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LUIGI SERRA
ingegno, ma più tosto l’assiduità del suo studio che non intermise mai, il facesse arrivare
a quel segno di perfezione, alla quale pervenne »; il Malvasia 1 presenta l’istessa incer-
tezza di giudizio, poiché mentre dice2 ch’egli trascese «tutti i numeri dell’ultima eccellenza»
scrive d’altra parte 3 che non ebbe gran risoluzione e facilità, benché fosse più espressivo
negli affetti, più ferace nelle invenzioni e più erudito del Reni; il Bellori4 ha un giudizio
costantemente favorevole: «gli altri pittori si vantino pure della facilità, della grazia, del
colorito e dell’altre lodi della pittura, che a lui toccò la gloria maggiore di linear gli animi
e colorir la vita». Parecchi artisti di valore, inoltre, lodarono le opere del Domenichino.
Correggio: La Madonna della Scodella. Parma, Pinacoteca
(Fotografia Alinari)
Ludovico ed Annibaie Carracci — tutti gli scrittori mentovati lo affermano — lo stimarono
ed amarono, e Annibaie ad Antonio figlio di Lodovico che chiamava lo Zampieri un bue,
ebbe a dire 5 che quel bue arava un terreno fertilissimo che avrebbe un giorno nutrito la
pittura; il Poussin e il Sacchi consideravano 6 le più belle cose mai dipinte la Trasfigura-
zione di Raffaello e la Comunione di San Gerolamo del Domenichino; e il Reni, 7 che
pur fu rivale del Domenichino, stimava il Martirio di Sani Agnese dieci volte migliore delle
5 Bellori, op. cit., pag. 173.
6 Id. id., pag. 185.
7 Lanzi, Storia pittorica, Bassano, pag. 1795-96,
II, pag. 95.
1 Felsina pittrice, Bologna, 1678.
2 Pag. 340.
3 Pag. 309.
4 Op. cit., pag. 171.
LUIGI SERRA
ingegno, ma più tosto l’assiduità del suo studio che non intermise mai, il facesse arrivare
a quel segno di perfezione, alla quale pervenne »; il Malvasia 1 presenta l’istessa incer-
tezza di giudizio, poiché mentre dice2 ch’egli trascese «tutti i numeri dell’ultima eccellenza»
scrive d’altra parte 3 che non ebbe gran risoluzione e facilità, benché fosse più espressivo
negli affetti, più ferace nelle invenzioni e più erudito del Reni; il Bellori4 ha un giudizio
costantemente favorevole: «gli altri pittori si vantino pure della facilità, della grazia, del
colorito e dell’altre lodi della pittura, che a lui toccò la gloria maggiore di linear gli animi
e colorir la vita». Parecchi artisti di valore, inoltre, lodarono le opere del Domenichino.
Correggio: La Madonna della Scodella. Parma, Pinacoteca
(Fotografia Alinari)
Ludovico ed Annibaie Carracci — tutti gli scrittori mentovati lo affermano — lo stimarono
ed amarono, e Annibaie ad Antonio figlio di Lodovico che chiamava lo Zampieri un bue,
ebbe a dire 5 che quel bue arava un terreno fertilissimo che avrebbe un giorno nutrito la
pittura; il Poussin e il Sacchi consideravano 6 le più belle cose mai dipinte la Trasfigura-
zione di Raffaello e la Comunione di San Gerolamo del Domenichino; e il Reni, 7 che
pur fu rivale del Domenichino, stimava il Martirio di Sani Agnese dieci volte migliore delle
5 Bellori, op. cit., pag. 173.
6 Id. id., pag. 185.
7 Lanzi, Storia pittorica, Bassano, pag. 1795-96,
II, pag. 95.
1 Felsina pittrice, Bologna, 1678.
2 Pag. 340.
3 Pag. 309.
4 Op. cit., pag. 171.