CORRIERI
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rivelano quella particolare tendenza ad attorcigliare i
capelli che è una delle caratteristiche del pittore. Pur
troppo nessuna fotografia può essere fatta durante
l’Esposizione. La pittura viene da una casa in So-
merset ed appartiene a Mr. Trollope.
Abbiamo ancora una grande composizione rappre-
sentante una Sacra Famiglia di Andrea del Sarto, non
molto piacevole ma genuino esempio dei suoi ultimi
tempi. Essa è prestata da Mr. Fairfax Murray, il
quale pure espone una bella versione della Venere
del Bellini, o della Dama alla sua toeletta, della quale
la miglior cosa è di discuterlo qui. È un ritratto di Dama
della Corte di Ludovico il Moro (fig. i), dipinto da
Ambrogio de Predis. Esso aumenta la crescente lista
delle opere di lui, ed è di speciale interesse per la somi-
glianza con la Cecilia Gallerani, di cui a me sembra di
ritrovarvi i tratti. A questo proposito è già comparso
nel Burlington Magazine un articolo nel quale la scrit-
trice miss Hewett cerca di provare che la donna è Lu-
crezia Crivelli. Tuttavia quando si confronti il ritratto
con la Suonatrice di liuto, della quale esistono tante
copie, io credo che possiamo vedervi la stessa per-
Fig. 2 — Romanino : Ritratto di vecchio
Londra, National Gallery
la Galleria di Vienna possiede una versione migliore,
debitamente firmata e datata 1515. È ben noto che
quest’ ultima fu considerata dal Morelli come opera
del Bissolo, ma io preferirei considerarla come origi-
nale del Bellini, di cui la presente pittura è una copia
di scuola, con leggiere varianti.
Abbiamo poi la bella Madonna attribuita al Botti-
celli, e prestata da Lady Wantage, la famosa Madonna
dei Candelabri, considerata da sir Charles Robinson
come l’originale di Raffaello dell’altra versione che
ora è in America, e, fra le cose minori, caratteristiche
pitture di Giampietrino, Boccaccino, Pierino del Vaga,
Paimezzano, Bernardo Daddi e altri primitivi, Cana-
letto, ecc.
Vi è inoltre un ritratto che richiede una notizia più
dettagliata; e poiché possiamo darne un’illustrazione,
sona, soltanto dipinta da Leonardo molto prima della
Dama colla faina a Cracovia.
Il ritratto attuale, che appartiene a una raccolta
irlandese, ha una fibbia, molto piccola, con una testa
di moro e le lettere L. O., chiara allusione a Lu-
dovico il Moro, di cui la Gallerani fu amante, e che
il De Predisporne pittore di corte, aveva certamente
dipinto. Il vero ritratto di Lucrezia Crivelli, di Leo-
nardo, è la cosidetta Belle Ferronìère del Louvre, e
con questa il nostro ritratto non ha nessuna somi-
glianza.
La fotografia dà un aspetto pesante e rozzo, mala
pittura è indubbiamente un originale, ed in buone
condizioni. Essa somiglia al ritratto che è ad Oldemburg,
e ricorda la famosa testa dell’Ambrosiana, rappresen-
tante Bianca Sforza, figlia naturale di Ludovico e
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rivelano quella particolare tendenza ad attorcigliare i
capelli che è una delle caratteristiche del pittore. Pur
troppo nessuna fotografia può essere fatta durante
l’Esposizione. La pittura viene da una casa in So-
merset ed appartiene a Mr. Trollope.
Abbiamo ancora una grande composizione rappre-
sentante una Sacra Famiglia di Andrea del Sarto, non
molto piacevole ma genuino esempio dei suoi ultimi
tempi. Essa è prestata da Mr. Fairfax Murray, il
quale pure espone una bella versione della Venere
del Bellini, o della Dama alla sua toeletta, della quale
la miglior cosa è di discuterlo qui. È un ritratto di Dama
della Corte di Ludovico il Moro (fig. i), dipinto da
Ambrogio de Predis. Esso aumenta la crescente lista
delle opere di lui, ed è di speciale interesse per la somi-
glianza con la Cecilia Gallerani, di cui a me sembra di
ritrovarvi i tratti. A questo proposito è già comparso
nel Burlington Magazine un articolo nel quale la scrit-
trice miss Hewett cerca di provare che la donna è Lu-
crezia Crivelli. Tuttavia quando si confronti il ritratto
con la Suonatrice di liuto, della quale esistono tante
copie, io credo che possiamo vedervi la stessa per-
Fig. 2 — Romanino : Ritratto di vecchio
Londra, National Gallery
la Galleria di Vienna possiede una versione migliore,
debitamente firmata e datata 1515. È ben noto che
quest’ ultima fu considerata dal Morelli come opera
del Bissolo, ma io preferirei considerarla come origi-
nale del Bellini, di cui la presente pittura è una copia
di scuola, con leggiere varianti.
Abbiamo poi la bella Madonna attribuita al Botti-
celli, e prestata da Lady Wantage, la famosa Madonna
dei Candelabri, considerata da sir Charles Robinson
come l’originale di Raffaello dell’altra versione che
ora è in America, e, fra le cose minori, caratteristiche
pitture di Giampietrino, Boccaccino, Pierino del Vaga,
Paimezzano, Bernardo Daddi e altri primitivi, Cana-
letto, ecc.
Vi è inoltre un ritratto che richiede una notizia più
dettagliata; e poiché possiamo darne un’illustrazione,
sona, soltanto dipinta da Leonardo molto prima della
Dama colla faina a Cracovia.
Il ritratto attuale, che appartiene a una raccolta
irlandese, ha una fibbia, molto piccola, con una testa
di moro e le lettere L. O., chiara allusione a Lu-
dovico il Moro, di cui la Gallerani fu amante, e che
il De Predisporne pittore di corte, aveva certamente
dipinto. Il vero ritratto di Lucrezia Crivelli, di Leo-
nardo, è la cosidetta Belle Ferronìère del Louvre, e
con questa il nostro ritratto non ha nessuna somi-
glianza.
La fotografia dà un aspetto pesante e rozzo, mala
pittura è indubbiamente un originale, ed in buone
condizioni. Essa somiglia al ritratto che è ad Oldemburg,
e ricorda la famosa testa dell’Ambrosiana, rappresen-
tante Bianca Sforza, figlia naturale di Ludovico e