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Bullettino archeologico sardo ossia raccolta dei monumenti antichi in ogni genere di tutta l'isola di Sardegna — 4.1858

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Orcurti, Pier-Camillo: Scarabei assiro-sardi, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.10809#0159

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il carattere egizio non è puro, e mantiene dell'assiro, si-
mile a quello del Lajard, num. 2/{-

N. 23. Scarabeo in diaspro del Cav. D. Paolo Spano.
Rappresenta un Re seduto e vestito all' Assira con scettro
a testa di cucufa ; e la sfinge sopra la corba , simile al
Lajard, num. 26 (Della Marmora pag. 134).

N. 24- Altro simile scarabeo come il precedente, del
medesimo possessore, salvo che ha una stella.

N. 25. A questo in parte si attiene il presente scarabeo
in diaspro della raccolta del Busachi, ed ora nel Museo
di Milano, nel quale vi è il disco non puro , il Re seduto
con barba non egiziana, collo scettro in mano innanzi ad
un altare , il tutto sopra una corba.

N. 26. Scarabeo in diaspro del Presid. Cav. G. P. Ena, ed
è pure montato in oro. La scena rappresenta un sacrificatore
che scanna una vittima sopra di un tavolo, e ne fa cadere il
sangue in una coppa : poi un personaggio seduto con barba e
veste persiana in atto di allungare lo scettro sopra il sacrifica-
tore. Disco alato , e la stella in alto , la corba al di sotto.

N. 27. Scarabeo in diaspro che prima spettava al Teol.
P. Todde Rett. di Tonara. Rappresenta un persiano che
pianta un chiodo colla clava fatta a foggia di scure
sulla testa di un nemico. Tiene una gamba vestita, e 1' al-
tra nuda che poggia sul femore del nemico.

N. 28. Anche questo scarabeo è in diaspro di cui è pos-
sessore il Sig. Nicolò Mura di Oristano. Un persiano
afferra un leone diritto colla testa rivoltata , e dietro 1' uomo
sta colla nodosa clava preparata per accoppare il leone dopo
che lo avrebbe soggettato nella lotta. A questo si rasso-
miglia quello del Palili, num. 1623 nel quale un uomo
uccide un cavallo ; e conchiudiamo che sono scene tutte
queste assirie per esprimere in molti modi il genio buono
e maligno , come in principio abbiamo significato.

P. G. Orcurti
 
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