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Napoli nobilissima: rivista d' arte e di topografia napoletana — 10.1901

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Nr. 10
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Colombo, Antonio: Il monastero e la chiesa di Santa Maria della Sapienza, 1
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https://doi.org/10.11588/diglit.71019#0161

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apoli nobilissima

RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

Vol. X.

FASC. X.

IL MONASTERO E LA CHIESA
DI SANTA MARIA DELLA SAPIENZA

I.
Fondazione.

el vico Sole e Luna presso alla chiesa di S. Maria
Maggiore, oggi Pietrasanta (0, e propriamente, come cre-
clesi, in angolo con l'attuale strada della Sapienza (2), un
tempo Marmorata (3), sorgeva nei primi anni del secolo XVI
un antico edificio « coverto a tetti »; il quale intorno al-
l'anno 1,07 era venuto in potere del cardinale Oliviero
Carafa, che pensava di adattarvi un ricovero di studenti
poveri, ove « loro insegnate.si fossero le scienze e i
« buoni costumi ».

(1) Del vico Sole et luna, detto pure Carusu, si ha memoria sin
dai tempi ducali (Capasso, Pianta della città di Nap. nel sec. XI, in
Arch. stor. nap., XVII, p. 434), ove nell'anno 836 è pure ricordata
una chiesetta dedicata al B. Eutimio (Id., Mon. ad Neap. ducatus etc.,
vol. II, p. I, pag. 71). In documenti posteriori trovo ancora notata una
casa in vico publico qui nominatur Sol et luna regionis Marmorata, ven
duta nell'anno 1284 per 5 once d'oro, insimul cum arieribus et aspecti-
bus suis, ad un Landulfo Buccatorio (Pergamene presso la Società nap.
di storia patria, n. 919), e nel 1374 un altro edificio in plathea Mar-
morata in vico Sol et luna, iuxta domum Ryalie Isclane, via pubblica e
altri confini (Arch. arcivescovile, Visita del card. Ann. de Capua, anno
1581, vol. III, fol. 258). Una casa nel vico Sole e luna è indicata nel
1478 come appartenente ad un Paolo de Muzzo, ed anche nel 1512
un'altra casa « in vico Sol et luna seu di S. Maria Maggiore » ven-
duta per ducati 100 dai coniugi Pirro Antonio Traverso e Maddalena
de Baldatio ad Antonio Pandella (Ivi, fol. 236 t. e 337). Oltre al vico,
il Summonte (Hist. della città e regno di Nap., t. I, p. 73) notò pure
la strada del Sole e luna, che sarebbe stata quella della Torre ad Arco,
posta poco più innanzi; ed a questa potrebbe riferirsi quella casa di
cui un documento del 1490 fa menzione come sita in plathea dieta sol
et luna, confinante con i beni di Salvatore Russo, con una corte comu-
nale el via pubblica (cit. Visita del card, de Capua, vol. III, fol. 241).
Ad ogni modo altre carte rammentano del pari in appresso il vico
Sole e luna, e che io tralascio dal notare; al quale vico, però, fu at-
tribuita talvolta altra denominazione, come di seguito mi occorrerà di
accennare.
(2) Comunicazione del compianto comm. Bartolommeo Capasso.
(3) La regione Marmorata, ricordata pure nei tempi del ducato,
probabilmente si disse così per qualche ricco edificio che vi si vedeva,

L'opera benefica, che, a somiglianza di quella esistente
allora in Roma, si disse la Sapienza, rimase interrotta per
la morte del pio prelato (O, avvenuta nel 1511 (2); e nel-
l'anno stesso, al 29 luglio, i suoi eredi, in seguito ad un
lodo emesso da Giov. Tommaso Carafa conte di Madda-
loni, ne divisero i beni, fra i quali era compresa l'indicata
casa denominata la Sapienza, che, con tutti gli ammani-
menti di pietre, di calce, di legname e con quanto altro
erasi approntato pel suo adattamento, rimase assegnata a
Vincenzo Carafa, arcivescovo di Napoli, e ai suoi con-
giunti Giacomo e Antonio Carafa, conte di Ruvo (3).

e dai molteplici ruderi marmorei onde era adornata. Le denomina-
zione di Marmorata fu attribuita ancora alla via principale, detta ora
della Sapienza, strada però che sin da epoca remota prendeva il nome
dii Capo de Trio nel sito ove vedesi ora costruita la chiesa di Regina
Coeli. Appartennero a questa regione il vico Sole e luna, il vico oggi
chiamato Settimo Cielo, il vico S. Gaudioso, la strada che da sotto il
Foro saliva a Marmorata, il vico del Dattilo, ed altre vie intermedie
(Capasso, Pianta, 1. c. p. 433-434. Filangieri, Doc. per la storia, le
arti etc., vol. IV, p. 7). Oltre ad alcuni vichi vicinali (Monasteri sop-
pressi, vol. 4939, fol. 869), trovo notizia, nel 1536, di un edificio in
plathea Marmorata in loco ubi dicitur vico de Canciello (cit. Visita del
Card, de Capua, t. III, fol. 231 t.), ed ancora di una piccola casa « seu
« casetta veterem » sita « in vico ditto delli Cancelli supra platheam
« delli Marmorati », venduta nel 19 giugno 1572 da Pietrantonio, Eu-
genio ed Antonio Gattola a Giovanni Altomare (Mon. soppressi, vol.
5053, fol. 411). Del vico di Canciello, che prolungavasi verso S. Agnello,
v'è ricordo sin dal 1400; nel qual vico, in quell'anno, è indicata una
casa, devoluta al monastero di S. Domenico Maggiore, « giusta le case
« di Gallo Castracane », quelle di Trudella moglie di Antonio Ca-
ballo e della chiesa di S. Agnello e « vico vicinale » (Ivi, vol. 596,
fol. 35 L).

(1) Arch. di Stato, Monasteri soppressi, vol. 3170, p. 1. Aldimari,
Storia della famiglia Carafa, vol. II, pag. 101-102, e vol. III, p. 22, 23.
Monastero della Sapienza, ms. nella Biblioteca di S. Martino, n. 264-1-90.
De Lellis, Aggiunta alla Nap. sacra del d'Engenio, ms. presso la Na-
zionale, X, B, 20, fol. 118 t. e 119.

(2) Aldimari, op. cit., vol. III, p. 26. Nel documento riportato
nella seguente nota, la morte del card. Carafa segnasi invece nel-
l'anno 1509.

(3) Il documento, indicatomi dal mio amico cav. Adolfo Avena,
che sentitamente ringrazio, è così riassunto dal Bolvito (Var. rerum,
vol. IV, p. 127): Inst. olim confectum per dictum qm. Not. Nicolaum
(d'Afeltro) sub die 29 lulii 1511. Sententiae arbitralis promulgatae per
ecc.m qm. Io. Thomasium Carrafam Comitem Magdaloni in eius domibus
sitis in platea Nidi, civ. Neap. de et super divisione facienda bonorum
haereditariorum qm. R. Card. Oliverij Carrafa mortai in anno 1509, in-
 
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