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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 10.1907

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Fasc. 5
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24152#0416

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374

MISCELLANEA

stretto a stabilire, per quest’ultima la data più remota
che gli concedono i suoi documenti, cioè invece del
1499 piuttosto il 1497, ovvero il 1496.

Martin Wackernagel.

Un disegno di Stefano da Zevio nel British
Museum. — Fra i disegni non montati di minore im-
portanza che non sono amalgamati colle serie regolari
dei disegni italiani nel British Museum, io ho recen-
temente trovato un piccolo ma interessante foglio con
degli studi che sono indubbiamente della mano che
ora è generalmente ritenuta per quella di Stefano da

Zevio. Da un lato (che è quello riprodotto) contiene
tre figure femminili : a sinistra una donna seduta,
vista a mezza figura, con un fanciullo in collo; nel
fronte a destra è leggermente segnato il busto di una
donna che appoggia la testa sopra il braccio sinistro,
addormentata; nel fondo la testa di un’altra donna;
in basso l’iscrizione: giudicare bene l’altra parte dan..,

A tergo due piccoli studi : le gambe di due persone
ripiegate, tagliate fuori sopra i ginocchi dal margine
sinistro; e soora il collo e la spalla di un altro busto
(la testa del quale è tagliata via): esso porta l’iscri-
zione : con la vertù se tu vuoi poter di più.

Il disegno che viene dalla Collezione Sloane(5227-12),
misura 125 X 120 mm- q. ed è eseguito a penna e
bistro.

Dall’ iscrizione sembrerebbe che il disegno conte-
nesse studi per qualche grande composizione allego-
rica. Per un disegno del periodo al quale esso deve
appartenere (cioè del secondo quarto del Quattrocento),
vi è un sentimento mirabilmente naturale ed intimo
nella madre e nel figlio, ed un realismo quasi mo-

derno nella figura pesantemente addormentata a de-
stra, Inoltre vi è una libertà nel modo di tratteggiare
e di ombreggiare, tanto che l’ombra sola rende tal-
volta superfluo il contorno, che è in contrasto con
un disegno così primitivo. Esso è tuttavia indubbia-
mente della stessa mano di un disegno esistente a
Dresda che è riprodotto dal Frizzoni nel L’Arte (IV,
pag. 238).

Ambedue gli esemplari mostrano la stessa maniera
del tratteggiare, lo stesso tipo dei volti, le palpebre
pesanti, la bocca larga, le dita lunghe, sottili, simili
ad artigli, e il naso appuntato sempre disegnato de-
cisamente di profilo. La dicitura manoscritta nel di-

segno di Dresda non è abbastanza marcata da impu-
gnare l’identità del loro autore. Nelle forme allungate,
nel tipo dei volti, negli occhi, nel naso e nelle dita,
ambedue i disegni hanno evidentemente relazione con
l’Adorazione di Brera, una delle opere sicure di Ste-
fano da Zevio. Un disegno nella raccolta Vallardi
(n. 2541, fol. 175 verso) che è stato messo in rela-
zione con la figura della Vergine nella pittura mila-
nese (vedi E. F. Hill, Pisanello, Londra, 1906, pa-
gina 18, nota) non sembra realmente essere così
strettamente connesso colla pittura nei dettagli del
volto e della figura come lo sono i disegni del British
Museum e di Dresda1 È probabile tuttavia che le ca-
ratteristiche originali del disegno di Parigi siano per-
dute, essendo stato ripassato ad inchiostro da una
mano posteriore. A. M. Hind.

Una stampa non descritta di Benedetto Mon-

tagna. — Sfogliando i numerosi volumi di stampe
miscellanee nella Biblioteca Vaticana, l’anno scorso io
ebbi la fortuna di trovare una interessante incisione,

Stefano da Zevio: Tre donne e un bambino
Londra, British Museum
 
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