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L'ACHEROPITA OSSIA L'IMMAGINE DEL SALVATORE
libro il calamo, attributo del tutto inusitato. I suoi abiti sono identici a quelli del Salvatore
e ritornano anche nella figura di San Giacomo, mentre il Battista ha una .tunica molto più
corta. Il modo onde è trattato il pallio, rivela nell’artista una grande conoscenza dei monu-
menti classici; cosa che g'ii fa evitare la monotonia. Nella figura di San Paolo il manto è
per due terzi così spiegato da rassembrare una penula ; in Giacomo e nel Salvatore un
piccolo lembo è portato sulla spalla, nel Battista svolazza. Per contrario la tunica villosa del
Battista manifesta l’influsso del tempo : essa appena si differenzia dalla cotta di maglia d’un
cavaliere medioevale.
Nei due campi superiori si svolge la scena dell’Annunziazione. Maria siede sopra un
trono prospetticamente sbagliato, il quale rassomiglia ad un cassabanco con spalliera e pre-
della; essa ha le mani giunte e guarda pietosamente l’angelo che inginocchiato e col gesto
oratorio espone il divino messaggio. L’abito della Vergine è il solito. L’angelo porta soltanto
l'alba e in luogo del pallio ha una stola incrociata sul petto e annodata dietro le reni.
Ogni figura è posta sotto un arco corso da un ornato ad archetti gotici. La fronte di
Figg. 22 a 27 — Uccelli in argento a sbalzo
ogni arco è decorata con acanti stilizzati che ritornano anche sulla spalliera del trono della
Vergine. Poco estetici sono i piccoli nimbi che l’artista ha lavorati a parte e poi saldati al
loro luogo.1 Quello del Salvatore manca della croce ed è perciò che Marangoni ed altri vi
riconobbero, a torto, San Pietro.
I rilievi hanno un modesto valore ; le teste sono prive di espressione e sproporziona-
tamente grandi, laddove le mani sono per lo più addirittura minuscole. Tali errori danno tanto
più nell’occhio in quanto che contrastano con la notata profonda conoscenza del vestiario ; ma
non possono sorprendere presso artisti mediocri, specialmente quando l’oreficeria non aveva
ancor fatto grandi progressi a Roma.
E) Ritratto d’una donatrice.
Malgrado la sua custodia, l’Acheropita venne derubata, come sopra avvertimmo, di alcuni
gioielli al tempo di Martino V (1417-1431). Questo furto sembra essere stato causa di nuovi
ornamenti, poiché a quel tempo dovrebbe appartenere il nimbo attuale del Salvatore.2 È di
1 Tali nimbi sono frequenti in quell’epoca. 2 Vedi fig. 8 alla pag. 13.
L’Arte. X, 33.
L'ACHEROPITA OSSIA L'IMMAGINE DEL SALVATORE
libro il calamo, attributo del tutto inusitato. I suoi abiti sono identici a quelli del Salvatore
e ritornano anche nella figura di San Giacomo, mentre il Battista ha una .tunica molto più
corta. Il modo onde è trattato il pallio, rivela nell’artista una grande conoscenza dei monu-
menti classici; cosa che g'ii fa evitare la monotonia. Nella figura di San Paolo il manto è
per due terzi così spiegato da rassembrare una penula ; in Giacomo e nel Salvatore un
piccolo lembo è portato sulla spalla, nel Battista svolazza. Per contrario la tunica villosa del
Battista manifesta l’influsso del tempo : essa appena si differenzia dalla cotta di maglia d’un
cavaliere medioevale.
Nei due campi superiori si svolge la scena dell’Annunziazione. Maria siede sopra un
trono prospetticamente sbagliato, il quale rassomiglia ad un cassabanco con spalliera e pre-
della; essa ha le mani giunte e guarda pietosamente l’angelo che inginocchiato e col gesto
oratorio espone il divino messaggio. L’abito della Vergine è il solito. L’angelo porta soltanto
l'alba e in luogo del pallio ha una stola incrociata sul petto e annodata dietro le reni.
Ogni figura è posta sotto un arco corso da un ornato ad archetti gotici. La fronte di
Figg. 22 a 27 — Uccelli in argento a sbalzo
ogni arco è decorata con acanti stilizzati che ritornano anche sulla spalliera del trono della
Vergine. Poco estetici sono i piccoli nimbi che l’artista ha lavorati a parte e poi saldati al
loro luogo.1 Quello del Salvatore manca della croce ed è perciò che Marangoni ed altri vi
riconobbero, a torto, San Pietro.
I rilievi hanno un modesto valore ; le teste sono prive di espressione e sproporziona-
tamente grandi, laddove le mani sono per lo più addirittura minuscole. Tali errori danno tanto
più nell’occhio in quanto che contrastano con la notata profonda conoscenza del vestiario ; ma
non possono sorprendere presso artisti mediocri, specialmente quando l’oreficeria non aveva
ancor fatto grandi progressi a Roma.
E) Ritratto d’una donatrice.
Malgrado la sua custodia, l’Acheropita venne derubata, come sopra avvertimmo, di alcuni
gioielli al tempo di Martino V (1417-1431). Questo furto sembra essere stato causa di nuovi
ornamenti, poiché a quel tempo dovrebbe appartenere il nimbo attuale del Salvatore.2 È di
1 Tali nimbi sono frequenti in quell’epoca. 2 Vedi fig. 8 alla pag. 13.
L’Arte. X, 33.