GUSTAVO FRI ZZO NI
Profilo che in verità si avrebbe a ritenere nè più nè meno che uno studio per la figura
della principessa liberata da San Giorgio, nel celebrato affresco del Pisanello in Sant’Ana-
stasia a Verona (fìg. 2).
Nel copioso ed accurato indice dei disegni del Pisanello, redatto dal prof. Venturi nella
sua edizione delle vite di Gentile da Fabriano e di Vittore Pisano, a complemento del testo
vasariano, 1 non è citato il foglio di che si viene discorrendo, che viene infatti pubblicato
per la prima volta nell’opera del Colvin. Vi è citato invece un altro foglio della stessa
raccolta, contenente degli studi del Pisanello da servire per la raffigurazione di Gio. Fran-
cesco Gonzaga nella caratteristica medaglia, che si conta nel novero di quelle eseguite
dall’insigne artista. In proposito merita di
essere rammentata qui la calzante caratte-
ristica che dà di lui il Venturi in apposito
paragrafo, massime nelle sue qualità di
disegnatore. Dopo avere rilevato la facoltà
sua d’impadronirsi d'ogni forma animale e
la grande mobilità dello spirito, la versatilità
deli' ingegno, soggiungeva: « Confrontato
con Gentile da Fabriano il Pisanello è sem-
pre più umano, più vero ; ma rispetto a
Gentile, ligio alla tradizione, misurato e
savio, sembra un improvvisatore, il quale
tragga da ogni cosa che lo circonda i mo-
tivi dell’arte sua, e più dalla terra che dal-
l’uomo, più dalla vita degli animali che da
se stesso o da’ suoi simili ».
Sembra poi riferirsi direttamente al di-
segno di Oxford il passo dove osserva,
che il Pisanello • riproduce le figure di
donna con i capelli tirati sulla nuca, così
da lasciare a scoperto l’arcata della fronte
e il lungo collo e le figure virili con i
capelli tagliati a mo’ di berrettone calcato
sulla testa e di callotta di pelo ».
In fine alludendo alle sue qualità d’in-
novatore nelle forme dell’arte, giustamente
Conchiude: « Per lui cessa nell’arte settentrionale d’Italia la forma gotica, che si era innestata
a fatica sul tronco romanico, e cadono tutte le antiche tradizioni non corrispondenti più
alla natura e alla vita, tutte le sapienti forinole convenzionali del passato ».
Per parte nostra riflettendo al ricco tesoro artistico, costituito dalla serie ragguardevole
di disegni del maestro, non ci rimane qui se non di esprimere il voto che possa sorgere
qualche illuminato Mecenate, disposto — come ha fatto il dott. Vittore de Golubeff pel libro
di Jacopo Bellini — a promuovere, ad edificazione ed istruzione degli studiosi, la riprodu-
zione in facsimile di tutti i fogli di mano del grande artista veronese, sparsi nelle diverse
raccolte, sì pubbliche, che private, non senza applicarsi dapprima, com’è conveniente, ad
un razionale procedimento di selezione, diretto a sceverare le cose schiettamente originali,
da quelle di altri contemporanei o di recenti falsificatori, che crediamo siansi malaugurata-
mente infiltrate nel gran numero.
Il passare dallo studio di un maestro quale il Pisanello a quello di un Leonardo da
1 Vedi: Gentile da Fabriano e il Pisanello, edizione critica con note, documenti e 96 riproduzioni, a cura
di A. Venturi, G. C. Sansoni, cditorè, 1896.
Fig. 2 — Vittor Pisano: Testa della principessa
Verona, Sant’Anastasia - (Fot. Anderson)
Profilo che in verità si avrebbe a ritenere nè più nè meno che uno studio per la figura
della principessa liberata da San Giorgio, nel celebrato affresco del Pisanello in Sant’Ana-
stasia a Verona (fìg. 2).
Nel copioso ed accurato indice dei disegni del Pisanello, redatto dal prof. Venturi nella
sua edizione delle vite di Gentile da Fabriano e di Vittore Pisano, a complemento del testo
vasariano, 1 non è citato il foglio di che si viene discorrendo, che viene infatti pubblicato
per la prima volta nell’opera del Colvin. Vi è citato invece un altro foglio della stessa
raccolta, contenente degli studi del Pisanello da servire per la raffigurazione di Gio. Fran-
cesco Gonzaga nella caratteristica medaglia, che si conta nel novero di quelle eseguite
dall’insigne artista. In proposito merita di
essere rammentata qui la calzante caratte-
ristica che dà di lui il Venturi in apposito
paragrafo, massime nelle sue qualità di
disegnatore. Dopo avere rilevato la facoltà
sua d’impadronirsi d'ogni forma animale e
la grande mobilità dello spirito, la versatilità
deli' ingegno, soggiungeva: « Confrontato
con Gentile da Fabriano il Pisanello è sem-
pre più umano, più vero ; ma rispetto a
Gentile, ligio alla tradizione, misurato e
savio, sembra un improvvisatore, il quale
tragga da ogni cosa che lo circonda i mo-
tivi dell’arte sua, e più dalla terra che dal-
l’uomo, più dalla vita degli animali che da
se stesso o da’ suoi simili ».
Sembra poi riferirsi direttamente al di-
segno di Oxford il passo dove osserva,
che il Pisanello • riproduce le figure di
donna con i capelli tirati sulla nuca, così
da lasciare a scoperto l’arcata della fronte
e il lungo collo e le figure virili con i
capelli tagliati a mo’ di berrettone calcato
sulla testa e di callotta di pelo ».
In fine alludendo alle sue qualità d’in-
novatore nelle forme dell’arte, giustamente
Conchiude: « Per lui cessa nell’arte settentrionale d’Italia la forma gotica, che si era innestata
a fatica sul tronco romanico, e cadono tutte le antiche tradizioni non corrispondenti più
alla natura e alla vita, tutte le sapienti forinole convenzionali del passato ».
Per parte nostra riflettendo al ricco tesoro artistico, costituito dalla serie ragguardevole
di disegni del maestro, non ci rimane qui se non di esprimere il voto che possa sorgere
qualche illuminato Mecenate, disposto — come ha fatto il dott. Vittore de Golubeff pel libro
di Jacopo Bellini — a promuovere, ad edificazione ed istruzione degli studiosi, la riprodu-
zione in facsimile di tutti i fogli di mano del grande artista veronese, sparsi nelle diverse
raccolte, sì pubbliche, che private, non senza applicarsi dapprima, com’è conveniente, ad
un razionale procedimento di selezione, diretto a sceverare le cose schiettamente originali,
da quelle di altri contemporanei o di recenti falsificatori, che crediamo siansi malaugurata-
mente infiltrate nel gran numero.
Il passare dallo studio di un maestro quale il Pisanello a quello di un Leonardo da
1 Vedi: Gentile da Fabriano e il Pisanello, edizione critica con note, documenti e 96 riproduzioni, a cura
di A. Venturi, G. C. Sansoni, cditorè, 1896.
Fig. 2 — Vittor Pisano: Testa della principessa
Verona, Sant’Anastasia - (Fot. Anderson)