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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 10.1907

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Fasc. 3
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24152#0259

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2 20

MISCELLANEA

leggenda sul lato rovescio: «Del nostro Domenico»
(v. la fig. 2). Tratto in inganno da questa iscrizione
il Bardini attribuisce l’originale in marmo, da lui
posseduto, del bassorilievo in discorso, che servì a
trarne la copia in stucco, a Domenico di Capodistria,
l’enimmatico scultore rammentato dal Filarete nel suo
Trattato d’ architettura (v. Vasari, II, 385, nota 4).
Ma la nostra scultura tradisce manifestamente lo stile
del giovane Rosselli, influenzato da Desiderio da Set-
tignano ; vi si scorge anche il tratto caratteristico nel

Fig. 3 — Domenico Rosselli : Madonna
Crefeld, Museo

panneggiamento, accennato già sopra. Ed anche l’iscri-
zione si spiega più naturalmente in favore di lui e
non di Domenico da Capodistria, se si considera che
il bassorilievo in marmo proviene da un tabernacolo
a Vitolini, piccolo paese presso Vinci, borgo che
apparteneva al territorio di Pistoia, donde sappiamo
essere oriundo il Rosselli.

Se le opere fin qui enumerate ebbero, secondo la
nostra opinione, origine negli anni giovanili del nostro
eroe, quelle che ora andiamo a registrare, furono lavo-
rate dopo ch’egli si era trasferito nel ducato di Urbino.
In esse si manifesta uno stile più maturo, più indi-
viduale, meno dipendente dei modelli fiorentini che
seguì nelle sue prime sculture.

L’anteriore dei lavori di questa seconda epoca ci
pare un bassorilievo della Madonna in pietra Cesana
(che come si sa proviene dalle cave vicino ad Urbino),

alto 33 72, largo 25 cm. Fu acquistato, anni fa, a
Roma dal signor Adolfo di Beckerath, ben noto dilet-
tante di Berlino, e da lui nel 1899 ceduto al Museo
di Crefeld nella Prussia renana. L’aggiunta figura 3
ci dispensa di farne la descrizione ; vorremmo soltanto
accennar all’analogia strettissima nell’attitudine del
Bambino nel nostro bassorilievo e nell’ancona di Fos-
sombrone. C’è molta somiglianza in ambedue le opere
anche nel panneggiamento della Madonna, mentre
l’attitudine di quella di Fossombrone è più rigida,
la sua espressione più solenne. Noi la riteniamo poste-
riore di qualche anno al bassorilievo di Crefeld. Questo
serba ancora tracce della policromia e doratura sua
originale: la veste della Vergine era di color rosso,
il manto bleu, il velo bianco, i capelli della madre
e del figlio e le aureole erano dorate, il fondo era di
color rossobruno, incorniciato da un listello dorato.
Benché l’opera mostri ancora non lievi mancamenti,
quali sarebbero la straordinaria grandezza della testa
della Vergine e il modellato rozzo della sua destra,
l’attitudine ne è già piena di grazia, un po’ inceppata,
sì, ma che le dà molta attrazione, e l’espressione n’è
finemente sentita. Nella figura del Bambino, poi, dif-
ficilmente si potrebbe trovar qualcosa da riprendere.

Più perfetta ancora in ogni riguardo, ma nel motivo
del tutto somigliante alla precedente, è la Madonna
di un bassorilievo in marmo (44 cm. alto, 32 largo)
racchiuso in una cornice di legno, dipinta e dorata,
a guisa di tabernacoletto (v. la fig. 4). Per noi è la
creazione più squisita del Rosselli fra quante ne cono-
sciamo ; solo il Bambino ha meno grazia di quello
della Madonna di Crefeld. Il nostro bassorilievo si
trovava fino al 1901 nel possesso del sig. Stefano Bar-
dini, che però non ci potè rischiarare circa la sua
provenienza e il suo possessore attuale. Forse qual-
cheduno dei lettori potrà supplire alla nostra igno-
ranza.

Una terza Madonna col Bambino in marmo (cm. 35
alta, 25 larga) in un’antica cornice di legno, somigliante
nel motivo e nell’esecuzione alle due precedenti, all’ec-
cezione del Bambino che qui sta ritto sul ginocchio
sinistro della madre, si trova nella raccolta del prin-
cipe Liechtenstein a Vienna. Fu acquistata nel 1901
dall’antiquario Brauer di Firenze ; la sua provenienza
s’ignora.

Nel Museo imperiale di Berlino si conserva un’altra
Madonna di mezza figura, ritta col Bambino, che sta
in piedi sopra un cuscino al suo lato sinistro. È di
bassorilievo, in marmo, alta 38, larga 24 cm. e fu
acquistata nel 1841 a Venezia colla raccolta Pajaro.
In conseguenza di questa circostanza, forse, nel cata-
logo delle sculture del Museo, stampato nel 1888, dove
è registrata sotto il numero 185, e dove se ne vede
anche la riproduzione, viene attribuita a « un maestro
veneziano ». Ma raffrontandola alle opere soprade-
scritte del Rosselli, non può consistere alcun dubbio
 
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