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CORRIERI
sellino che riproduciamo. Si sa come sono rare le ta-
vole di questo pittore; ed era spiacevole per noi che
la Madonna del Pesellino della collezione Hainauer di
Berlino fosse stata venduta l’altro anno all’estero. Ma
la tavola ora acquistata supera quella Madonna. Mostra
l’influsso del Castagno su questo pittore così lirico ed
armonioso. Un piccolo tondino coll’Incoronazione della
Vergine è ascritto al pittore milanese Michele di Be-
sozzo, conosciuto dagli affreschi profani nel palazzo
Borromeo a Milano. Alla nostra tavola prospettica
attribuita prima a Piero della Francesca e somigliante
a quella di Urbino, fu tolto questo nome, perchè il Bu-
dinich ha trovato sulla tavola d’Urbino l’iscrizione di
Luciano Laurana. Il nostro famoso quadro mitologico
zione delle sale veneziane posteriori ; ma più di questi
quadri vale lo schizzo di G. B. Tiepolo pel suo ri-
nomato Calvario a Sant’Alvise in Venezia. Il nostro
quadretto è piccolo, ma eccellente, specialmente nei
colori ; le differenze coll’originale provano che il qua-
dretto è lo schizzo per la tavola grande e non una copia.
Numerosi sono anche gli acquisti nelle sale delle
scuole tedesche, olandesi ed inglesi ; ma non pos-
siamo enumerarli qui tutti. Di Rembrandt, Rubens,
Velasquez, Zurbaran, Murillo, Pesne, Gainsborough,
Reynolds, Brouwer, Porcellis, Metzu, Scorei e di
altri pittori fiamminghi del xvi secolo si trovano
nuovi quadri. La scuola primitiva tedesca è stata au-
mentata dalla tavola qui riprodotta della Pietà di
Carpaccio: Preparazione del sepolcro di Cristo. Berlino, Museo
di Signorelli ha subito una nuova esegesi : R. Wust-
mann crede che rappresenti Narciso che suona il flauto
a Pan, la ninfa a sinistra sia l’Eco e la figura gia-
cente per terra Bacco.
Nella sala veneziana del Quattrocento c’è un nuovo
acquisito : il quadro del Carpaccio che rappresenta
la preparazione del sepolcro di Cristo nel giardino del
Golgota. Il tema non è una Pietà: mancano le mezze
figure di Maria e Giovanni. La nostra riproduzione
mostra un giardino con montagne, roccie e grotte;
alcuni Orientali che preparano la tomba e mettono
via la pietra grande che chiude la tomba. Il Cristo
stesso giace più avanti su un banco di legno. Ossa
di tutte forme sono sparse sul piano. È il quadro
d’un romantico fantastico, il quale racconta anche le
leggende sacre come le novelle del Boccaccio o del
Sacchetti. Diverse sue parti ci rammentano le pitture
di San Giorgio a Venezia. Alcuni nuovi quadri del
Canaletto e del Guardi completano la nostra colle-
Hans Baldung Grien, donata al Museo dal direttore
generale Bode. La composizione è monumentale ed
il paese molto fine e delicato. Il nostro Museo non
possiede ancora un’opera del più grande colorista te-
desco del Rinascimento, di Matthias Grùnewald ; ma
Hans Baldung è suo scolaro ed anche erede del pa-
thos del maestro. La tavola del Crocifisso di Conrad
Witz acquistata da pochi giorni non è ancora esposta;
sono rarissime le tavole di questo pittore dell’Alto
Reno nella prima metà del Quattrocento; e noi siamo
felici di aver trovato un’opera della sua mano per il
nostro Museo. 11 così detto Altes Museum è adesso
riservato esclusivamente per l’arte antica. Nel piano
terreno sono esposti i marmi originali ; la sala del
v secolo a. G. C. è la più bella. Nel primo piano si
trovano i bronzi e le terracotte, specialmente la gran
collezione di vasi. La Galleria dell’arte moderna (Na-
tional Gallerie) è rinnovata completamente ed ampliata
dagli acquisti della mostra Iahrhundertaustellung, così
