PER LA STORIA DELL'ARTE NELLE MARCHE
421
mente la propria personalità, la quale si rivela nella predilezione per certi speciali tipi, in
un realismo talvolta un poco volgare e in una particolare maniera di piegare le vesti che
apparisce nelle prime opere e, pure attraverso modificazioni
notevoli, mantiene fin nelle ultime il suo intimo spirito e
alcune abitudini più caratteristiche.
Se per termine di confronto si prendono il San Placido,
il San Michele e il beato Giacomo della Marca, della pinaco-
teca comunale di Ascoli Piceno, o, meglio ancora, i quattro
santi esistenti nella sagrestia della chiesa di Sant’Angelo
Magno nella stessa città, opere che la critica ormai attri-
buisce concordemente a Cola d’Amatrice, non è possibile
dubitare che appartengano al Filotesio anche le due tavole
di Tocco Casauria. Le figure delle prime opere di Cola hanno
sempre enormemente sviluppata la parte superiore del cranio,
con fronte ampia e quadrata e grande occipite. Quando i
volti sono rappresentati a mezzo profilo, la prospettiva è
costantemente sbagliata, o, più precisamente, si hanno due
punti prospettici, uno per la parte superiore del viso, l’altro
per la parte inferiore, che dovrebbe essere meno voltata
rispetto alla fronte. L’orecchio, di forma quasi triangolare,
è collocato molto in alto e a soverchia distanza dagli occhi;
l’elice e l’antelice sono disegnate parallelamente. Le bocche
sono piccole e carnose, le mandibole grosse, i contorni e i di-
versi piani segnati crudamente, come fossero incisi col bu-
lino. Le mani grassoccie non hanno ossa, le dita sono quasi
cilindriche e con grande pazienza l’artista si indugia a in-
dicare le increspature della pelle all’articolazione delle falangi,
mediante circoletti neri sovrapposti. Il taglio degli occhi,
specialmente quanto sono socchiusi, è serpeggiante. Ricco il
getto dei panni, ma le pieghe quasi sempre assai convesse
hanno andamento uniforme e parallelo ; solo quando qualche
largo piano si presenta, l’artista interrompe bruscamente il
logico svolgimento dei semplici partiti, li frantuma in volute
poco naturali, che lasciano presentire il drappeggiare rigonfio
e barocco a cui il Filotesio si abbandonerà nell’età più tarda.
Le carni, sopra tutto nelle figure feminili, sono cineree; il
colorito in genere vivace, per quanto lo comporta la povertà
della tavolozza.
Accennato a queste che sono le principali caratteristiche
della maniera delle prime opere di Cola d’Amatrice, il con-
fronto delle tavole di Tocco Casauria con i quattro santi
della chiesa di Sant’Angelo in Ascoli Piceno mi dispensa
dall’ insistere in una dimostrazione che è di per sè stessa
evidente.
Nel 1525, contrariamente all’affermazione del Vasari,
il quale scrisse che il Filotesio « senza curarsi di vedere
Roma si stette sempre in Ascoli » Cola d’Amatrice si tro-
vava in Roma, 1 ove ebbe occasione di vedere e di stu-
diare le opere di Michelangelo. E da questo momento nel-
1 C. Mariotti, Cola dell’Amatrice costruttore di mulini, in Rassegna
bibl. dell'Arte italiana, 1903, 121.
Cola d’Amatrice: Sant’Antonio
Tocco Casauria, Municipio
421
mente la propria personalità, la quale si rivela nella predilezione per certi speciali tipi, in
un realismo talvolta un poco volgare e in una particolare maniera di piegare le vesti che
apparisce nelle prime opere e, pure attraverso modificazioni
notevoli, mantiene fin nelle ultime il suo intimo spirito e
alcune abitudini più caratteristiche.
Se per termine di confronto si prendono il San Placido,
il San Michele e il beato Giacomo della Marca, della pinaco-
teca comunale di Ascoli Piceno, o, meglio ancora, i quattro
santi esistenti nella sagrestia della chiesa di Sant’Angelo
Magno nella stessa città, opere che la critica ormai attri-
buisce concordemente a Cola d’Amatrice, non è possibile
dubitare che appartengano al Filotesio anche le due tavole
di Tocco Casauria. Le figure delle prime opere di Cola hanno
sempre enormemente sviluppata la parte superiore del cranio,
con fronte ampia e quadrata e grande occipite. Quando i
volti sono rappresentati a mezzo profilo, la prospettiva è
costantemente sbagliata, o, più precisamente, si hanno due
punti prospettici, uno per la parte superiore del viso, l’altro
per la parte inferiore, che dovrebbe essere meno voltata
rispetto alla fronte. L’orecchio, di forma quasi triangolare,
è collocato molto in alto e a soverchia distanza dagli occhi;
l’elice e l’antelice sono disegnate parallelamente. Le bocche
sono piccole e carnose, le mandibole grosse, i contorni e i di-
versi piani segnati crudamente, come fossero incisi col bu-
lino. Le mani grassoccie non hanno ossa, le dita sono quasi
cilindriche e con grande pazienza l’artista si indugia a in-
dicare le increspature della pelle all’articolazione delle falangi,
mediante circoletti neri sovrapposti. Il taglio degli occhi,
specialmente quanto sono socchiusi, è serpeggiante. Ricco il
getto dei panni, ma le pieghe quasi sempre assai convesse
hanno andamento uniforme e parallelo ; solo quando qualche
largo piano si presenta, l’artista interrompe bruscamente il
logico svolgimento dei semplici partiti, li frantuma in volute
poco naturali, che lasciano presentire il drappeggiare rigonfio
e barocco a cui il Filotesio si abbandonerà nell’età più tarda.
Le carni, sopra tutto nelle figure feminili, sono cineree; il
colorito in genere vivace, per quanto lo comporta la povertà
della tavolozza.
Accennato a queste che sono le principali caratteristiche
della maniera delle prime opere di Cola d’Amatrice, il con-
fronto delle tavole di Tocco Casauria con i quattro santi
della chiesa di Sant’Angelo in Ascoli Piceno mi dispensa
dall’ insistere in una dimostrazione che è di per sè stessa
evidente.
Nel 1525, contrariamente all’affermazione del Vasari,
il quale scrisse che il Filotesio « senza curarsi di vedere
Roma si stette sempre in Ascoli » Cola d’Amatrice si tro-
vava in Roma, 1 ove ebbe occasione di vedere e di stu-
diare le opere di Michelangelo. E da questo momento nel-
1 C. Mariotti, Cola dell’Amatrice costruttore di mulini, in Rassegna
bibl. dell'Arte italiana, 1903, 121.
Cola d’Amatrice: Sant’Antonio
Tocco Casauria, Municipio