368
ÉNRICO BRUNELLt
Sulla stessa tavoletta, ov’è la figura ora descritta, una lunga e sgrammaticata iscrizione,
mista di parole sarde, spagnole e latine, indica i committenti dell’opera e la data 1515. 1
Quivi pure, sovra un cartellino, è la firma dell’autore — IOANÉS M | VRV ME PINS ] IT —.
Si riferiscono la firma e la data alla predella
soltanto o all’opera intera ?
Le ineguaglianze dell’esecuzione potrebbero
sulle prime destar qualche dubbio in proposito ;
ma in tutte le parti dell’opera, a ben conside-
rarle, si manifesta una così evidente impronta
di unità e di contemporaneità che se ne deb-
bono attribuire insieme e il merito e il demerito
esclusivo al Muru e alla sua bottega. A quegli
scomparti dell’ancona che potevano esser esa
minati da presso, attese il maestro ricercando
grazia e finezza; per il resto si preoccupò sol-
tanto dell’ effetto decorativo e probabilmente
abbandonò parte dell’esecuzione a qualche me-
schino aiuto.
Accanto all’opera, varia per interesse e per
merito, del pittore, si esplica nell’ancona d’Ar-
dara, interessantissima, mirabile senza riserve
e senza distinzioni, l’opera dell’intagliatore. Co-
munque si apprezzino le pitture del Muru (che
furono sinora oggetto di troppo alte lodi o di
eccessivo dispregio), non è possibile non rico-
noscere che, anche nelle parti migliori, esse
non sono degne delle loro cornici. Queste, nella
perfezione tecnica dei ricchi e armoniosi fregi
di gotico fiorito, si annunciano come il prodotto
palese di una tradizione artistica continuata e
vigorosa; ed è infatti possibile affermare,
sebbene non sia possibile portarne frequenti
esempi, che alcune arti industriali furono particolarmente in fiore nell’isola durante i se-
coli XV e XVI e raggiunsero nella storia artistica locale un’importanza, quale non ebbero le
arti maggiori. 2
Schema dell’ancona dell’altar maggiore
Ardara, Chiesa di Santa Maria del Regno
op. cit., pag. 55-69. — Qui, a complemento del cenno,
dato nel testo, si indicano i soggetti espressi nei di-
versi scomparti, in corrispondenza coi numeri segnati
nella tavola che riproduce l’ancona, nelle sue linee
generali :
1. Statua della Vergine del Regno — 2. Natività
di Maria Vergine — 3. Annunciazione — 4. Natività
di Cristo — 5. Adorazione dei Magi — 6. Risurre-
zione — 7. Ascensione -• 8. Discesa dello Spirito
Santo — 9. Morte della Vergine — io. Cristo morto
— 11. San Martino — 12. Santo Stefano — 13. San Ni-
cola — 14. San Damiano (? - secondo Spano e Costa,
ritratto del Muru) — 15. San Cosimo (?- secondo
Spano e Costa, San Gennaro o San Genuario) —
16. San Gavino — 17. San Pietro —- 18. San Paolo
— 19. Davide — 20. Mosè — 21. Daniele — 22. Amos
— 23. Gioele — 24. San Giovanni Battista — 25. Ma-
lachia — 26. Baruch — 27. Sant’Antonio — 28. Isaia
— 29. Geremia — 30. Zaccaria — 31. Abramo —
32. Salomone.
1 Su questa data (segnata M V x v) il Costa (op. cit.,
pag. 84 e 99) esprime sospetti che non mi sembrano
abbastanza giustificati. Potrebbe al più sorgere qualche
incertezza sulla quarta cifra, di una forma che per
vero risponde molto vagamente a quella del v corsivo
minuscolo. Ma in ogni caso la data dell’opera andrebbe
sempre ristretta fra gli anni 1510-19.
2 Ciò è a dire specialmente per la scultura in legno
nelle sue varie forme e per l’oreficeria (circa quest’ul-
tima cfr. L’Arte, a. X, pag. 47-52).
