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Napoli nobilissima: rivista d' arte e di topografia napoletana — 10.1901

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Notizie ed osservazioni
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Da libri e periodici
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https://doi.org/10.11588/diglit.71019#0032

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NAPOLI NOBILISSIMA

parte superiore, giacché i rapitori essendosi serviti di scale poco alte
credettero bene nella fretta di tagliare la tela fino all'altezza dove essi
giungevano.
Trascorsi due anni dal furto, l'agente del Principe vedute riuscir
vane le rimostranze contro il Conte di Conversano, inviò il restante
della tela al Principe in Monaco, questi la donò al Re di Francia, il
quale alla sua volta la donò al Gran Duca di Toscana. Ora « forma
uno dei più rari pregi che adorna le Gallerie di Firenze (?) ».
Nel 1643 il Conte di Conversano, colto dai rimorsi, rimandò il
quadro, con grandi accompagnamenti di processioni e di luminarie,
nella chiesa di S. Maria la Nova in Terlizzi, dove si osserva ancora.
Don Fastidio.

DA LIBRI E PERIODICI
A cura del comm. Pietro Rosano è stato pubblicato lo splendido
volume: Aversa a Domenico Ci marosa nel primo centenario della sua morte.
XI gennaio MCMI (Napoli, tip. Giannini, 1901, di pp. LVI-456, in 4.0).
La pubblicazione offre anche molte cose interessanti i nostri studi.
Il raccoglitore lo ha fatto precedere da una notizia storica della città
d'Aversa, che contiene, tra l'altro, un ragguaglio dei monumenti aver-
sani, come il Duomo, le chiese di S. Biagio, di S. Maria a Piazza, il
castello di Casaluce, la badia di S. Lorenzo, etc.; ad illustrare i quali
concorrono le incisioni sparse pel volume: campanile della chiesa del-
l'Annunziata, e porta della città; interno dell'Istituto di S. Lorenzo;
quartiere di cavalleria, già reggia aragonese; panorama antico e mo-
derno della città; campanile e cupola del Duomo; porta interna della
chiesa dell'Annunziata; porta d'ingresso alla chiesa di S. Biagio; an-
tica porta del Duomo edificata da Riccardo I; porta esterna della
chiesa dell'Annunziata; porta del monistero di S. Francesco d'Assisi;
altare maggiore e tribuna della chiesa della Maddalena; porta anti-
chissima del palazzo Pozzi; porta della chiesa di S. Francesco; idrie
conservate nella chiesa di Casaluce; effigie della Vergine di Casa-
luce, etc. Notiamo anche la riproduzione del medaglione col ritratto
della famosa dama aversana Lucrezia Scaglione. Nella ricca iconografia
del Cimarosa è riprodotto il ritratto sincrono, dipinto nel 1785 da
Francesco Candido, che lo rappresenta al cembalo, e ch'è ora conser-
vato nel museo di S. Martino in Napoli.
In difesa del quadro del Borgognone in Melegnano, è intitolato un
opuscolo di Luca Beltrami (Milano, dicembre 1900, di pp. 15), che
narra la storia di un recente tentativo di vendita del quadro II batte-
simo di Gesù, dipinto da Ambrogio Fossano detto il Borgognone e con-
servato nella sacrestia della chiesa di S. Giovanni Battista in Mele-
gnano. La storia si riassume in poche parole. Il prof. Venturi, diret-
tore della Galleria Nazionale di Roma, aveva aggiustato le cose in
modo che il comm. Crespi di Milano potesse comprare il quadro, spen-
dendo diecimila lire, delle quali mille dovevano essere erogate all'ac-
quisto di un disegno del Perugino, da donarsi alla Galleria diretta dal
Venturi. Il Beltrami, saputo del mercato, telegrafò vivacemente al Mi-
nistro della pubblica istruzione protestando contro il fatto, minacciando
d'intentare una lite come cittadino che veniva arbitrariamente privato
del diritto di vedere il quadro finora esposto in pubblico, e offrendosi
finanche ad acquistarlo a sue spese per farne dono alla Galleria di
Brera. Al telegramma del Beltrami il ministro Gallo rispose sdegno-
samente; ma.la vendita, già decisa, del quadro non ebbe più luo-
go. Che cosa farci, egregio signor Beltrami? Ella, è vero, in cam-
bio di lodi e di ringraziamenti, ha avuto un telegramma di biasimo
dal Ministro cui si era rivolto. Ma può esser contenta di aver com-
piuto il suo dovere, e di avere spinto il Ministro a compiere anche
lui il suo. E le congratulazioni degli amici dell'arte e del decoro pa-
trio le addolciranno l'amarezza della immeritata risposta ministeriale.
Così ogni buon cittadino l'imitasse, sfidando all'occorrenza le ire su-
periori, che sono spesso lo sfogo di chi sa di aver torto e s'apparec-
chia, col fatto, a riconoscere questo torto!

