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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 10.1907

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Fasc. 2
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Ciaccio, Lisetta: Appunti intorno alla miniatura bolognese del secolo XIV: Pseudo Nicolò e Nicolò di Giacomo
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https://doi.org/10.11588/diglit.24152#0151

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APPUNTI INTORNO ALLA MINIATURA BOLOGNESE DEL SEC. XIV 113

Tale è l’autore della miniatura che orna il frontespizio degli statuti della società dei
drappieri del 1346 nell’Archivio di stato di Bologna, attribuito appunto anch’esso a Nicolò
di Giacomo,1 2 mentre, pur essendo vicino alle miniature di questi non meno che il missale di
San Pietro, se ne distingue sopratutto per i colori del tutto diversi, nei quali dominano varie
note di bruno ed un celeste pallido, poco brillante, mentre le carni hanno una tinta cinerea
scura che non è mai in Nicolò, col quale sono pure in contrasto gli atteggiamenti rigidi delle
figure e la diversa modellatura dei volti e la forma delle mani. Allo stesso miniatore mi sembra
sia pure da riferirsi la miniatura a c. 203 del Mss. vat. lat. 1411 della Biblioteca Vaticana
rappresentante scene di mercato.

Di fronte a questi maestri più vecchi di lui dai quali Nicolò dovette apprendere l’arte,
egli ha il merito di avere migliorato i loro procedimenti, sopratutto per rispetto alla tecnica

Pseudo Nicolò da Bologna : Biblioteca Vaticana
Mss. vatic. lat. 1456, c. 179

da lui riportata quasi alla perfezione raggiunta dai miniatori bolognesi della fine del Duecento,
ed alla movimentazione delle figure alle quali egli, in un impetuoso desiderio di riprodurre
la naturale vivacità, ha impresso la massima nervosità, raggiunta nonostante la più assoluta
ignoranza di ogni regola di prospettiva e di buon disegno. Considerandolo sotto questo
rispetto, sopratutto nelle sue prime opere, che sono le migliori per accuratezza di lavoro
e correzione di forme, ci si può spiegare la rinomanza ed il favore goduti da quest’artista
che troppo spesso ci disgusta con il barocchismo delle composizioni e la noncuranza delle
giuste proporzioni delle cose.

Così non credo inutile dar notizia di alcune sue opere che non so gli sieno state sin
qui attribuite. Tali sono nella Biblioteca Vaticana (oltre al Mss. vat. lat. 1456, firmato e
datato 1353, già ricordato dal Carta” e dal Malaguzzi-Valeri,3 il vat. lat. 2639 pure firmato,
noto al D’Agincourt 4 ed a Woltmann e Woermann, 5 datato per altro 1376, non 1358 come

1 Malaguzzi-Valeri, / codici miniati di Nicolò da
Bologna, ecc., pag. 129.

2 Op. cit., pag. 24, nota.

3 Icodici miniatidi Nicolò di Giacomo, ecc., pag. 126.

4 Storia dell’Arte, ediz. italiana, Atlante, tav. 75,
fig- 4-7-

5 Woltmann e Woermann Geschichte der Malerei,
Leipzig, 1882, I, pag. 475.

L'Arte. X, 15.
 
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