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Bullettino archeologico sardo ossia raccolta dei monumenti antichi in ogni genere di tutta l'isola di Sardegna — 3.1857

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Spano, Giovanni: Pozzo di Santa Cristina in Pauli Latino
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https://doi.org/10.11588/diglit.10804#0071

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lo descrive , ed in alcuni Villaggi dell' isola si è conser-
vato identico, per es. quello di Bono (1). Conferma tulto ciò
Ja tradizione del popolo che dice d'essere stato il carcere in
cui fu messa la Santa dal Tiranno, ed in cui la medesima
abbia sofferto il martirio (2). La ristrettezza clie ci ab-
biamo proposto nell'' esaminare i monumenti sardi non ci
permette di fare molti confronti colla costruzione dei Nu-
raghi, ma questo artefatto edilizio sempre conferma la no-
stra opinione dei Nuraghi sardi, che siano stati abitamenti
dei primi popoli che uniti in società avevano leggi e con-
venzioni per reggersi da sè , e difendersi da straniere in-
vasioni. Non poteva esser pozzo, primo, perchè in vicinanza
ha una perenne fontana, e questa non manca mai dalla pe-
riferia dei Nuraghi, come più volte abbiamo accennato ,
in secondo luogo perchè le congiunture dei massi, essendo
questi senza cemento, non sono tali da poter fermare il

<li Melchia dove i carcerati si facevano discendere e si tiravano con funi, come
si fece allo stesso Geremia che poi per intercessione di Abdemeleco ne fu libe-
rato (Jer. XXXVIII, 6). Anzi seguita (v. 12} che le sut vesti erano lacere ed
infracidite per modo che gli calarono altri panni per cuoprirsi. Era adunque
questo carcere un pozzo fangoso ed umido. Lo stesso deve dirsi della Jovea
in cui fu gettato Giuseppe (Sap. X, 15) che è lo stesso che il carcere (lacus)
nominato della Genesi, come si costumava presso gli Egiziani (Gen. XL, 1S).

(1) In un masso dell' imboccatura si osserva un taglio., o scheggiatura fatta
dal tempo, che i creduli dicono d' esser il masso spaccato dal padre della Santa,
perchè non volli aderire alle, seduzioni del tiranno. I Panlilatinesi hanno una
gran divozione a questa Martire Sarda che viene disputata dai Bonarcadesi , seb-
bene il territorio sia in Pauiilatino. Nel tempo della festa che cade nei primi
di Maggio è grande il concorso dei divoti. Da Bonarcadu vi si portano le con-
fraternite col Simulacro della Santa in processione,, e lo portano sino al detto
pozzo in memoria di avervi sofferto il martirio. Dopo fatta la festa lo collocano
in una cassa , e con un carro lo trasportano in Bonarcadu , ruenendo le chiavi
della Chiesa di cui dicono di aver la giurisdizione. Dal sostenere questo diritto
ambi i Villaggi vennero molte volte a contese religiose da poter temere tristis-
simi effetti. Oggi sono cessate queste discordie , sehbene il Municipio e Parroco
di Pauiilatino abbiano soprasseduto al diritto che per ragione di territorio sem-
brerebbe meglio di appartenere a loro.

(2) Da questa antica conformazione ili carceri e venuta 1' espressione sarda
ballare in presone che corrisponde al latino projìcerc in careerem.
 
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