ARDUINO COI ASAN TI
416
bene visibile nel San Girolamo della collezione Fornari, ed è elemento che rafforza e con-
ferma le ragioni stilistiche desunte dal confronto con lo stendardo della chiesa di Genga,
per attribuire ad Antonio di ser Agostino le due figure in cui il medesimo santo apparisce
rappresentato in abito episcopale. La tavola dell’Accademia di belle arti di Ravenna è in
migliori condizioni di quella di Napoli, pur tuttavia neppure qui è possibile leggere l’iscri-
zione col nome del Santo, di cui si vedono traccie sul fondo dorato dell’aureola, nell’uno
e nell’altro dipinto.
Ma l’identità del personaggio rappresentato è dimostrata ad evidenza da una incisione
premessa al primo volume deliavita di San Pier Damiani del Laderchi, pubblicata in Roma
nel 1702. 1 Questa incisione, che ha nell’aureola la leg-
genda S . PETRUS . DAMIANI, è, ad eccezione del
fondo, la copia precisa dei due quadri di Antonio da
Fabriano e, poiché si dice tratta ex antiqua imagine
Faventiae olivi depicta ad vivimi expressa, dimostra
che un terzo dipinto simile doveva trovarsi a Faenza,
ove San Pier Damiani compì i primi studi. Nè è a
meravigliare che una imagine del santo vescovo si
trovi a Ravenna, che fu sua patria, e che fossero vivi
nelle Marche la memoria e il culto di colui che fondò
il monastero di Fonte Avellana e chiese a Niccolò II
la revoca della scomunica onde era stata colpita la
città di Ancona.
* * *
Il movimento artistico che nelle Marche prese le
mosse dalla venuta dei Crivelli deve essere ancora stu-
diato. Quando le ricerche, fino ad ora quasi esclusiva-
mente limitate ai due Crivelli e a Pietro Alemanno,
saranno estese a tutti i loro seguaci, si vedrà che le
influenze derivanti dai due veneziani sono larghissime
nella Marca a mezzogiorno di Ancona, ma poco du-
rature.
Intanto è necessario cominciare a suddividere il
grande gruppo di opere che vanno sotto il titolo gene-
rico e complessivo di scuola dei Crivelli, sforzandosi
di determinare le caratteristiche delle diverse personalità che si aggirarono nell’orbita di
Carlo e di Vittore.
A Fermo, nella canonica annessa alla chiesa di Santa Lucia, si conservano due tavole
rettangolari non indicate dal Cavalcasene e dal Morelli, i quali pure ricordano altre opere
di proprietà della medesima chiesa. 2 Rappresentano la Pietà e la Madonna in trono col
bambino benedicente e fecero forse parte di una medesima grande ancona ; certo sono opera
di uno stesso maestro, come si rileva dalle affinità stilistiche, che toccano ad un tempo il
disegno, il colorito e il modellato delle due pitture. Già il primo confronto può farsi fra
le mani grandi, dalla palma eccessivamente larga e dalle dita lunghissime e nervose. All’ar-
ticolazione della falange media le ossa s’ingrossano e formano protuberanze, come per ar-
trite ; le unghie sono assai strette e convesse. Sulle fronti maschili e feminili i capelli
quasi sempre si dividono, formando due linee regolarmente serpeggianti, a guisa di una A
molto allungata, poi ricadono ai due lati in ciocche che hanno andamento parallelo e che
1 I. Laderchi, Vitae S. Petri Damiani tomus pri- d'arte nelle Marche e nell’ Umbria, in Gallerie nazio-
mus, Romae, apud P. Oliverium, MDCCII. nali italiane, II, 202, Roma, 1906.
2 Cavalcaselle e Morelli, Catalogò delle opere
Antonino da Fabriano : S. Pietro Damiani
Ravenna, Accademia di Belle Arti
416
bene visibile nel San Girolamo della collezione Fornari, ed è elemento che rafforza e con-
ferma le ragioni stilistiche desunte dal confronto con lo stendardo della chiesa di Genga,
per attribuire ad Antonio di ser Agostino le due figure in cui il medesimo santo apparisce
rappresentato in abito episcopale. La tavola dell’Accademia di belle arti di Ravenna è in
migliori condizioni di quella di Napoli, pur tuttavia neppure qui è possibile leggere l’iscri-
zione col nome del Santo, di cui si vedono traccie sul fondo dorato dell’aureola, nell’uno
e nell’altro dipinto.
Ma l’identità del personaggio rappresentato è dimostrata ad evidenza da una incisione
premessa al primo volume deliavita di San Pier Damiani del Laderchi, pubblicata in Roma
nel 1702. 1 Questa incisione, che ha nell’aureola la leg-
genda S . PETRUS . DAMIANI, è, ad eccezione del
fondo, la copia precisa dei due quadri di Antonio da
Fabriano e, poiché si dice tratta ex antiqua imagine
Faventiae olivi depicta ad vivimi expressa, dimostra
che un terzo dipinto simile doveva trovarsi a Faenza,
ove San Pier Damiani compì i primi studi. Nè è a
meravigliare che una imagine del santo vescovo si
trovi a Ravenna, che fu sua patria, e che fossero vivi
nelle Marche la memoria e il culto di colui che fondò
il monastero di Fonte Avellana e chiese a Niccolò II
la revoca della scomunica onde era stata colpita la
città di Ancona.
* * *
Il movimento artistico che nelle Marche prese le
mosse dalla venuta dei Crivelli deve essere ancora stu-
diato. Quando le ricerche, fino ad ora quasi esclusiva-
mente limitate ai due Crivelli e a Pietro Alemanno,
saranno estese a tutti i loro seguaci, si vedrà che le
influenze derivanti dai due veneziani sono larghissime
nella Marca a mezzogiorno di Ancona, ma poco du-
rature.
Intanto è necessario cominciare a suddividere il
grande gruppo di opere che vanno sotto il titolo gene-
rico e complessivo di scuola dei Crivelli, sforzandosi
di determinare le caratteristiche delle diverse personalità che si aggirarono nell’orbita di
Carlo e di Vittore.
A Fermo, nella canonica annessa alla chiesa di Santa Lucia, si conservano due tavole
rettangolari non indicate dal Cavalcasene e dal Morelli, i quali pure ricordano altre opere
di proprietà della medesima chiesa. 2 Rappresentano la Pietà e la Madonna in trono col
bambino benedicente e fecero forse parte di una medesima grande ancona ; certo sono opera
di uno stesso maestro, come si rileva dalle affinità stilistiche, che toccano ad un tempo il
disegno, il colorito e il modellato delle due pitture. Già il primo confronto può farsi fra
le mani grandi, dalla palma eccessivamente larga e dalle dita lunghissime e nervose. All’ar-
ticolazione della falange media le ossa s’ingrossano e formano protuberanze, come per ar-
trite ; le unghie sono assai strette e convesse. Sulle fronti maschili e feminili i capelli
quasi sempre si dividono, formando due linee regolarmente serpeggianti, a guisa di una A
molto allungata, poi ricadono ai due lati in ciocche che hanno andamento parallelo e che
1 I. Laderchi, Vitae S. Petri Damiani tomus pri- d'arte nelle Marche e nell’ Umbria, in Gallerie nazio-
mus, Romae, apud P. Oliverium, MDCCII. nali italiane, II, 202, Roma, 1906.
2 Cavalcaselle e Morelli, Catalogò delle opere
Antonino da Fabriano : S. Pietro Damiani
Ravenna, Accademia di Belle Arti