RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA
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de li due. II per detto compimento si sono pagati puro ad An-
drea Lauli esattore di detta Cappella, in lib. Int. f. 5. 10,3,15
f 1634 et 1635 fol. 14 t.
Da Matteo Pelliccia due. 4 e t. 1, per saldo della sua parte
dell'apprezzo dell'opera de S. Maria delli Angeli . .. 4,1
F. II a t.
Da Costantino Marasi d. 6 e gr. 5 a compimento de duc.
16,2,5 de pagamento dal d.° Marasi fatto in d.° banco, atteso li
restanti duc. 10,1,7 si sono spesi nella lite tra la Cappella et
esso Costantino come nel libro d'esito appare .... 6,5
E più dell'apprezzo fatto da m. Vitale Finelli, et Antonio So-
lario dell'opera de lavori de marmi fatta per m. Andrea Mala-
tona dentro la Chiesa de Montevergine e proprio nella cappella
delli Mansi duc. 6,2,7 ^.6,2,7 %
In fede io Agostino Giordano secretarlo della Venerabile Cap-
pella dei SS. Quattro Coronati dell'Arte dei Scultori et Marmo-
rari di Napoli le retroscritte partite essere state cavate dalli libri
di detta Venerabile Cappella e dalle scritture che si conservano
in mio potere.
A 20 dicembre 1636.
Agostino Giordano secr.
Per dimostrare che il dritto si riscuoteva anche sulle
opere destinate ad altre città, i consoli produssero questo
altro certificato, estratto dallo stesso libro d'introiti:
Anni 1638 e 1639.
Da Francesco Valentino et Pietro Antonio della Moneca in
solidum in conto delle opere fatte da essi in la città de Ravello
conforme per fede di apprezzo fatta per Andrea Malanno e D.co
Agliani.4,2,10
Da Nufrio Galvano per la maestranza dell'anno 1638 . 6.—
Da F.co Valentino e P. A. Della Monica in conto della d.a
opera di Raviello.3.—
Frattanto il Viceré aveva abolito le delegazioni delle
Arti e il giudizio dal Vargas era passato al consigliere
Francesco Capecelatro. A lui, l'ii aprile 1637, i compo-
nenti la Corporazione si rivolsero perchè affrettasse la de-
cisione. Ecco gli artisti che firmarono l'istanza:
Francesco lodice, Donato Vanelli, Antonio Solaro, Francesco
Valintini governatori del sodalizio artistico, Gio. Antonio Gai-
luccio capo maestro, lacobo Lazeri capo maestro marmoraio,
Gaetano Finali scultore, Matteo Pelliccia capo maestro marmo-
raio, Antonio Serachioli capo maestro, Francesco Agniesini mar-
moraio, Dionisio Lazzeri marmoraio, Vitale Finelli scultore, Sa-
lomone Rapi scultore, Giovanni Gox marmoraio, Pietro Angelo
Ripoli marmoraio, Nicola de Guida capo maestro marmoraio,
Francesco Catonela capo maestro, Francesco Castellano scultore
di marmo, Andrea lodice scultore, lacobo Nelli, Francesco Ge-
ronimi capo maestro, Battista Ruscho marmoraio, Francesco Pa-
teta marmoraio, Francesco Melone, Antonio Raugino, Andrea
Macera marmoraio, Simone Tacca capo maestro marmoraio, Vin-
cenzo de Guida marmoraio, lacobo Cigliano marmoraio, Andrea
Malasona, Santino Barbero marmoraio, Pietro Antonio della Mo-
nica, Ercole Ferata marmoraio, Giovanni Nelli marmoraio, mae-
stro Domenico Algiani, Giovanni Lombardeli marmoraio, Giu-
seppe Cerchii capo maestro, Bellardino Ginonini capo maestro,
Domenico Cerchia, Giuseppe Ginomini marmoraio, Giorgio Scala
marmoraio, Martino Scala marmoraio, Battista Scala marmo-
raio, Giovanni Mozzetti capo maestro, Pompeo Solaro marmo-
raio, Giuseppe Marcheti marmoraio, Segno di croce di lacobo
Lunderi per non sapere scrivere, Berardino Lundini, Giovanni
Landi, Giulio Mencaglia scultore, Francesco Mozzeti, Domenico
Gnospoti, Giuseppe lerato marmoraio, Segno di croce di Fabri-
zio Canito illetterato, Cesare de Profili marmoraio, Segno di
croce di Pellegrino Gropili di Gantereno Velo e di .