CORRIERI
sellino che riproduciamo. Si sa come sono rare le ta-
vole di questo pittore; ed era spiacevole per noi che
la Madonna del Pesellino della collezione Hainauer di
Berlino fosse stata venduta l’altro anno all’estero. Ma
la tavola ora acquistata supera quella Madonna. Mostra
l’influsso del Castagno su questo pittore così lirico ed
armonioso. Un piccolo tondino coll’Incoronazione della
Vergine è ascritto al pittore milanese Michele di Be-
sozzo, conosciuto dagli affreschi profani nel palazzo
Borromeo a Milano. Alla nostra tavola prospettica
attribuita prima a Piero della Francesca e somigliante
a quella di Urbino, fu tolto questo nome, perchè il Bu-
dinich ha trovato sulla tavola d’Urbino l’iscrizione di
Luciano Laurana. Il nostro famoso quadro mitologico
zione delle sale veneziane posteriori ; ma più di questi
quadri vale lo schizzo di G. B. Tiepolo pel suo ri-
nomato Calvario a Sant’Alvise in Venezia. Il nostro
quadretto è piccolo, ma eccellente, specialmente nei
colori ; le differenze coll’originale provano che il qua-
dretto è lo schizzo per la tavola grande e non una copia.
Numerosi sono anche gli acquisti nelle sale delle
scuole tedesche, olandesi ed inglesi ; ma non pos-
siamo enumerarli qui tutti. Di Rembrandt, Rubens,
Velasquez, Zurbaran, Murillo, Pesne, Gainsborough,
Reynolds, Brouwer, Porcellis, Metzu, Scorei e di
altri pittori fiamminghi del xvi secolo si trovano
nuovi quadri. La scuola primitiva tedesca è stata au-
mentata dalla tavola qui riprodotta della Pietà di
Carpaccio: Preparazione del sepolcro di Cristo. Berlino, Museo
di Signorelli ha subito una nuova esegesi : R. Wust-
mann crede che rappresenti Narciso che suona il flauto
a Pan, la ninfa a sinistra sia l’Eco e la figura gia-
cente per terra Bacco.
Nella sala veneziana del Quattrocento c’è un nuovo
acquisito : il quadro del Carpaccio che rappresenta
la preparazione del sepolcro di Cristo nel giardino del
Golgota. Il tema non è una Pietà: mancano le mezze
figure di Maria e Giovanni. La nostra riproduzione
mostra un giardino con montagne, roccie e grotte;
alcuni Orientali che preparano la tomba e mettono
via la pietra grande che chiude la tomba. Il Cristo
stesso giace più avanti su un banco di legno. Ossa
di tutte forme sono sparse sul piano. È il quadro
d’un romantico fantastico, il quale racconta anche le
leggende sacre come le novelle del Boccaccio o del
Sacchetti. Diverse sue parti ci rammentano le pitture
di San Giorgio a Venezia. Alcuni nuovi quadri del
Canaletto e del Guardi completano la nostra colle-
Hans Baldung Grien, donata al Museo dal direttore
generale Bode. La composizione è monumentale ed
il paese molto fine e delicato. Il nostro Museo non
possiede ancora un’opera del più grande colorista te-
desco del Rinascimento, di Matthias Grùnewald ; ma
Hans Baldung è suo scolaro ed anche erede del pa-
thos del maestro. La tavola del Crocifisso di Conrad
Witz acquistata da pochi giorni non è ancora esposta;
sono rarissime le tavole di questo pittore dell’Alto
Reno nella prima metà del Quattrocento; e noi siamo
felici di aver trovato un’opera della sua mano per il
nostro Museo. 11 così detto Altes Museum è adesso
riservato esclusivamente per l’arte antica. Nel piano
terreno sono esposti i marmi originali ; la sala del
v secolo a. G. C. è la più bella. Nel primo piano si
trovano i bronzi e le terracotte, specialmente la gran
collezione di vasi. La Galleria dell’arte moderna (Na-
tional Gallerie) è rinnovata completamente ed ampliata
dagli acquisti della mostra Iahrhundertaustellung, così