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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 10.1907

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Fasc. 1
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Mazzoni, Guido: Il parziale ricupero di un capolavoro di Guido Mazzoni
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https://doi.org/10.11588/diglit.24152#0046

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IL PARZIALE RICUPERO DI UN CAPOLAVORO DI GUIDO MAZZONI

9

del 18 maggio 1810 troviamo notizia degl' inconvenienti che hanno luogo nella demolizione dei
fabbricati a Castello per i lavori abboccati di riduzione della seconda parte del giardino, e il
podestà ordina al Resegati, abboccatore principale, di usare le maggiori circospezioni nel
proposito e al prof. Selva di usare sorveglianza. Quali però fossero questi inconvenienti non
sappiamo, poiché questi atti, registrati nel protocollo, più non si trovano. Il 23 dello stesso
mese l’architetto Selva riferiva al podestà che la chiesa è interamente sgombra dagli altari ;
furono levati tutti i coppi che la copriva, ed ora si sta demolendo il grandioso coro che
attraversa la lunghezza. 1 Lo sfacelo dunque e la dispersione del nostro gruppo avvenne
tra il giorno 11 e il 22 maggio 1810, anzi più
probabilmentre tra il 14 e il 18.

È evidente, dissi, che gl’ imprenditori aspor-
tarono, insieme al materiale di demolizione, anche
i preziosi frammenti del gruppo. Ma a me occor-
reva avere la certezza provata che il Breda ebbe
parte in tale lavoro. Chi furono gl’imprenditori
o, come allora si chiamavano, gli abboccatori ?

Matassa più intricata da dipanare non conobbi
mai, poiché, fra aste, subaste e concessioni pri-
vate, palesi e segrete, non si sa, leggendo quei
documenti, come raccapezzarsi. Anche allora
si era formato una specie di accordo (oggi si
direbbe di trust), per cui in quei lavori ci tro-
viamo dinanzi alla bellezza di 35 appaltatori, i
quali a lor volta subappaltano, tanto che deve
immischiarsene la polizia, e viene istruito relativo
processo giudiziario. 1 2 Tuttavia ho potuto sta-
bilire che i veri appaltatori principali della se-
conda parte della demolizione, nella quale era
compresa, come dissi, anche la chiesa di San-
t’Antonio, furono due : Antonio Resegati 3 e
Vincenzo Marzari, 4 i quali avevano poi da di-
chiarire i nomi degli appaltatori secondari. Invano

ho cercato questa dichiarazione per me impor- ^ ^ . ,, , „ _

Guido Mazzoni: Cristo. Modena, San Francesco

tantissima; ma fortuna volle che mi abbattessi

invece in un documento che fece piena la luce sulla questione. È questo un decreto emesso
da Nicolò Secchetti, viceré presso la Giustizia di pace del II circondario di Venezia, il 27 di-
cembre 1810, ad istanza delti sign. Stefano Breda ed Antonio Petecchie abboccatori e com-
pagni nell’impresa della seconda parte dei giardini ed altri pubblici lavori, contro l’abboccator
Risegati, per aver questi assentita, accettata ed eseguita una condizionale progettata dal
sig. ing. prof. Selva che offende l’onore, esattezza ed impuntabilità degli altri soci. 5 Quale
fosse questa condizionale non è detto nel decreto, nè a noi preme di sapere; ci basta
esser certi che il Breda assieme al Petecchie ebbe l’impresa di quel lavoro, ed aver quindi
provato ciò che nella famiglia Breda per tradizione si ripeteva, aver egli trasportato dalla
chiesa di Sant’Antonio di Venezia nella sua villa di Limena questi frammenti.

1 Archivio municipale di Venezia, fase. cit. Questo
veramente grandioso e bellissimo coro, o meglio can-
toria, si ammira appunto nel quadro del Carpaccio che
più sopra abbiamo citato.

2 I documenti sono nella busta 387 dell’archivio

della Prefettura dell’Adriatico, cit.

5 Archivio della Prefettura dell’Adriatico cit., b. 307,

lettera del podestà al prefetto, 19 dicembre 1810, nu-
mero 14302.

4 Ibidem, lettera del podestà al prefetto, 17 aprile
1810, n. 3879.

5 Archivio municipale di Venezia, protocollo 1810,
fase. I.

L'Arte. X, 2.
 
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