APPUNTI INTORNO ALLA MINIATURA BOLOGNESE DEL SEC. XIV
iog
stoffa più grossa, con pieghe meno fini, meno tormentate ; e d’altra parte le proporzioni
delle figure sono più errate, le mani sono peg'gio fatte con dita più corte ed informi.
Potremmo pensare che tutte queste diversità di fatture fra le opere firmate di Nicolò
ed il messale di .San Pietro non sieno che il portato della anteriorità di questo rispetto a
quelle. Senonchè esiste tutta una serie di altri codici miniati, che presentano col messale le
più strette affinità, mentre si scostano sempre più dal fare abituale di Nicolò. Tali sono i
Mss. vat. lat. 1366, 1389, iqog, 1430, 1436, 2463 della Biblioteca Vaticana; tre figure miniate
'Ofhnewrbv’fiai «jKnoUc-U»?;
Hìnnitms v rrrtòt epa- rtsce avmniraar
.;<OT2crcTi;>-.UnripT?ofiiuiorutrcm:52r
: ài treni otuUbi ftmcnntucPit nmtenau
Wg&éfp-1 piuaonym
cvttndmira:
W}y . & -utauaKun;.
' S ML P lSKi -rpco:-o,u:l>:r‘
^ ’Vl nnttmiae.g
JB&S8&I W'W^k W. ' . in>s truca*
dfe Tì r, :
pJ!n< ccn:<«esn butno ! Hr
utltmrpaùoatmui’t
necpunun-uiuatru:
Li. l'opunxl affinaci ; va
inp:mciptc'.v,pctcip
>xct*««)ncrtrmrr />
xnTawqmoìi
P. ammoni»
'medili Ckv iti
cr,uor;cc-:?rr-:
rocl'ùuns:;
omir.-'miab; ’
•miti
rrumccrnpi
uratr-.itc.il,
fuetti! ìì'-'omui
«gmmivvt
iapuanaooj
uiicntbiqur
omib;pRh>
nmnuihmt.
(Tiuxnrt&.jcé
aSnSSS
| cnranmiK:&
txnnitaitutc
! 'inunoonn
' hurtt?:nuv
; Hnirnccoitr
inic;tucctuTl
.nmtr.itmua
nuiqùttiaf
tiOnptuortu
ito?’,incita ;
crciucciiauo» ;
'ccaiimaiucu ’
\1u1xc4x; funi'
fcoitiniaouco '
a ncalccKplc
Cud immillaci
cuiiocoiicc-ta.
‘ unuuocft.ur
ttutenofeum,
TMifcmciraur
' cernir,vnuKir.
mu-r.micu’.m
tcdbcqotliuicft
«mixxntiliai
couititK.u* im
mtonmnum.
tìtipcunaruc
CU>lCC4-l’’l'Ull
Cacmic.it.arr
.utiUbiuman
taundifurip:
ucnbnmMiio
tcGmccncimr
tic.Mnnxap.
if-òiuurmp
nicmùiaa.
rotili caie
.ipnaiì’th
fùaiku'.'
turami:
ì
Pseudo Nicolò: Biblioteca Vaticana
Mss. vatic. lat. 1389
nell’ultimo quinterno della matricola della società dei Toschi dell’Archivio di stato di Bologna
(attribuite a Nicolò),1 e due iniziali miniate a c. 184 v del corale XI, H, 3 della Biblioteca
Estense di Modena.
In tutte queste miniature si determinano sempre meglio i caratteri del miniatore nelle
persone corte, tozze e a teste tonde piuttosto grosse, dagli occhi molto allungati ed appuntiti
1 Malaguzzi-Valeri, La miniatura m Bologna dal XIII al XVIII secolo, in Archivio storico italiano,
serie V, voi. XVIII, 1896, pag\ 262.
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stoffa più grossa, con pieghe meno fini, meno tormentate ; e d’altra parte le proporzioni
delle figure sono più errate, le mani sono peg'gio fatte con dita più corte ed informi.
Potremmo pensare che tutte queste diversità di fatture fra le opere firmate di Nicolò
ed il messale di .San Pietro non sieno che il portato della anteriorità di questo rispetto a
quelle. Senonchè esiste tutta una serie di altri codici miniati, che presentano col messale le
più strette affinità, mentre si scostano sempre più dal fare abituale di Nicolò. Tali sono i
Mss. vat. lat. 1366, 1389, iqog, 1430, 1436, 2463 della Biblioteca Vaticana; tre figure miniate
'Ofhnewrbv’fiai «jKnoUc-U»?;
Hìnnitms v rrrtòt epa- rtsce avmniraar
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Pseudo Nicolò: Biblioteca Vaticana
Mss. vatic. lat. 1389
nell’ultimo quinterno della matricola della società dei Toschi dell’Archivio di stato di Bologna
(attribuite a Nicolò),1 e due iniziali miniate a c. 184 v del corale XI, H, 3 della Biblioteca
Estense di Modena.
In tutte queste miniature si determinano sempre meglio i caratteri del miniatore nelle
persone corte, tozze e a teste tonde piuttosto grosse, dagli occhi molto allungati ed appuntiti
1 Malaguzzi-Valeri, La miniatura m Bologna dal XIII al XVIII secolo, in Archivio storico italiano,
serie V, voi. XVIII, 1896, pag\ 262.