Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Napoli nobilissima: rivista d' arte e di topografia napoletana — 10.1901

DOI issue:
Nr. 12
DOI article:
Di Giacomo, Salvatore: "Dognanna" fuit!
DOI article:
Ceci, Giuseppe: La chiesa e il convento di Santa Caterina a Formello, [4]
DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.71019#0194

DWork-Logo
Overview
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
178

NAPOLI NOBILISSIMA

— Già.— fece l'altro un po' mortificato.
— A Napoli è una commissione pe' monumenti che si
diletta a far proposte, le quali non sono tenute in conto da
nessuno. Vi sono monumenti nazionali, per esempio la
chiesa di S. Pietro a Majella, che da venti anni rimangono
nel più indecoroso abbandono. Sulle mura degli altri si at-
taccano i manifesti del San Ferdinando e di Watry. Uno
dei più sontuosi palazzi napoletani, quello di Maddaloni, ne
è letteralmente coperto. Sugli obelischi cresce l'erbaccia.
L'arco d'Alfonso d'Aragona va sfasciandosi. Avevate il
mare lì alla fine della via del Duomo? Ve ne hanno tolto
la vista. Si vedeva il mare dalla Marinella? Vi hanno fab-
bricato davanti una cortina che si prolungherà fino a Por-
tici. Guardate un poco le vostre chiese più antiche e più
famose. Una rovina. La magnifica villa di Portici? Un di-
sastro. Quella di Quisisana? Peggio che mai. Le fontane?
E dove sono più? I monumenti, l'arte... ma di che parlate?
A Napoli i signori napoletani hanno lasciato vendere la
Galleria Vonwiller — la più bella raccolta e la più com-
pleta di quanto l'arte nostra ha dato durante i tre primi
ventennii del secolo — per una miseria! E voi che volete?
— Io? — fece l'altro — Niente....
E si volse attorno come per chiedere aiuto.
— « Dognanna » era del demanio. Quel signore l'ha
comprato come si compra un pezzo di terra qualunque,
un fabbricato qualunque. Il torto non è suo. Aveva ra-
gione!
Vi fu un silenzio. Il tram giungeva al Capo. Il signore
che scendeva a Marechiaro arrischiò:
— Voi conoscete la cappella del Pontano?
— Certo! — fece l'altro — Un vero tesoro quattro-
centesco! Noli obsecro injuriam mortuo facere! Non mi fate
ingiuria, perchè morendo non ne ho fatto alcuno!
— È del demanio....
— Benissimo!
— No, malissimo. Io me la compro.
— Benissimo!
Col piede sulla predella del tram l'altro annunziò:
— E giacché ne posso fare quello che voglio, ci metto
il gas acetilene e il Bar delle cinque fate!...
Saltò a terra e scappò per la viuzza di Marechiaro (T).
Salvatore di Giacomo.

(1) Notizie su questo famoso palazzo si trovano in tutti i libri che
descrivono la città. Soggetto di uno studio accurato ne fece Scipione
Volpicella in un capitolo dei suoi Principali edifici della città di Na-
poli (Napoli, Fibreno, 1830), p. 112 e seg., ristampato in Studi di Let
teratura, Storia ed Arti (Napoli, 1876). Con nuove aggiunte riprese a
trattare lo stesso tema Michelangelo Schipa nel fase. 12 dell'anno I
di questa rivista. Ultimamente Armando Pappalardo ha pubblicato
intorno ad esso un opuscolo.

LA CHIESA E IL CONVENTO
DI SANTA CATERINA A FORMELLO

IV.
Opere d'arte dei secoli xvii E xviii.
(Contin. e fine, vedi fase. VII).
Addossato al pilastro anteriore a sinistra della crociera
è il monumento sepolcrale di Carlo Spinelli e della mo-
glie Eleonora Crispano. È a tre facce con frontoni circo-
lari che poggiano sugli architravi dorici sostenuti ai lati
da pilastri e nel prospetto da colonne di marmo rosso. Fra
queste vien fuori l'energica figura del vecchio guerriero,
vestito di corazza con gorgiera alla spagnola, recante nella
mano destra il giavellotto, mentre la sinistra si appoggia
alla spada.
Non meno orgogliosa è l'epigrafe che lo Spinelli si
fece incidere nel 160, su questa tomba dove egli doveva
venire a riposare quattro anni dopo. Vi si racconta come
egli entrò nell'ordine militare appena fuori di puerizia,
quando combattè a Siena e ad Ostia; come, giovinetto,
formò col suo denaro una compagnia di trecento cavalli
e armò due navi; come represse il tumulto di Granata;
come combattè egregiamente alle Curzolari sotto il co-
mando di Don Giovanni d'Austria, e poi in Portogallo
e nel Belgio; come compose strenuamente i tumulti della
sua patria e come ne difese il lido dalle incursioni dei
predoni; e come ora in tarda età faceva parte del Consiglio
Supremo (V. Nella nicchia del lato sinistro è il mezzo
busto della moglie modestamente vestita ed incappucciata.
Un consimile monumento si osserva nella quarta cap-
pella a destra dirimpetto alla lapide di Luigi Acciapaccia.
È il sepolcro che Federico Tomacelli, marchese di Chiu-
sano, mentre era ancor vivo, apparecchiò a sè e sua mo-
glie Antonia Pisanelli. È la solita edicola con la nicchia
dove sorge in piedi la statua del cavaliere, e con l'urna
su cui è distesa quella di sua moglie. Nell'epigrafe, che

(1) CAROLUS I FERDINAND! SPINELLI DUCIS CATROVIL. SUPREMI A
LATERE I CONSILIARI! GRAVIS ARMATURAE EQUITUM CENTURIONIS | MA-
GNIQUE PROTHONOTARII FILIUS | EXTRAMA PUERITIA MILES AD SENENSE
ET OSTIENSE BELLUM IN MILITIAE DISCIPLINAM | PROFECTUS IUEUNTE
ADOLESCENTIA REGIAS EQUITUM COHORTES OCTOGINTA | EQUITIBUS AD
TRUENTUM SAEPE ALIAS CLASSEM DUABUS TRIREMIBUS SUA PECUNIA)
AUXIT IN GRANATENSE TUMULTU ET IN INSIGNI NAVALI PUGNA AD
ECHINADAS | DUCE AUSPICIISQUE IOANNIS AUSTRIACI | EGREGIE OPERAM
NAVAVIT IN BELLO | LUSITANICO TRIBUS IN BELGICO QUATUOR PEDI
TUM MILLIBUS TRIBUNUS PRAEFUIT ] PATRIOS TUMULTUS PRAETOR UR-
BIS STRENUE COMPOSUIT ORAM MARITIMAM | QUAM SAEPE CUM IMPERIO
LUSTRAVI I PRAEDONUM INCURSIONE PROHIBUIT ] QUAE REGI PROBANDA
PATRIAE PROFUTURA VIDEBANTUR DOMI FORISQUE | PERFECIT SUPREMI
CONSILII PARTICEPS EQUITUM GRAVIS ARMATURAE | CENTURIO INGRA-
VESCENTE AETATE SIBI ET ELEONORAE CRISPANAE CONIUGI CARISS.I
P. MDCV.
 
Annotationen