Ventura, di Francesco Bianchi e di Domenico Bononalto illet-
terati, Gio. Andrea Gallo marmoraio, Gio. Marco Vitale scul-
tore, Giovanni Muzino marmoraio, Onofrio Calvano marmoraio,
Lorenzo Bello marmoraio, Guillelmo Fonnu scultore, Giulio
Luzzi marmoraio, Agostino Caiaza, Pietro di Fabio Pellolla mar-
moraio, Gio. Maria Valentino scultore, Francesco Gori e lacobo
Riccio marmoraio.
Ma la sentenza si fece aspettare fino ai 21 marzo 1639
e fu di piena condanna per Costantino Marasi.
Eustachio Rogadeo.
CHIESETTE MEDIEVALI IN BASILICATA
I.
La « Madonna della Foresta ».
(Quel vasto altipiano sui confini di Puglia e di Basili-
cata che s'incunea a triangolo tra la valle feconda dell'O-
fanto, la Réndina sconsolata nelle aride ripe di creta, e le
colline di Gaudiano, il feudo di Federigo II — sola macchia
verde e boscosa sull'immensa distesa; si avvalla talvolta, co-
me per iscoscendimento, in brevi e fondi valloni, tutti freschi
di piante e di acque sonore quando la grande estate fiam-
meggia, implacabile, sull'Apulia siticulosa. Il più verde di
essi, a sud-est di Lavello, la piccola cittadina che vide
nel 1254 la morte di Carlo II, è il vallone della Madonna
della Foresta. Dall'imbuto ombroso, unico resto di una an-
tica distesa boschiva, l'occhio guarda lontano, soltanto, per
una breve apertura delle ripe, un tratto di pianura ofantina,
e a nord le molte cime del Vulture, che di là appare
come un nitido ed alto Resegone a cavalier della Puglia.
Tra gli ulivi e i noci del vallone, gemelle nella bruna
e rozza fabbrica antica e vòlte, come nell'uso medievale,
all'oriente, s'ergono nella infinita quiete del luogo due
chiesette campestri: 5. Maria ad Martyres e S. Avaria delle
Rose 0 Madonna della Foresta.
La prima delle due chiesette, restaurata nel 1738 V),
non ha nulla di notevole se non forse una graziosa absi-
de lunga dalla vòlta a sesto acuto, rotta da svelti archi di
ugual sesto poggianti su pilastri ottagonali. Nel fondo del-
(1) Come da una iscrizione su lastra di mattone incastrata nella
facciata.
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de li due. II per detto compimento si sono pagati puro ad An-
drea Lauli esattore di detta Cappella, in lib. Int. f. 5. 10,3,15
f 1634 et 1635 fol. 14 t.
Da Matteo Pelliccia due. 4 e t. 1, per saldo della sua parte
dell'apprezzo dell'opera de S. Maria delli Angeli . .. 4,1
F. II a t.
Da Costantino Marasi d. 6 e gr. 5 a compimento de duc.
16,2,5 de pagamento dal d.° Marasi fatto in d.° banco, atteso li
restanti duc. 10,1,7 si sono spesi nella lite tra la Cappella et
esso Costantino come nel libro d'esito appare .... 6,5
E più dell'apprezzo fatto da m. Vitale Finelli, et Antonio So-
lario dell'opera de lavori de marmi fatta per m. Andrea Mala-
tona dentro la Chiesa de Montevergine e proprio nella cappella
delli Mansi duc. 6,2,7 ^.6,2,7 %
In fede io Agostino Giordano secretarlo della Venerabile Cap-
pella dei SS. Quattro Coronati dell'Arte dei Scultori et Marmo-
rari di Napoli le retroscritte partite essere state cavate dalli libri
di detta Venerabile Cappella e dalle scritture che si conservano
in mio potere.
A 20 dicembre 1636.
Agostino Giordano secr.
Per dimostrare che il dritto si riscuoteva anche sulle
opere destinate ad altre città, i consoli produssero questo
altro certificato, estratto dallo stesso libro d'introiti:
Anni 1638 e 1639.
