
parti dell’Edifizio, esser fatto con ogni maggior maestria,
e magnificenza.
In ordine alla seconda della Loggia per uso unicamente della
Benedizione di una sola volta l’anno, questa, al parer mio,
e superflua, e di pregiudizio. Superflua primieramente perche ne
abbiamo un’altra bastantemente decorosa ed ornata sopra
la Porta Laterale della Chiesa, e ehe per molti lustri ha servito,
e serve, o puö servire con ogni maggior convenienza anche in
avvenire fabbricata di Pianta da Sisto V per tal funzione
precisamente; e segnatamente in quel sito di buonissimo aspet-
to, e come il piü comodo di ogni altro per il Sommo Pontefice,
per il suo nobil seguito, per il Popolo, e per ogni sorte di
Personaggio, ehe dal Palazzo, dalla gran Piazza e dalla lunghis-
sima strada in faccia alla Loggia possono comodamente rice-
verla, verso i quali, dando il Papa la Benedizione, viene a
benedire anche Roma. E certamente queH’avvedutissimo
Pontefice non averebbe lasciato di farla sopra la Porta princi-
pale, se da quella parte avesse potuto avere i medesimi comodi,
e non fosse stato obbligato a voltar le spalle a Roma nel dar la
Benedizione al suo Popolo. Onde facendosi al presente in tal
sito la Loggia, e quasi certo, ehe fosse per restare del tutto
superflua, e senza alcun uso, atteso lo scomodo del Papa, dei
Personaggi, e del Popolo. Secondariamente sarebbe di pre-
 
Annotationen