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Bibliotheca Hertziana [Editor]; Bruhns, Leo [Honoree]; Wolff Metternich, Franz [Honoree]; Schudt, Ludwig [Honoree]
Miscellanea Bibliothecae Hertzianae: zu Ehren von Leo Bruhns, Franz Graf Wolff Metternich, Ludwig Schudt — Römische Forschungen der Bibliotheca Hertziana, Band 16: München: Schroll, 1961

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https://doi.org/10.11588/diglit.48462#0036

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Godefridus J. Hoogewerff

VI. Le diaconie non furono perd le sole chiese ehe dal secolo V al secolo IX si annidarono in edifici pagani
abbandonati: S. Maria ad Martyres, consacrata fra il 608 ed il 610 da papa Bonifacio IV nel Pantheon,
ne rimane l’esempio piü glorioso. Vi si aggiungono altre sette chiese schierate da ambedue i lati del Foro
Romano, anzitutto Sancta Maria Antiqua, diaconia importante, celebre anche per le sue pitture murali
ehe vanno dal VI al IX secolo. Si trova istituita in locali maestosi deh’epoca imperiale occupando un
complesso, di cui faceva parte anche l’ampio vano del cosidetto «Tempio di Augusto». La diaconia nel
secolo IX fu trasportata a S. Maria Nuova, collocata nel tempio di Venere e Roma12. Altre diaconie
furono quella di Sant’Adriano nell’aula della «Curia Senatus» (sec. VII), quella dei Santi Cosma e Da-
miano nel Tempio della Pace (fondata da Felice IV, 526-530), quella greca di San Teodoro, ehe aveva
alla sua disposizione gli Horrea Agrippiana al pie del Palatino13, e quella di Santa Maria in Cosmedin,
eretta nell’antica «Statio Annonae» dove venne a sostituire il «Sacellum Herculis»14. Citiamo poi S. Lo-
renzo in Miranda, costruita nelle rovine del tempio di Antonino e Faustina nel sec. VIII; S. Maria in
Cannapara, disposta in una navata della Basilica Julia dal sec. IX; S. Maria Egiziaca nel tempietto detto
della Fortuna Virile; S. Maria del Sole nel vicino tempietto circolare sulla sponda del Tevere. - La grande
sala delle Terme di Diocleziano fu trasformata in S. Maria degli Angeli, mentre un padiglione delle
medesime terme accolse la chiesa di S. Bernardo. In questo modo parecchi edifici pagani sono rimasti
conservati, ehe altrimenti sarebbero andati distrutti.
VII. Le chiese annesse ai conventi, ehe nel 806 giä erano 48, formano una categoria ben distinta. Sotto il
pontificato di S. Gregorio Magno sorse il monastero di S. Andrea, detto «ad clivum Scauri», accanto alla
casa paterna del papa stesso, il quäle si fece fautore anche della badia di San Saba, capo ed organizzatore
del monachismo orientale, morto nel 552. (Avanzi di affreschi del VII. e del XII. secolo.) Il convento dei
SS. Bonifacio e Alessio colla sua antica basilica pare ehe risalga ai primi decenni del secolo VII. Ed a
questi cenobi seguirono tanti.
VIII. L’ultima categoria e formata dalle chiese annesse alle quattro «Scholae perigrinorum», fondate fra
il 690 ed il 800 nelle vicinanze di San Pietro. Sono San Giustino dei Langobardi nel sito dove sorse poi
11 Palazzo Vaticano; S. Spirito in Sassia ossia chiesa ed ospizio degli Anglo-Sassoni, giä esistente sotto
papa Giovanni VII (705-707); S. Maria in Schola Francorum i. e. in Campo Santo, fondata nel 752;
e S. Michele dei Frisoni, fondato intorno al 785. Queste quattro «scholae», dapprima borghi separati ed
indipendenti, erano situate fuori le mura di Roma non soltanto, ma in territorio appartenente ad altra
diocesi, quella suburbicaria cioe di S. Rufina in Silva Candida sulla Via Cornelia. Da papa Leone IV le
tre ultime «scholae» furono poi nel 852 ncluse nella Cittä Leonina, conservando perd il loro carattere coi
propri ospizi e colla propria milizia. Il loro governatore aveva residenza in Castel Sant’Angelo.
Nell’alto medio evo il numero delle chiese destinate al culto pubblico normale non subi alcun aumento,
perche la popolazione di Roma si trovava in continua diminuzione. In seguito alle distruzioni causate
dalle successive guerre d’invasione i Sette Colli, per il disfunzionamento degli acquadotti e per altre
sciagure, sono gradualmente abbandonati. La cittä comincia a fare un giro di 180 gradi intorno al
proprio perno: il Campidoglio. Anche questo prende parte alla rotazione rivolgendo le spalle al Foro Ro-
mano, diventato ormai il Campo Vaccino, ed affacciandosi con una nuova fronte verso il Campo Marzio,
dove la popolazione scemata si addensa. Le nuove strade portano i nomi degli artigiani ehe vi esercitano
i loro mestieri: cappellari, giubbonari, chiavari, staderari, baullari. Nella via dei sediari le sedie si im-
pagliano tuttora e nella vicina via dei canestrari le ceste e le paniere si fanno oggi come si facevano dieci
secoli fa, per non dimenticare le culle. E appunto in questo quartiere ehe alcune vecchie chiese sotto papa
Adriano I (772—795) vennero restaurate o ricostruite: San Lorenzo in Damaso, San Marco, San Marcello.
Con i rioni Xe XI: Sant’Angelo (col Ghetto degli Ebrei) e Campitelli, anche il quartiere popolare della
«Sanctae Luciae Palatii in Circo (Maximo)» o «iuxta Septizonium», situata dirimpetto alla casa e residenza di papa Gregorio
Magno e probabilmente da lui fondata. Anche in questo caso vani adatti per «horrea» si trovavano nelle immediate vicinanze.
Sülle antiche diaconie romane vd. ancora Vielliard, o. cit. pp. 116-122. Esistono ancora vasti «horrea», poco conosciuti. alle
falde del Quirinale sotto il convento dei SS. Domenico e Sisto.
12 Per un orientamento e riassunto vd. E. Tea, La basilica di Santa Maria Antiqua, Roma 1937.
13 A. Bartoli, «Gli Horrea Agrippiana e la Diaconia di San Teodoro», Monumenti Antichi pubblicati a cura della R. Accademia
dei Lincei, Vol. XXVII, 1921, coli. 373-402.
14 G.-B. Giovenale, La Basilica di S. Maria in Cosmedin, Roma 1927.
 
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