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Bibliotheca Hertziana [Editor]; Bruhns, Leo [Honoree]; Wolff Metternich, Franz [Honoree]; Schudt, Ludwig [Honoree]
Miscellanea Bibliothecae Hertzianae: zu Ehren von Leo Bruhns, Franz Graf Wolff Metternich, Ludwig Schudt — Römische Forschungen der Bibliotheca Hertziana, Band 16: München: Schroll, 1961

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https://doi.org/10.11588/diglit.48462#0039

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Osservazioni sulle piü antiche chiese romane

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15. Vasca battesimale scoperta nel 1912
presso San Marcello al Corso. Inizio sec. IV

16. Vano del «Titulus Equitii» presso San Martino ai Monti, sec. IV

martyrum» dice piü tardi il «Liber Pontificalis » riassumendo l’attivitä svolta dai papi di questa epoca
delle persecuzioni22.
Senza dubbio Marcello I, durante il suo breve pontificato, estese la sua cura pure al rito battesimale.
Sotto San Silvestro, ehe non aveva piü bisogno di un nascondiglio, il modesto battistero perse gran parte
della sua importanza e finalmente cadde in oblio. E curioso perd il fatto ehe la chiesa di San Marcello
fino a tempi recentie rimasto il santuario in cui vengono battezzati i neonati degli interi rioni di Trevi edi
Colonna (eccezione fatta per la grande parrocchia di San Lorenzo in Lucina, «titolo» antico). Sono in
tutto almeno dieci parrocchie, e fra queste importanti come Santi Apostoli, S. Maria in Aquiro, S. Andrea
delle Fratte e S. Susanna, rimaste prive di una fonte battesimale attraverso i secoli: «Ad maiorem
gloriam Sancti Marcelli.»
«Accanto alla basilica di S. Silvestro e S. Martino ai Monti, fondata da papa Simmaco (498-514), e stato
esplorato di recente - disse Huelsen nel 1927 - il palazzo del nobile Equitius, nel quäle giä sotto Silvestro I
(314-335), e forse anche prima, alcuni locali furono adibiti per il culto cristiano, senza ehe l’edificio
profano fosse essenzialmente cambiato23.» Abbiamo da fare dunque in questo caso cogli avanzi di un
titolo presbiteriale vero e proprio, composto di diversi vani, poi abbandonati, di cui la primitiva destina-
zione ancora oggi e ben riconoscibile (fig. 16). Vi si vedono resti di pitture murali (figure di Santi), ehe
rimontano al tempo di Sergio II (844-847). L’insieme, suggestivo assai, e stato studiato con grande
competenza da Rene Vielliard nella sua monografia «Les Origines du titre de Saint-Martin aux Monts ä
Rome»24. Di una casa antica vera e propria non si sono trovate traccie. Pare dunque ehe l’originale
basilica titolare non fosse collocata - com’e il caso per quelle di San Clemente e dei Santi Giovanni e
Paolo - accanto ad una abitazione esistente. Gli scavi eseguiti sotto le basiliche di Pudente (S. Pudenziana)
e di S. Cecilia in Trastevere hanno rivelato situazioni ancora diverse, sieche per le antiche chiese dome-
stiche certo non si pud parlare di una norma sola ed unica.
Restano da dire due parole su Santo Stefano Rotondo al Celio, costruzione semisacrale, eretta da papa
Simplicio (468-482). Sorge, come abbiamo detto, di fronte alla chiesa arcidiaconale di Santa Maria in
Domnica e, piü ehe al culto, serviva al tesseramento annonario della popolazione. Infatti, uno non pud
immaginarsi un edificio piü adatto a questo scopo! In origine era formato da tre navate anulari concen-
triche, facilmente accessibili da piü lati e separate da due giri di colonne. Queste navate formavano
corridoi di una larghezza di sei metri e si prestavano ottimamente allo schieramento di una folla di gente
22 Ed. Duchesne I, 1886, p. 74.
23 Huelsen, o. cit. p. LXVI e 382.
24 Paris-Rome 1931: «Studi di Antichitä Cristiana pubblicati per cura del Pontificio Istituto di Archeologia Sacra.»

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