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Napoli nobilissima: rivista d' arte e di topografia napoletana — 10.1901

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Maresca di Serracapriola, Antonino: Battenti e decorazione marmorea di antiche porte esistenti in Napoli
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apoli nobilissima

RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

Vol. X.

Fasc. II.

BATTENTI E DECORAZIONE MARMOREA
DI ANTICHE PORTE ESISTENTI IN NAPOLI

Le porte DI Castelnuovo.
Le porte di Castelnuovo, le sole che Napoli possegga
di bronzo, destano interesse principalmente pel brano di
storia nazionale che è rappresentato nei bassorilievi che
ornano i due battenti.
È la guerra che a Ferdinando I mossero i Baroni del
partito angioino. La ribellione, cominciata nascostamente
sin dalla morte di Alfonso I colla protezione del papa
Callisto III, trascese in aperta rivolta quando il duca Gio-
vanni d'Angiò consentì di mettersene a capo e venne nel
regno a rivendicare i dritti ereditari al trono di Napoli.
La guerra finì sotto le mura di Troia, colla completa di-
sfatta del partito angioino e assicurando definitivamente a
Ferdinando la corona di Napoli (0.
Il vincitore fece eternare nel bronzo gli episodi più im-
portanti di quella lotta. Si incomincia dai due scomparti-
menti superiori dove è figurato l'abboccamento tra Ferdi-
nando e suo cognato Marino Marzano duca di Sessa e
principe di Rossano, uno dei capi dei ribelli. Sotto il pre-
testo di trattare la pace, il Marzano voleva trarre il re in
un agguato. S'incontrarono alla Torricella, tra Calvi e
Teano, il 29 maggio 1460. Il re era accompagnato dal
catalano Gregorio Coreglia e dal conte Giovanni Ventimi-
glia, e il Marzano dai condottieri Giacomo di Montagano
e Diofebo dell'Anguillara.
Nel bassorilievo del battente destro il re è rappresentato
di faccia, a cavallo, mentre discute animatamente col Mar-
zano e i suoi compagni. Il fondo, imitazione esatta del
luogo dove avvenne il colloquio, è una campagna con po-
chi alberi: a sinistra è una città turrita.

(1) Questo periodo della storia napoletana è trattato ampiamente
e con rigorosa critica da E. Nunziante: 1 primi anni di Ferdinando
d'Aragona e l'invasione di Giovanni d'Angiò (estr. AaW Archivio storico
per le provincie napoletane). Napoli, Giannini, 1898.

Sotto, leggonsi le seguenti parole:
PRINCEPS CUM lACOBO CUM DIOFEBO QUEM DOLOSE
UT REGEM PERIMANT COLLOQIUM SIMULANT.
Nel bassorilievo corrispondente del battente sinistro è
rappresentata la seconda parte dell'episodio. Il re, di spalle,
leva in alto il braccio in attitudine di difendersi dall'assalto
proditorio del Marzano, del Montagano e dell'Anguillara.
Dal fondo, identico a quello dell'altro scompartimento,
si vedono avanzare le schiere regie che, situate a poca di-
stanza dalla Torricella, furono avvertite del pericolo in cui
era il re dallo strepito delle armi.
L'iscrizione dice:
HOS REX ARCIPOTENS ANIMOSIOR HECTORE CLARO
SENSIT UT INSIDIAS ENSE MICANTE FUGAT.
Negli scompartimenti inferiori, sopra lo zoccolo, è fi-
gurata la presa di Accadia e la ritirata delle schiere an-
gioine a Troia in Capitanata.
La prima è nel battente sinistro. Nella parte superiore
del rilievo, su di un colle difeso da ogni parte da rupi
scoscese e di malagevole salita è situata la città di Acca-
dia, cinta da robuste torri ed alte mura. Alla sua destra
è un campo ricoperto di tende. Una delle torri, pel vigo-
roso bombardamento delle artiglierie, è diruta, e una
larga breccia si vede aperta nella muraglia. Per essa l'eser-
cito vittorioso, i fanti alla testa e dietro la cavalleria, en-
tra nella vinta città. Sulla strada rocciosa, in salita vedesi
a sinistra una bombarda accudita da vari bombardieri;
un gruppo di cavalieri è a destra della breccia; altri sal-
gono per la tortuosa via, precedendo coi fanti il corteo
che è disposto nella parte anteriore del rilievo. Sotto leg-
gesi:
AQUADIAM FORTEM CEPIT REX FORTIOR URBEM
ANDEGAVOS PELLENS VIRIBUS EXIMIIS.
Nello scompartimento corrispondente del battente destro
si scorge l'esercito angioino che si avvia a Troia. Nella
parte superiore sono molti fanti occupati a radunare i ba-
gagli nel campo presso Accadia, mentre la serpeggiante
 
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