Da Francesco Valentino et Pietro Antonio della Moneca in
solidum in conto delle opere fatte da essi in la città de Ravello
conforme per fede di apprezzo fatta per Andrea Malanno e D.co
Agliani.4,2,10
Da Nufrio Galvano per la maestranza dell'anno 1638 . 6.—
Da F.co Valentino e P. A. Della Monica in conto della d.a
opera di Raviello.3.—
Frattanto il Viceré aveva abolito le delegazioni delle
Arti e il giudizio dal Vargas era passato al consigliere
Francesco Capecelatro. A lui, l'ii aprile 1637, i compo-
nenti la Corporazione si rivolsero perchè affrettasse la de-
cisione. Ecco gli artisti che firmarono l'istanza:
Francesco lodice, Donato Vanelli, Antonio Solaro, Francesco
Valintini governatori del sodalizio artistico, Gio. Antonio Gai-
luccio capo maestro, lacobo Lazeri capo maestro marmoraio,
Gaetano Finali scultore, Matteo Pelliccia capo maestro marmo-
raio, Antonio Serachioli capo maestro, Francesco Agniesini mar-
moraio, Dionisio Lazzeri marmoraio, Vitale Finelli scultore, Sa-
lomone Rapi scultore, Giovanni Gox marmoraio, Pietro Angelo
Ripoli marmoraio, Nicola de Guida capo maestro marmoraio,
Francesco Catonela capo maestro, Francesco Castellano scultore
di marmo, Andrea lodice scultore, lacobo Nelli, Francesco Ge-
ronimi capo maestro, Battista Ruscho marmoraio, Francesco Pa-
teta marmoraio, Francesco Melone, Antonio Raugino, Andrea
Macera marmoraio, Simone Tacca capo maestro marmoraio, Vin-
cenzo de Guida marmoraio, lacobo Cigliano marmoraio, Andrea
Malasona, Santino Barbero marmoraio, Pietro Antonio della Mo-
nica, Ercole Ferata marmoraio, Giovanni Nelli marmoraio, mae-
stro Domenico Algiani, Giovanni Lombardeli marmoraio, Giu-
seppe Cerchii capo maestro, Bellardino Ginonini capo maestro,
Domenico Cerchia, Giuseppe Ginomini marmoraio, Giorgio Scala
marmoraio, Martino Scala marmoraio, Battista Scala marmo-
raio, Giovanni Mozzetti capo maestro, Pompeo Solaro marmo-
raio, Giuseppe Marcheti marmoraio, Segno di croce di lacobo
Lunderi per non sapere scrivere, Berardino Lundini, Giovanni
Landi, Giulio Mencaglia scultore, Francesco Mozzeti, Domenico
Gnospoti, Giuseppe lerato marmoraio, Segno di croce di Fabri-
zio Canito illetterato, Cesare de Profili marmoraio, Segno di
croce di Pellegrino Gropili di Gantereno Velo e di .
Ventura, di Francesco Bianchi e di Domenico Bononalto illet-
terati, Gio. Andrea Gallo marmoraio, Gio. Marco Vitale scul-
tore, Giovanni Muzino marmoraio, Onofrio Calvano marmoraio,
Lorenzo Bello marmoraio, Guillelmo Fonnu scultore, Giulio
Luzzi marmoraio, Agostino Caiaza, Pietro di Fabio Pellolla mar-
moraio, Gio. Maria Valentino scultore, Francesco Gori e lacobo
Riccio marmoraio.
Ma la sentenza si fece aspettare fino ai 21 marzo 1639
e fu di piena condanna per Costantino Marasi.
Eustachio Rogadeo.
CHIESETTE MEDIEVALI IN BASILICATA
I.
La « Madonna della Foresta ».
(Quel vasto altipiano sui confini di Puglia e di Basili-
cata che s'incunea a triangolo tra la valle feconda dell'O-
fanto, la Réndina sconsolata nelle aride ripe di creta, e le
colline di Gaudiano, il feudo di Federigo II — sola macchia
verde e boscosa sull'immensa distesa; si avvalla talvolta, co-
me per iscoscendimento, in brevi e fondi valloni, tutti freschi
di piante e di acque sonore quando la grande estate fiam-
meggia, implacabile, sull'Apulia siticulosa. Il più verde di
essi, a sud-est di Lavello, la piccola cittadina che vide
nel 1254 la morte di Carlo II, è il vallone della Madonna
della Foresta. Dall'imbuto ombroso, unico resto di una an-
tica distesa boschiva, l'occhio guarda lontano, soltanto, per
una breve apertura delle ripe, un tratto di pianura ofantina,
e a nord le molte cime del Vulture, che di là appare
come un nitido ed alto Resegone a cavalier della Puglia.
Tra gli ulivi e i noci del vallone, gemelle nella bruna
e rozza fabbrica antica e vòlte, come nell'uso medievale,
all'oriente, s'ergono nella infinita quiete del luogo due
chiesette campestri: 5. Maria ad Martyres e S. Avaria delle
Rose 0 Madonna della Foresta.
La prima delle due chiesette, restaurata nel 1738 V),
non ha nulla di notevole se non forse una graziosa absi-
de lunga dalla vòlta a sesto acuto, rotta da svelti archi di
ugual sesto poggianti su pilastri ottagonali. Nel fondo del-
(1) Come da una iscrizione su lastra di mattone incastrata nella
facciata.