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MISCELLANEA
Bronzi nel Museo comunale di Trento. — In
questo Museo vi sono parecchi bronzi notevoli, anche
perchè, diremo cosi, nati sul luogo. Vi sono due sec-
chielli provenienti dalla collezione di mons. G. B. Za-
nella. Il primo di 2i cent, di diametro ha una grande
orlatura a meandri intrecciati intorno al labbro, una
cornice al disotto, dalla quale pendono festoni che si
uniscono intorno a mascherette: dalle labbra di queste
pendono ora ciocche di frutta, ora l’impresa del Clesio,
vescovo cardinale di Trento, cioè un fascio di verghe
riunite con il motto UNITAS (fig. i). Animali, puttini,
trofei riempiono i campi del secchiello. Non manca il
busto del Cardinale, ed anche una composizione di
Orfeo che suona il liuto. Il secondo secchiello di
cent. 19 di diametro era pur esso
originariamente nel Castello del Buon
Consiglio, poi passò nella collezione
di mons. Zanella (fig. 2). Nell’orla-
tura sotto i labbri girano festoni che
si congiungono anche a bucrani.
Sotto la fascia, volgonsi altri mag-
giori festoni, ora tenuti da masche-
rette, tutte simili a quelle del sec-
chietto precedente, ora dalle volute
d’un pilastrino. Ne’ campi rimasti
vuoti, è figurato il Giudizio di Pa-
ride, genietti reggenti uno stemma,
e un trionfo. Il manico del secchiello
di ferro si innesta da due lati a teste
muliebri, orecchioni del vaso.
Anche parecchi campanelli di
bronzo si conservano nel Museo co-
munale di Trento: uno ha per ma-
nico una Venere sopra un delfino,
un secondo è sormontato da un
amorino, un terzo mostra nella campana due genietti
che sostengono uno stemma traversato da una banda
entro cui è una stella. Il primo ha più corrispondenze,
insieme con quello che riproduciamo (fig. 3), con
l’arte dei due secchielli, tanto da
farli supporre tutti usciti dalla stessa
bottega d’artista. Un fregietto co-
rona l’alto del campanello, e al di-
sotto si stendono festoni. Si ag-
giunga che il campanello qui ripro-
dotto reca sullo stemma l’aquila di
Trento.
Ma ben più singolari sono due
battenti di bronzo nel Museo. Uno
rappresenta un leone sormontato da
un amorino (fig. 4). Trovavasi origi-
nariamente su di una porta interna
del Castello del Buon Consiglio,
poi passò nella collezione di monsi-
gnor Zanella, e fu quindi acquistato
dal municipio di Trento. L’altro
battente figura due leoni, e, seduto
in mezzo ad essi, forse Daniele pro-
feta (fig. 5). Tutto fa credere che
anche questo provenga dal Castello
del Buon Consiglio, poiché è noto che due leoni for-
mavano l’arma gentilizia dei Clesio, e che il Cardinal
Bernardo, vescovo di Trento, fabbricò la parte nuova
di quel Castello.
Ora al tempo del vescovo cardinale un solo ar-
tista si trova a Trento, scultore in marmo e fon-
ditore di bronzi, al quale si possano attribuire questi
così eleganti e ricchi. Noi pensiamo a Vincenzo
Vicentino che si rivela in una esuberanza di motivi
decorativi e mitologici, nella tribuna di Santa Maria
Fig. 2. — Trento, Museo comunale. Secchiello di bronzo
MISCELLANEA
Bronzi nel Museo comunale di Trento. — In
questo Museo vi sono parecchi bronzi notevoli, anche
perchè, diremo cosi, nati sul luogo. Vi sono due sec-
chielli provenienti dalla collezione di mons. G. B. Za-
nella. Il primo di 2i cent, di diametro ha una grande
orlatura a meandri intrecciati intorno al labbro, una
cornice al disotto, dalla quale pendono festoni che si
uniscono intorno a mascherette: dalle labbra di queste
pendono ora ciocche di frutta, ora l’impresa del Clesio,
vescovo cardinale di Trento, cioè un fascio di verghe
riunite con il motto UNITAS (fig. i). Animali, puttini,
trofei riempiono i campi del secchiello. Non manca il
busto del Cardinale, ed anche una composizione di
Orfeo che suona il liuto. Il secondo secchiello di
cent. 19 di diametro era pur esso
originariamente nel Castello del Buon
Consiglio, poi passò nella collezione
di mons. Zanella (fig. 2). Nell’orla-
tura sotto i labbri girano festoni che
si congiungono anche a bucrani.
Sotto la fascia, volgonsi altri mag-
giori festoni, ora tenuti da masche-
rette, tutte simili a quelle del sec-
chietto precedente, ora dalle volute
d’un pilastrino. Ne’ campi rimasti
vuoti, è figurato il Giudizio di Pa-
ride, genietti reggenti uno stemma,
e un trionfo. Il manico del secchiello
di ferro si innesta da due lati a teste
muliebri, orecchioni del vaso.
Anche parecchi campanelli di
bronzo si conservano nel Museo co-
munale di Trento: uno ha per ma-
nico una Venere sopra un delfino,
un secondo è sormontato da un
amorino, un terzo mostra nella campana due genietti
che sostengono uno stemma traversato da una banda
entro cui è una stella. Il primo ha più corrispondenze,
insieme con quello che riproduciamo (fig. 3), con
l’arte dei due secchielli, tanto da
farli supporre tutti usciti dalla stessa
bottega d’artista. Un fregietto co-
rona l’alto del campanello, e al di-
sotto si stendono festoni. Si ag-
giunga che il campanello qui ripro-
dotto reca sullo stemma l’aquila di
Trento.
Ma ben più singolari sono due
battenti di bronzo nel Museo. Uno
rappresenta un leone sormontato da
un amorino (fig. 4). Trovavasi origi-
nariamente su di una porta interna
del Castello del Buon Consiglio,
poi passò nella collezione di monsi-
gnor Zanella, e fu quindi acquistato
dal municipio di Trento. L’altro
battente figura due leoni, e, seduto
in mezzo ad essi, forse Daniele pro-
feta (fig. 5). Tutto fa credere che
anche questo provenga dal Castello
del Buon Consiglio, poiché è noto che due leoni for-
mavano l’arma gentilizia dei Clesio, e che il Cardinal
Bernardo, vescovo di Trento, fabbricò la parte nuova
di quel Castello.
Ora al tempo del vescovo cardinale un solo ar-
tista si trova a Trento, scultore in marmo e fon-
ditore di bronzi, al quale si possano attribuire questi
così eleganti e ricchi. Noi pensiamo a Vincenzo
Vicentino che si rivela in una esuberanza di motivi
decorativi e mitologici, nella tribuna di Santa Maria
Fig. 2. — Trento, Museo comunale. Secchiello di bronzo