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MISCELLANEA
Il Venturi stesso infine riconosce (p. 75) che « le
simiglianze esistenti tra la Madonna Rucellai e quelle
di Cimabue sono tali e tante » da dover supporre che
«Duccio.... recatosi a Firenze, si provò a seguirne
le orme». La quale ipotesi veramente— me lo con-
senta l’illustre amico — a me non sembra molto più
verosimile di quella che altri potrebbe fare, supponendo
che Cimabue avesse accolto, negli ultimi anni, alcunché
della grazia di Duccio, sebbene questi fosse più giovane,
e dei senesi, come a Roma aveva sentito il contatto
squassare la selvaggia e senile capigliatura. Sarà age-
vole a chiunque il riconoscere l’affinità. In Duccio
non trovi mai di queste figure accigliate e possenti
di rude energia che sono proprie di Cimabue. Altret-
tali si trovano nella Crocifissione di lui ad Assisi.
Anche qui la stessa violenza di movimenti che ritro-
viamo nelle figure sottostanti alla Madonna dell’Ac-
cademia, nel crocifisso di Santa Croce 1 e in queste
della inquadratura della Madonna Rucellai (per es. la
fig. 61 del Venturi, op. cit. pag. 74). Duccio nella storia
Fig. 4 — Cimabue: Ancona (dettaglio). Firenze, Santa Maria Novella
coll’arte gagliarda del Cavallini. Nè mi pare insigni-
ficante il particolare che la Madonna di Cimabue ora
al Louvre e già a Pisa, e la Madonna Rucellai sien
dipinte alla stessa foggia sopra un’ancona rettangolare
terminata ad angolo ottuso, ed ornata nella cornice
da una fascia interrotta da medaglioni con profeti,
patriarchi e santi. Il che Duccio non fece mai, nem-
meno nei suoi ultimi anni.
Intanto l’esame di queste piccole figure sta piuttosto
a favorire l’attribuzione antica anziché la nuova. Si
confrontino di grazia la fig. 64 nel Venturi (op. cit.,
pag. 77) e la fig. 3 qui riprodotta colle due mezze
figure laterali di vegliardi a piè della tavola di Cimabue
all’Accademia fiorentina, i quali, torcendo la bocca
e sollevando in alto la irsuta faccia paiono in atto di
della Crocifissione della pala di Siena dipinge i vecchi
Scribi e Farisei coi capelli e la barba ricciuti: non
mai con le chiome fluenti e sparse, e colla barba di-
scriminata come i santi della Madonna dell’Accademia
e i n. 1 e 4 della Madonna Rucellai.
1 II Venturi (op. cit., V, pag. 27) Io nega recisamente a Cimabue.
In questo io mi accosto al Suida (pag. 35), sebbene questi ne trovi
l’originale in una debole opera d’un ignoto in Santo Stefano a Ri-
poli, la quale, come tante altre consimili ad Arezzo, a Perugia e ad
Assisi, deriva dall’originale di Cimabue. Non solo il Crocifisso di
Santa Croce ha manifesti rapporti con quello di costui ad Assisi, ma
più specialmente sono evidenti le corrispondenze colla Madonna del-
l’Accademia fiorentina. La figùretta di San Giovanni nel braccio
destro della croce è sorella genuina degli angeli che circondano la
Madonna già a Santa Trinità.
MISCELLANEA
Il Venturi stesso infine riconosce (p. 75) che « le
simiglianze esistenti tra la Madonna Rucellai e quelle
di Cimabue sono tali e tante » da dover supporre che
«Duccio.... recatosi a Firenze, si provò a seguirne
le orme». La quale ipotesi veramente— me lo con-
senta l’illustre amico — a me non sembra molto più
verosimile di quella che altri potrebbe fare, supponendo
che Cimabue avesse accolto, negli ultimi anni, alcunché
della grazia di Duccio, sebbene questi fosse più giovane,
e dei senesi, come a Roma aveva sentito il contatto
squassare la selvaggia e senile capigliatura. Sarà age-
vole a chiunque il riconoscere l’affinità. In Duccio
non trovi mai di queste figure accigliate e possenti
di rude energia che sono proprie di Cimabue. Altret-
tali si trovano nella Crocifissione di lui ad Assisi.
Anche qui la stessa violenza di movimenti che ritro-
viamo nelle figure sottostanti alla Madonna dell’Ac-
cademia, nel crocifisso di Santa Croce 1 e in queste
della inquadratura della Madonna Rucellai (per es. la
fig. 61 del Venturi, op. cit. pag. 74). Duccio nella storia
Fig. 4 — Cimabue: Ancona (dettaglio). Firenze, Santa Maria Novella
coll’arte gagliarda del Cavallini. Nè mi pare insigni-
ficante il particolare che la Madonna di Cimabue ora
al Louvre e già a Pisa, e la Madonna Rucellai sien
dipinte alla stessa foggia sopra un’ancona rettangolare
terminata ad angolo ottuso, ed ornata nella cornice
da una fascia interrotta da medaglioni con profeti,
patriarchi e santi. Il che Duccio non fece mai, nem-
meno nei suoi ultimi anni.
Intanto l’esame di queste piccole figure sta piuttosto
a favorire l’attribuzione antica anziché la nuova. Si
confrontino di grazia la fig. 64 nel Venturi (op. cit.,
pag. 77) e la fig. 3 qui riprodotta colle due mezze
figure laterali di vegliardi a piè della tavola di Cimabue
all’Accademia fiorentina, i quali, torcendo la bocca
e sollevando in alto la irsuta faccia paiono in atto di
della Crocifissione della pala di Siena dipinge i vecchi
Scribi e Farisei coi capelli e la barba ricciuti: non
mai con le chiome fluenti e sparse, e colla barba di-
scriminata come i santi della Madonna dell’Accademia
e i n. 1 e 4 della Madonna Rucellai.
1 II Venturi (op. cit., V, pag. 27) Io nega recisamente a Cimabue.
In questo io mi accosto al Suida (pag. 35), sebbene questi ne trovi
l’originale in una debole opera d’un ignoto in Santo Stefano a Ri-
poli, la quale, come tante altre consimili ad Arezzo, a Perugia e ad
Assisi, deriva dall’originale di Cimabue. Non solo il Crocifisso di
Santa Croce ha manifesti rapporti con quello di costui ad Assisi, ma
più specialmente sono evidenti le corrispondenze colla Madonna del-
l’Accademia fiorentina. La figùretta di San Giovanni nel braccio
destro della croce è sorella genuina degli angeli che circondano la
Madonna già a Santa Trinità.