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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 10.1907

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Fasc. 2
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Pacchioni, Guglielmo: Variazioni di motivi romanici lombardi in alcune costruzioni montanare dell'Emilia
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https://doi.org/10.11588/diglit.24152#0164

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G. PACCHIONI

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a fogliami se non che nel mezzo due testine, or cor-
rose, scolpite a tutto tondo, ci avvertono di non fidar
tanto nel tipo primitivo di ornamentazione. Coi capi-
telli si collegano quattro archetti per parte che si alli-
neano lungo la facciata e vanno a congiungersi con
due larghe lesene laterali che poggiano come le co-
lonne su lo zoccolo. Si formano così ai lati della porta
due riquadrature coronate da gli archetti e sbassate
sul resto de la facciata di una buona trentina di cen-
timetri .

Questa originale disposizione ha fatto pensare a
molti che il piccolo oratorio risalga ad un’epoca an-
teriore al Mille e precisamente alla famosa epoca caro-

prime chiese ad Alliate in Brianza e sono ancora molto
più primitive di queste di San Michele. I fregi, gli
ornamenti sono profusi con una ricchezza che prima
del Mille sarebbe parsa straordinaria : la porta con le
due colonne che la fiancheggiano ha un’apparenza
quasi monumentale e ricorda tanto la porta del Duomo
di Modena da non poter parere un puro caso ; gli ar-
chetti, que’ famosi archetti che si vuole siano imitati
dalle arcate cieche de le chiese ravennati, sono pure
adorni con uno studio non comune e alle arcate cieche
di Ravenna non so in qual maniera possano far pensare.
« Dovrà in tutto questo salutarsi il primo apparire di
nuove forme architettoniche in un piccolo oratorio di

Fig. 2 — Particolare della facciata di San Michele
di Levizzano presso Castelvetro. Modena

lingia e longobarda nella quale non saprei proprio
quali forme d’arte vivessero a l’infuori di quelle ve-
nute da Ravenna e da Roma.

Gli archetti, anziché avere lo spigolo de l’intra-
dosso ad angolo vivo lo hanno scavato da un ango-
lino rientrante occupato da ornati or ad ovoli, or a
cordone ritorto ricavati nel vivo del macigno. Il mar-
gine inferiore dell’estradosso in alcuni di essi è frap-
pato a dentellini ora appuntiti ora curvilinei (fig. 2).

Nel San Michele, insieme con i fregi a piccolo ri-
lievo e a motivi stilizzati tratti dal regno vegetale,
insieme con i vimini e le intrecciature che furono bensì
proprie del periodo pre-lombardo, ma poi nel lom-
bardo si mantennero ancora lungamente, coesistono
elementi senza dubbio romanici, e romanici de l’ultimo
periodo. Sono, ad esempio, le finestrelle a doppio
strombo che ne’ secoli vili e ix non potevano certo
praticarsi fra questi monti mentre là proprio dove lo
stile lombardo ha avuto il suo battesimo cominciano
a comparire sulla fine del secolo ix, forse in una delle

campagna o non sarà più modesto e ragionevole sup-
porre che esso venisse costruito quando quelle forme
erano divenute patrimonio comune de l’architettura
romanica? *1

Il De Rossi, in una lettera riportata dal Maestri,1 2 dice
che « l’età carlovingica dalla S. V. assegnata al mo-
numento panni assai ragionevole » ma soggiunge poco
sotto che « il fregio ornato della porta mi sembrerebbe
di stile anche migliore di quello del secolo vm e ix»
e quindi è per lui ancora più antico. Ma il De Rossi
giudicava sulle fotografie senza aver precisa cogni-
zione de’luoghi, e dalle fotografie poteva facilmente
lasciarsi trarre in errore tanto che egli suppone che
i conci debbano derivare da qualche diruta costruzione
romana, cosa che non avrebbe certo pensato vedendo
il monumento e allora si sarebbe anche accorto che
il fregio è di stile migliore di quello de’ secoli vm
e ix, non perchè sia più antico, ma perchè è molto

1 G. B. Toschi, Arti belle, in Appennino Modenese.

2 Maestri, Costruzioni medioevali de V Appennino Emiliano.
 
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