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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 10.1907

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Fasc. 3
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Corrieri
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https://doi.org/10.11588/diglit.24152#0269

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CORRIERI

tivi comuni agli artisti del 500 non copiò, volle dar
loro un’impronta caratteristica, volle che dalla sua
mano guidata da ricca fantasia ne balzasse l’opera
nuova.

Gli smalti sono poco spessi, come in genere nelle
maioliche di Deruta ; sul fondo delle mattonelle a croce
regna molto il bleu scuro, che si avvicina al tipo faen-
tino, mentre che le figure sono quasi sempre deli-
neate in bleu chiaro, ombreggiate in giallo e rifinite
con i più svariati colori. I vasai derutesi adunque
non solamente furono insuperati nell’abilità dei riflessi

Maiolica (sec. xvi). Deruta, Museo Comunale

aurei, ma raggiunsero uno dei primi posti anche nella
tecnica dei più svariati colori.

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Le cornici che rifiniscono il pavimento sono due:
una esterna, l’altra interna, contornate da un’iscrizione.

Tre mattonelle della cornice esterna rimangono per-
fettamente conservate e notiamo, risaltanti sul fondo
bleu scuro un calice, da cui escon fuori delle foglie;
una mano che stringe un nastro, con cui sono legate
foglie di quercia e grappoli d’uva; una testa di an-
gelo con sotto un teschio ed una targa, dove è scritto
in numeri arabi 1524. — La cornice interna è formata
da mattonelle riquadrate da una fascia verde ed adorne
da un comune motivo di decorazione in giallo su fondo
bleu. — L’iscrizione è a caratteri romani e le lettere
sono dipinte in bleu di mezza tinta sul fondo bianco.
Si è potuta ricostruire da alcuni pezzi la parola in-
grederis.

Ciò che maggiormente richiama La nostra atten-
zione sono le mattonelle del centro, le quali, come
già dicemmo, sono a croce ed a stella, e raggiungono
la dimensione di 22 cm. Le prime portano gli orna-
menti, le seconde le figure.

Quelli ci offrono grande varietà di motivi : vi sono
cordoni gialli annodati ed intrecciati fra loro, come
in alcune mattonelle della Cappella di San Sebastiano
di Bologna; altri rappresentano fogliami, boccinoli,
fiori che partono dal centro delle crociere, dove risalta
o un vaso, o una testina di angelo, od un profilo
di donna, od un teschio con funebre iscrizione. Il fondo
è bleu scuro, i disegni in maggioranza sono in bianco,
alcuni a colori, altri richiamano lo stile cafaggiolesco.

Nelle mattonelle a stella distinguiamo soggetti sva-
riatissimi, sia mitologici, sia mistici ed allegorici.

Tre Sibille rimangono perfettamente conservate: la
Eritrea, la Persica e la Cumana. Ritte in piedi, av-
volte da veste ed ammanti che celano le linee cor-
poree, tengono nella destra od un libro od uno specchio
e nella sinistra dei nastri svolazzanti, in cui sono scritti
caratteri romani responsi sibillini. La Persica porta
un velo che ne ricopre la fronte, ne riquadra la faccia
e scende sul petto e sulle spalle ; colla sinistra mano
sorregge un nastro, in cui leggesi : EGCE • BESTIAM •
CHONCHULCHABERIS • ET • GIGNETUR • 130-
MINUS • IN • BE - SIBILLA • PERSICA.

L’atteggiamento quasi direi monacale di questa
Sibilla contrasta con la fine eleganza di Tersicore ed
Urania. La prima succinta ai fianchi, con i capelli
ordinati da un nastro e filmiti sulle spalle, con il collo
scoperto ed i piedi nudi tiene nelle mani un violino,
mentre Urania, che per leggiadria della persona, ele-
ganza della veste e delle movenze, perfezione di pro-
filo può gareggiare con la precedente, ha sopra a sè
un disco rosso, il sole, fondamento della scienza astro-
nomica, cui la musa presiede.

Marte con magnifico elmo sormontato da un drago,
con lineamenti muscolosi e robusti, con corazza al
petto, cinta verde ai fianchi, in attitudine guerresca
sostiene a sinistra uno scudo, impugna con la destra
una spada; mentre Giove, avvolto da ammanto, sco-
perto in testa tiene in una mano la lancia e stringe
con la destra alzata una lingua di fuoco. Il Sole è
rappresentato da un gran mascherone circondato da
una raggiera di luce e trasportato da una coppia di
destrieri, guidati dall’auriga Apollo, che assiso sopra
il sole frena con le redini la loro fuga vertiginosa.
L’auriga indossa una semplice tunica svolazzante, ha
le chiome sciolte al vento, nude le braccia e le gambe.
Venere nuda, con i capelli cinti da una tenia sottile,
ha una freccia nella sinistra, mentre sorregge sulla
palma della mano.destra un piccol Cupido, fanciullo
scherzevole, munito di arco e di treccie. Costituisce
una vera opera d’arte per la originalità del concetto
e per la grazia che l’artista v’ infuse. Queste figure
 
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