dell’ Imperial Galleria di Firenze. 273
praticò quello pittore , in breve tempo riduffe la fua prodiga--— -
lità in eltrema miferia , alla quale eziandio aggiunfe volontà-
riamente una totale avversione al lavoro . Nulladimeno goden-
do ancora del credito acquillato , li diede a ricevere moltiffi-
me caparre , e intieri pagamenti anticipati dell’ opere , che a
tutti prometteva di fare . Alla fine non corrifpondendo a veru-
no , venne allretto da’ tribunali a render ragione a’ fuoi credi-
tori ; ed egli in vece di rimediare , ridevafi in faccia de’ me-
defimi della loro dabbenaggine. Perlochè sdegnati, ottennero ,
che folfe riftretto in carcere .
Ivi tuttavia fpenfierato dimorava, nulla apprendendo e cu-
rando gli (lenti , gl’ incomodi e i pregiudizi della prigione ;
10 che compaflionando gli amici , e gli ftefli creditori , il pre-
gavano , che almeno defle principio a qualche pittura per com-
piacergli , e fubito 1’ avrebbero fatto liberare da quell’ orrido
luogo . Egli però prendendo tutto in ifcherzo > burlavafi fino
delle loro pietofe premure , dichiarandofi non potergli foddi-
sfare , mentre col corpo trovavafi imprigionata anche la volon-
tà di operare ; e che la fua unica applicazione confilleva nel-
I’ offervare la luce per la ferriata della carcere , la quale for-
mava a’ fuoi occhi una graziofa tavola di fcacchi .
Vedendo pertanto i creditori , che non poteano ottenere
11 lor intento , ordinarono , che venifle rilafciato , per vedere ,
fe tornato in libertà , fi folle di nuovo pollo a dipignere .
Ma di quello benefizio pure non dimollronne gradimento alcu-
no ; che anzi più oftinato nella fua llravagante determinazione ,
non volle mai adoprare i pennelli . Laonde ognuno ritirolfi ,
lafciandolo affatto abbandonato .
Allorquando trovoifi totalmente ficuro dalle molellie , e
che 1’ eftrema necelfità lo forzava daddovero , fi rifolvè d’ in- 1
traprendere a fare i difegni pe’ rami , che doveano elfer infe-
riti ne’ tomi della Storia de’ Paefi baffi . In quell’ occupazione ,
che fembravagli confacente al fuo genio , infermatofi mortal-
mente , terminò di vivere nella Itelfa fua patria, 1’ anno 1681. ,
e dell’ età fua il quaranzeefimo ( • ).
Voi. HI. Mm FI-
(1) Così il De Pìles , c 1’Abregé del 1745. Il Le Cemte però ha, che morite nel 166}»
praticò quello pittore , in breve tempo riduffe la fua prodiga--— -
lità in eltrema miferia , alla quale eziandio aggiunfe volontà-
riamente una totale avversione al lavoro . Nulladimeno goden-
do ancora del credito acquillato , li diede a ricevere moltiffi-
me caparre , e intieri pagamenti anticipati dell’ opere , che a
tutti prometteva di fare . Alla fine non corrifpondendo a veru-
no , venne allretto da’ tribunali a render ragione a’ fuoi credi-
tori ; ed egli in vece di rimediare , ridevafi in faccia de’ me-
defimi della loro dabbenaggine. Perlochè sdegnati, ottennero ,
che folfe riftretto in carcere .
Ivi tuttavia fpenfierato dimorava, nulla apprendendo e cu-
rando gli (lenti , gl’ incomodi e i pregiudizi della prigione ;
10 che compaflionando gli amici , e gli ftefli creditori , il pre-
gavano , che almeno defle principio a qualche pittura per com-
piacergli , e fubito 1’ avrebbero fatto liberare da quell’ orrido
luogo . Egli però prendendo tutto in ifcherzo > burlavafi fino
delle loro pietofe premure , dichiarandofi non potergli foddi-
sfare , mentre col corpo trovavafi imprigionata anche la volon-
tà di operare ; e che la fua unica applicazione confilleva nel-
I’ offervare la luce per la ferriata della carcere , la quale for-
mava a’ fuoi occhi una graziofa tavola di fcacchi .
Vedendo pertanto i creditori , che non poteano ottenere
11 lor intento , ordinarono , che venifle rilafciato , per vedere ,
fe tornato in libertà , fi folle di nuovo pollo a dipignere .
Ma di quello benefizio pure non dimollronne gradimento alcu-
no ; che anzi più oftinato nella fua llravagante determinazione ,
non volle mai adoprare i pennelli . Laonde ognuno ritirolfi ,
lafciandolo affatto abbandonato .
Allorquando trovoifi totalmente ficuro dalle molellie , e
che 1’ eftrema necelfità lo forzava daddovero , fi rifolvè d’ in- 1
traprendere a fare i difegni pe’ rami , che doveano elfer infe-
riti ne’ tomi della Storia de’ Paefi baffi . In quell’ occupazione ,
che fembravagli confacente al fuo genio , infermatofi mortal-
mente , terminò di vivere nella Itelfa fua patria, 1’ anno 1681. ,
e dell’ età fua il quaranzeefimo ( • ).
Voi. HI. Mm FI-
(1) Così il De Pìles , c 1’Abregé del 1745. Il Le Cemte però ha, che morite nel 166}»