DI ALCUNI MINIATORI LOMBARDI DELLA FINE DEL TRECENTO
un pettirosso (carte 37); in un’iniziale (carte 84 verso), di forma squisita, ritrae un orso, un
leone, una scimmia e un drago verde lumeggiato d’oro (fìg. 5); altrove (carte 151) riproduce
con tutta verità il pappagallo, la cornacchia, il picchio, il cardellino e ogni varietà d’insetti
(carte 116) posando sul margine una libellula eh’è segnata con tanta oggettiva precisione
da richiamare alla mente le miniature francesi e fiamminghe del Quattrocento. 1
Per tal modo le splendide miniature del codice, eseguite nel 1389, sebbene opera di
Fig. 4 — Milano, Biblioteca Ambrosiana. Ms. E 24 inf., cc. 193 v.
artefici diversi,2 appaiono tutte improntate cl’una stessa tendenza d’arte realistica, consona
a quella manifestata in forma più viva dal Tctccuimivi Sanitatis. Emergono fra quegli artefici
Pietro da Pavia per la sua sapiente tecnica di pittore, e il maestro che miniò la scena della
svinatura, le varie figure d’animali, la ricchissima ornamentazione, molto inspirandosi per
questa ai modelli francesi ma introducendovi anche elementi italiani.
Per simili veristiche riproduzioni di animali in 2 Con più sottili distinzioni si potrebbe arguire che
manoscritti italiani della fine del xiv secolo, cfr. spe- alla decorazione del codice abbiano collaborato anche
cialmente le miniature riprodotte in The Palaeogra- altri più mediocri artefici.
pliical Society, III, tav. 149-150.
un pettirosso (carte 37); in un’iniziale (carte 84 verso), di forma squisita, ritrae un orso, un
leone, una scimmia e un drago verde lumeggiato d’oro (fìg. 5); altrove (carte 151) riproduce
con tutta verità il pappagallo, la cornacchia, il picchio, il cardellino e ogni varietà d’insetti
(carte 116) posando sul margine una libellula eh’è segnata con tanta oggettiva precisione
da richiamare alla mente le miniature francesi e fiamminghe del Quattrocento. 1
Per tal modo le splendide miniature del codice, eseguite nel 1389, sebbene opera di
Fig. 4 — Milano, Biblioteca Ambrosiana. Ms. E 24 inf., cc. 193 v.
artefici diversi,2 appaiono tutte improntate cl’una stessa tendenza d’arte realistica, consona
a quella manifestata in forma più viva dal Tctccuimivi Sanitatis. Emergono fra quegli artefici
Pietro da Pavia per la sua sapiente tecnica di pittore, e il maestro che miniò la scena della
svinatura, le varie figure d’animali, la ricchissima ornamentazione, molto inspirandosi per
questa ai modelli francesi ma introducendovi anche elementi italiani.
Per simili veristiche riproduzioni di animali in 2 Con più sottili distinzioni si potrebbe arguire che
manoscritti italiani della fine del xiv secolo, cfr. spe- alla decorazione del codice abbiano collaborato anche
cialmente le miniature riprodotte in The Palaeogra- altri più mediocri artefici.
pliical Society, III, tav. 149-150.