FRAMMENTI DI UNA PREDELLA Df MAS ACCIO
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in alto e l’adunanza di persone in basso, come in un
insieme vasto sorpassante tutto il presente, e che ha
in sè più potenza di ogni avvenimento singolare.
L’ultimo dei nostri frammenti di predella nel Vati-
cano rappresenta la resurrezione dei tre scolari, che,
stanchi del viaggio, avevano preso alloggio da un
macellaio ed erano stati bene ospitati, ma poi nella
notte uccisi, fatti a pezzi e salati. San Nicolò soprag-
giunge, costringe il cattivo ospite e la moglie di lui
a confessare il loro delitto e richiama in vita i tre
giovani studenti fuori dalle botti in cui stavano schiac-
ad un cenno sorgono i tre giovani visibili fino alla
cintura, in atto di stupefatto rispetto ; poco lungi una
scala conduce al magazzino, dove sono attaccati lardi
e mazzi di cipolle vicino ad una pentola ed un paiuolo.
Così anche in questo quadretto la scena con edifizi
è divisa in modo che due terzi vi sono occupati dal-
l’azione principale, mentre l’altro terzo sfugge essendo
destinato ad un’aggiunta di cose secondarie; soltanto
quest’ultima parte qui si trova a destra, così che il
centro sia dell’azione che degli edifizi è a sinistra.
Paragonando questa inversione delle parti con i due
big. 2 — Masaccio: Il dono delle palle d’oro. Roma, Museo Cristiano Vaticano
ciati. La scena ha luogo nel cortile della locanda di cui
si vede nel fondo la facciata con l’impresa e strane in-
segne a sinistra e a destra della porta, traverso la quale
noi vediamo nell’interno una scala che mette al piano
superiore, una fila di finestre sopra la porta e in alto
il rosso tetto di tegole. A destra, dal margine del
quadro, sporge l’angolo di un altro edilizio con una
finestra ad inferriata, il quale nasconde per metà un
cantiniere che è occupato a versare vino da un boc-
cale di terra. Davanti alla porta stanno inginocchiati
l’ospite e la moglie, mentre il santo vescovo in so-
lenni paludamenti passa la soglia di un atrio in forma
come di rimessa, il quale si apre in sul davanti e
verso il cortile con un semplice arco elevato, ed è
chiuso ai lati. Qui sotto stanno le tre botti, dalle quali
primi quadretti della leggenda non possiamo ser-
bare alcun dubbio che la tavoletta rappresentante
questo miracolo avvenuto più tardi dovette esser col-
locata dopo quella col viaggio di mare cioè dalla parte
destra della predella e che vicino ad essa dovette tro-
varsi almeno un altro quadretto, rappresentante la
fine del racconto p. e. o la morte del santo, che qui
manca, od il miracolo dell’olio del suo sepolcro.
Comunque sia la pertinenza di questo frammento
alla predella non può essere posta in dubbio, nem-
meno nelle condizioni attuali. Le figure nude dei tre
giovani sono certamente molto ritoccate, come la faccia
ed il pastorale del vescovo ; ma il mantello rosso di
lui e la sopravveste grigiastra della donna, come an-
che l’architettura del fondo con la vista della casa sono
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in alto e l’adunanza di persone in basso, come in un
insieme vasto sorpassante tutto il presente, e che ha
in sè più potenza di ogni avvenimento singolare.
L’ultimo dei nostri frammenti di predella nel Vati-
cano rappresenta la resurrezione dei tre scolari, che,
stanchi del viaggio, avevano preso alloggio da un
macellaio ed erano stati bene ospitati, ma poi nella
notte uccisi, fatti a pezzi e salati. San Nicolò soprag-
giunge, costringe il cattivo ospite e la moglie di lui
a confessare il loro delitto e richiama in vita i tre
giovani studenti fuori dalle botti in cui stavano schiac-
ad un cenno sorgono i tre giovani visibili fino alla
cintura, in atto di stupefatto rispetto ; poco lungi una
scala conduce al magazzino, dove sono attaccati lardi
e mazzi di cipolle vicino ad una pentola ed un paiuolo.
Così anche in questo quadretto la scena con edifizi
è divisa in modo che due terzi vi sono occupati dal-
l’azione principale, mentre l’altro terzo sfugge essendo
destinato ad un’aggiunta di cose secondarie; soltanto
quest’ultima parte qui si trova a destra, così che il
centro sia dell’azione che degli edifizi è a sinistra.
Paragonando questa inversione delle parti con i due
big. 2 — Masaccio: Il dono delle palle d’oro. Roma, Museo Cristiano Vaticano
ciati. La scena ha luogo nel cortile della locanda di cui
si vede nel fondo la facciata con l’impresa e strane in-
segne a sinistra e a destra della porta, traverso la quale
noi vediamo nell’interno una scala che mette al piano
superiore, una fila di finestre sopra la porta e in alto
il rosso tetto di tegole. A destra, dal margine del
quadro, sporge l’angolo di un altro edilizio con una
finestra ad inferriata, il quale nasconde per metà un
cantiniere che è occupato a versare vino da un boc-
cale di terra. Davanti alla porta stanno inginocchiati
l’ospite e la moglie, mentre il santo vescovo in so-
lenni paludamenti passa la soglia di un atrio in forma
come di rimessa, il quale si apre in sul davanti e
verso il cortile con un semplice arco elevato, ed è
chiuso ai lati. Qui sotto stanno le tre botti, dalle quali
primi quadretti della leggenda non possiamo ser-
bare alcun dubbio che la tavoletta rappresentante
questo miracolo avvenuto più tardi dovette esser col-
locata dopo quella col viaggio di mare cioè dalla parte
destra della predella e che vicino ad essa dovette tro-
varsi almeno un altro quadretto, rappresentante la
fine del racconto p. e. o la morte del santo, che qui
manca, od il miracolo dell’olio del suo sepolcro.
Comunque sia la pertinenza di questo frammento
alla predella non può essere posta in dubbio, nem-
meno nelle condizioni attuali. Le figure nude dei tre
giovani sono certamente molto ritoccate, come la faccia
ed il pastorale del vescovo ; ma il mantello rosso di
lui e la sopravveste grigiastra della donna, come an-
che l’architettura del fondo con la vista della casa sono