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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 10.1907

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Fasc. 1
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D'Ancona, Paolo: Di alcuni codici miniati conservati nelle biblioteche tedesche e austriache
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https://doi.org/10.11588/diglit.24152#0067

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30

PAOLO D'ANCONA

vediamo Petrarca che conversa con grandi dell’età antica (c. 156), visita illustri coppie amo-
rose (c. 159 v), mira Amore vinto, debellato e percosso dalle donne vendicative (c. 162 v) e
infine Laura che muore e risorge in un nembo di luce (c. 169 v).

Per l’arte il nostro miniatore va ravvicinato alla scuola di Andrea Mantegna, e anzi,
alcune delle minuscole figurine di paggi e cavalieri richiamano alla mente quelle ben altri-
menti importanti della Reggia mantovana. Il disegno è sempre corretto, per quanto

non privo di una certa durezza nei con-
torni e gli scorci ricorrono di frequente.
I colori sono accesi, in ispecie negli in-
carnati, più tenui nei fondi quasi sempre
azzurrini. Le lumeggiature auree sono ado-
perate con vera profusione negli ornati
dei fregi, nelle vesti e perfino nel paesaggio
roccioso. L’influsso dell’antico, proprio alla
scuola, informa l’opera intera; si guar-
dino , ad esempio, nella scena qui ripro-
dotta, la base inghirlandata e i bellissimi
cammei a monocromato, copia esatta di
quei cammei dell’età romana con tanto
amore ricercati dai più insigni mecenati
del Rinascimento.

Ed ora, abbandonando la Biblioteca Cas-
sellana, rechiamoci in quella magnifica di
Wolfenbuttel, ove l’arte italiana ha pure
non indegna rappresentanza. Di proposito
non parlerò dei bellissimi manoscritti mi-
niati, già vanto della biblioteca radunata
a Buda da re Mattia Corvino di Ungheria
e che alla sua morte andò dispersa pel
mondo, procacciati la maggior parte in
Firenze da Vespasiano cartolaio, e ornati
di minii da artisti quali Attavante, il To-
relli e Francesco d’Antonio. La nostra
attenzione si rivolga sopra un piccolo co-
dicetto1 che doveva serbarmi una delle
sorprese più gradite e rivelarmisi per un
vero capolavoro. Quale sia il contenuto del
codice non possiamo dirlo con precisione, perchè non si tratta certo di un canzoniere del
Tasso, come vorrebbe far credere un’antica iscrizione. Ponendo mente agli inizii dei vari
sonetti si può piuttosto pensare col prof. Vittorio Rossi a un qualche imitatatore di Giusto,
autore, come è noto, dei sonetti della Bella Mano. Ad ogni modo la dedica che si legge
a c. 2 potrà forse recar qualche luce :

Liberale da Verona : Apollo e le Muse
Wolfenbuttel, Biblioteca (Cod. 277, A Extr)

. D . LAUR-
CONTINENTISS
- FOEM -

MART- DAPHNIPHLOS
— EX- OBSEQV —
DICAVIT.

1 Cod. scritto su pergamena violacea a caratteri aurei e argentei alternati, di cc. 23, con legatura guasta
in pelle marrone ornata d’oro. Segnato (277-A Extr).
 
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