Accanto alle botteghe donde uscivano le cornici
gotiche delle ancone, ebbero certamente esistenza fio-
rente le botteghe ove eran prodotti i simulacri in
legno, dorati e colorati, con arte semplice, spesso
ÉNRICO BRUNELLt
Sulla stessa tavoletta, ov’è la figura ora descritta, una lunga e sgrammaticata iscrizione,
mista di parole sarde, spagnole e latine, indica i committenti dell’opera e la data 1515. 1
Quivi pure, sovra un cartellino, è la firma dell’autore — IOANÉS M | VRV ME PINS ] IT —.
Si riferiscono la firma e la data alla predella
soltanto o all’opera intera ?
Le ineguaglianze dell’esecuzione potrebbero
sulle prime destar qualche dubbio in proposito ;
ma in tutte le parti dell’opera, a ben conside-
rarle, si manifesta una così evidente impronta
di unità e di contemporaneità che se ne deb-
bono attribuire insieme e il merito e il demerito
esclusivo al Muru e alla sua bottega. A quegli
scomparti dell’ancona che potevano esser esa
minati da presso, attese il maestro ricercando
grazia e finezza; per il resto si preoccupò sol-
tanto dell’ effetto decorativo e probabilmente
abbandonò parte dell’esecuzione a qualche me-
schino aiuto.
Accanto all’opera, varia per interesse e per
merito, del pittore, si esplica nell’ancona d’Ar-
dara, interessantissima, mirabile senza riserve
e senza distinzioni, l’opera dell’intagliatore. Co-
munque si apprezzino le pitture del Muru (che
furono sinora oggetto di troppo alte lodi o di
eccessivo dispregio), non è possibile non rico-
noscere che, anche nelle parti migliori, esse
non sono degne delle loro cornici. Queste, nella
perfezione tecnica dei ricchi e armoniosi fregi
di gotico fiorito, si annunciano come il prodotto
palese di una tradizione artistica continuata e
vigorosa; ed è infatti possibile affermare,
sebbene non sia possibile portarne frequenti
esempi, che alcune arti industriali furono particolarmente in fiore nell’isola durante i se-
coli XV e XVI e raggiunsero nella storia artistica locale un’importanza, quale non ebbero le
arti maggiori. 2
Schema dell’ancona dell’altar maggiore
Ardara, Chiesa di Santa Maria del Regno
op. cit., pag. 55-69. — Qui, a complemento del cenno,
dato nel testo, si indicano i soggetti espressi nei di-
versi scomparti, in corrispondenza coi numeri segnati
nella tavola che riproduce l’ancona, nelle sue linee
generali :
1. Statua della Vergine del Regno — 2. Natività
di Maria Vergine — 3. Annunciazione — 4. Natività
di Cristo — 5. Adorazione dei Magi — 6. Risurre-
zione — 7. Ascensione -• 8. Discesa dello Spirito
Santo — 9. Morte della Vergine — io. Cristo morto
— 11. San Martino — 12. Santo Stefano — 13. San Ni-
cola — 14. San Damiano (? - secondo Spano e Costa,
ritratto del Muru) — 15. San Cosimo (?- secondo
Spano e Costa, San Gennaro o San Genuario) —
16. San Gavino — 17. San Pietro —- 18. San Paolo
— 19. Davide — 20. Mosè — 21. Daniele — 22. Amos
— 23. Gioele — 24. San Giovanni Battista — 25. Ma-
lachia — 26. Baruch — 27. Sant’Antonio — 28. Isaia
— 29. Geremia — 30. Zaccaria — 31. Abramo —
32. Salomone.
1 Su questa data (segnata M V x v) il Costa (op. cit.,
pag. 84 e 99) esprime sospetti che non mi sembrano
abbastanza giustificati. Potrebbe al più sorgere qualche
incertezza sulla quarta cifra, di una forma che per
vero risponde molto vagamente a quella del v corsivo
minuscolo. Ma in ogni caso la data dell’opera andrebbe
sempre ristretta fra gli anni 1510-19.
2 Ciò è a dire specialmente per la scultura in legno
nelle sue varie forme e per l’oreficeria (circa quest’ul-
tima cfr. L’Arte, a. X, pag. 47-52).
Accanto alle botteghe donde uscivano le cornici
gotiche delle ancone, ebbero certamente esistenza fio-
rente le botteghe ove eran prodotti i simulacri in
legno, dorati e colorati, con arte semplice, spesso