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Napoli nobilissima: rivista d' arte e di topografia napoletana — 10.1901

DOI issue:
Nr. 12
DOI article:
Colombo, Antonio: Il monastero e la chiesa di Santa Maria della Sapienza, 3, Condizioni interne
DOI article:
Maresca di Serracapriola, Antonino: Battenti e decorazione marmorea di antiche porte esistenti in Napoli, [4,2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.71019#0204

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NAPOLI NOBILISSIMA

degli altri istituti religiosi della città. Soppresso con real
decreto del 12 gennaio 1808, le suore però continuarono
a rimanervi (O, e con esse le altre domenicane di S. Seba-
stiano che, per legale abolizione della loro clausura, erano
state colà riunite (2).
continua.
Antonio Colombo.

BATTENTI E DECORAZIONE MARMOREA
DI ANTICHE PORTE ESISTENTI IN NAPOLI

(Cont., vedi fase. XI).
Un altro genere di decorazioni dei battenti del XVII
secolo consiste nello averli ricoperti prima con lamine me-
talliche e poi nello avere infisso su queste a disegni sva-
riati molti chiodi di molteplici forme.
Queste teste di chiodi furono per lo più faccettate pri-
smaticamente in mille guise, ed ora se ne veggono delle
piramidali, ora delle triangolari, alcune volte hanno la for-
ma del rombo, altre volte quella conica baccellata. Tali
chiodi disposti a disegni diversi, danno aspetto severo e
robusto alle porte che essi ornano, le quali massimamente
allorché sono illuminate dal sole assumono un insieme
bellissimo formato dagli sbattimenti di ombre.
Questo motivo decorativo si praticò sino ai primi anni
del millesettecento, e ve ne sono esempi anche più re-
centi.
Battenti così decorati hanno le tre porte della chiesa del
Gesù Nuovo, la porta piccola e quella del soccorpo della
chiesa di S. Domenico Maggiore, quella della clausura del
monastero di Suor Orsola Benincasa, di Santa Teresa agli
Studi, del Banco del Monte dei Poveri in via Tribunale;
la porta della sala del Consiglio del Banco dei Santi Gia-
como e Vittoria, al presente sede della Cassa S. Giacomo
del Banco di Napoli, quella di S. Giorgio dei Genovesi,
della porteria dell'abolito monastero della Maddalena, le
due porte minori del Duomo e finalmente quelle dell'an-
tica porteria dell'abolito monastero di S. Domenico Soriano
e della chiesa di S. Michele a piazza Dante.
I battenti delle porte del Gesù Nuovo sono coperti da
parecchie migliaia di teste di chiodi a forma prismatica
distribuite in linee che formano due figure romboidali l'una

(1) Catalani, Le chiese di Napoli, voi. II, p. 4.

(2) Nel 18 gennaio 1808 furono pagati a varii artefici ducati 65
« per accomodi e politure delle stanze del.... monastero ad occasione
« dell'ingresso delle monache di S. Sebastiano ». Altri ducati 27 fu-
rono spesi « per lampioni occorsi ne' corridoi del monastero ». Cit.
vol. 3197.

nell'altra fiancheggiate nei quattro lati da chiodi disposti
a figura triangolare, vedendosi ripetuta nella porta mag-
giore per ben ventiquattro volte la indicata disposizione
dei chiodi, osservandosi nel mezzo degli spazi rinchiusi
nelle linee di chiodi che formano i rombi una grossa testa
di chiodo a forma romboidale, e nello spazio rinchiuso tra
le linee dei chiodi che delineano le figure triangolari una
a forma triangolare. La ripetizione di queste semplici fi-
gure geometriche completa con serietà la severa decora-
zione, dandole un aspetto robusto.
Le porte minori del Gesù sono decorate nei piedritti e
nell'architrave con semplicità di linee. Al di sopra dell'ar-
chitrave è un frontone curvilineo spezzato nella base ed
ornato nel timpano di uno scudo a testa di cavallo, dove
è l'arma dei Sanseverino accoppiata a quella dei Della Ro-
vere, sormontata da corona e fiancheggiato da festoni di
frutta a tutto rilievo allacciati a leggiadri nastri. Il tutto
è ben armonizzato e palesa il più puro stile del seicento.
Al contrario, l'ornamento della porta maggiore è formato
da un accozzamento di bello e d'irregolare, di linee e
d'idee diverse.
Si scorge in esso un nuovo concetto che, pur volendo
rispettare in certo modo il vecchio, vi accumula senza
alcuna ponderazione nuovi ornamenti che per le loro pro-
porzioni offuscano le splendide linee antiche.
Sculture più antiche sono gli stipiti e l'architrave che
nelle loro modanature sono arricchiti da perle, fusaiole
alternate da gola ornata a foglie continue.
Ammiransi poi due fasce poste esternamente ai piedritti,
nei cui campi vi è una leggiadrissima arabescatura a leg-
giero rilievo che ha origine dalla bocca di un bel vaso
poggiato sul piede di un candelabro, e che nel suo svelto
sviluppo mostra qua e là altri graziosi vasi di svariate
forme messi fra i delicati attortigliamenti dei capreoli dei
fogliami sui quali poggiano diversi uccelletti disposti in
vari movimenti. In cima due mensole sostengono gli stem-
mi inquartati dei Sanseverino e Della Rovere, e tra esse,
nell'architrave, un fregio ornato da quattro festoni di frutta
che pendono da cinque teste, e che racchiudono alterna-
tamente un piccolo scudo con l'arme dei Sanseverino e
una corona: il tutto a leggiero rilievo. È anche antica la
grande cornice arricchita da ovoli e dentelli sovrapposta a
questo fregio. Questi antichi marmi ornavano l'ingresso
del sontuoso palazzo che l'architetto Novello di San Lu-
cano edificò nel 1470 per Roberto Sanseverino principe
di Salerno. Tramutato nel 1584 il palazzo nella chiesa
del Gesù, la porta restò intatta fino al 1685, quando fu
alzata per più palmi, e le furono aggiunte ai lati le co-
lonne di granito rosso e sopra la cartella rigonfia dell'ar-
chitrave, il frontone spezzato con le due statue, con la
 
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