Le relazioni del Canova con Napoli al tempo di Ferdinando I e di Gioac-
chino Murat formano argomento di una accurata memoria di Angelo
Borzelli (Napoli, E. Prass, 1900, pp. 39).
Molti documenti inediti, fra cui alcune lettere del celebre scultore,
ci danno notizie più precise intorno alle sue sculture che ancora si
ammirano a Napoli — la statua di Ferdinando I e il gesso di Napo-
leone al Museo, i cavalli e la statua di Carlo III avanti S. Francesco
di Paola, — e intorno a quelle che inviate qui dall'artista furono poi
trasportate altrove — i busti di Gioacchino Murat e della regina Ca-
rolina, e il gruppo di Adone e Venere già al palazzo Berlo a Toledo.
*
L'arch. Lorenzo Fiocca ha compiuto, per incarico del Ministero
della Pubblica Istruzione e in compagnia dell'arch. Guidi, scavi e ri-
lievi tra i ruderi della badia di S. Maria della Vittoria presso Scur-
gola nel circondario di Avezzano.
Delle ricerche eseguite egli rende brevemente conto, rimettendo a
tempo migliore la pubblicazione di disegni planimetrici e di ricostru-
zione (Chiesa di S. Maria della Vittoria presso Scurgola, Roma, Vin-
cenzo Spada, 1900, p. 6). Il Fiocca rileva l'affinità di concetto e di
stile fra questa badia dei Cisterciensi e quella di Fossanova apparte-
nente allo stesso ordine. Si ferma più specialmente a dar notizia della
chiesa, di cui soltanto ora si è potuto stabilire l'iconografia.
Nel num. 20-21, anno XIX, di Arte e Storia (Firenze, novembre
1900) A. Maresca di Serracapriola narra come fu fondato il Museo
di S. Martino in Napoli e l'incremento che ha avuto in questi ultimi
anni. Descrive il nuovo ordinamento datogli dal presente direttore prof.
Spinazzola, e si ferma a notare gli oggetti principali delle varie colle-
zioni.
In un opuscolo, tirato a pochi esemplari, sono state pubblicate le
notizie, scritte nel 1884 dal compianto Direttore della Real Casa in
Napoli, comm. Annibale Sarco, sul R. Museo di Capodimonte. Vi ap-
prendiamo come furono formate quelle importanti collezioni, che com-
prendono quadri e statue moderne, porcellane, biscuits e ceramiche di
Capodimonte, di Napoli e di Vienna, l'armeria, i pastori da presepe e
gli arazzi di fabbrica napoletana.
Di alcune pitture di Cola dell'Amatrice si occupa Egidio Calzini in
un articolo della Rassegna bibliografica dell'arte italiana (III, 6-7-8, Ascoli
Piceno, giugno-luglio-agosto, 1900). Sono quattro tavole, che si conser-
vano nella sagrestia della chiesa di S. Angelo in Ascoli Piceno, e che
facevano parte di un polittico. Dal Carducci (Discorso su le memorie e
i monumenti di Ascoli, p. 205) erano state attribuite a Pietro Alamanni,
un timido e mediocre scolare di Carlo Crivelli. Ma il Calzini, esami-
nandole più accuratamente e confrontandole con le pitture del Filote-
sio esistenti in Ascoli, le riconosce definitivamente per lavoro giova-
nile del geniale pittore e architetto dell'Amatrice.
Di una medaglia in bronzo del secolo XV venuta fuori negli scavi
di Castel di Sangro dà notizia Lorenzo Fiocca nel fascicolo X,
anno XV, della Rivista Abruzzese di scienze, lettere ed arti (Teramo,
ottobre 1900). Vi è raffigurata la testa del Cristo con la leggenda:
Ego sum Salvator Mundi.
Don Ferrante.
 
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