RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA
35
Spinazzola ebbero occasione di occuparsi in questa stessa
rivista di molti quadri della Pinacoteca napoletana, e di
accennare anch'essi alle sue tristi condizioni. Ora il Mi-
nistero ha lodevolmente disposto che tale riordinamento
si faccia, ed esso sarà compiuto sotto la direzione del
prof. Venturi.
Intanto era necessario fare un lavoro preparatorio: la-
voro d'indagine storica che dee precedere quello di ordi-
namento; vale a dire il formare lo stato civile dei quadri.
E con l'aiuto d'importanti documenti tratti dagli archivii
di Napoli e di Parma, e con l'accurato esame dei segni,
delle sigle, dei suggelli che recano i quadri; con le iscri-
zioni che per avventura vi si trovan dietro, e coi con-
fronti iconografici e stilistici, posso assicurare che si vanno
ottenendo soddisfacenti risultati; essendosi potuto già di
alcuni quadri tessere la storia completa: di altri definire
con sicurezza l'autore e il posto cronologico, e conoscere
i veri personaggi rappresentati.
E fin da ora posso affermare ch'è senza dubbio di Lo-
renzo Lotto il ritratto d'un Cardinale attribuito dal Beren-
son e da altri a Iacopo de' Barbari, o al Solario: che la
Lucrezia del Parmigianino è da identificare con quella che
stava nel palazzo del Giardino a Parma. Posso affermare
che la tavola della Madonna con S. Pietro Martire del
Lotto è la seconda opera che finora si conosca di questo
gran maestro: che il preteso Cardinal Passerini, dipinto
da Raffaello, non è altro che il futuro Paolo III, cardinale:
che il piccolo ritratto detto d'un prelato, con veste e be-
rettone color di rosa, è un Mantegna, e rappresenta un fi-
glio di Federico III Gonzaga, etc. etc.
A questo si aggiunga il lavoro di conservazione che si
va facendo, con l'assicurare il colore che cade, mettere
traverse mobili dietro le tavole o, alle molto delicate, ad-
dirittura una grata le cui assicelle poste per lungo sono fisse
e le altre poste per largo scorrevoli negli incavi delle prime.
Si foderano le tele in cattivo stato: si cerca, per quanto
è possibile di mettere cornici antiche, per dare al quadro
il suo vero effetto, evitando le brutte dorature moderne.
Il lavoro di adattamento e di distribuzione vien fatto con
criterii storici e topografici. In ogni sala vien collocato un
gruppo di quadri, per così dire, omogeneo. In una sala i
Veneziani del Quattrocento; nell'altra accanto, quelli del
Cinquecento; per Tiziano, che è tanto ben rappresentato
nella nostra Galleria, sarà destinata un'altra sala, e così
via di seguito pei Lombardi, pei Parmigiani, per gli Emi-
liani, etc. etc.; adattando per quanto è possibile, e non
senza difficoltà, i locali già esistenti, e cercando di miglio-
rare le condizioni d'illuminazione.
L'ala occidentale conterrà la pinacoteca del Rinascimen-
to: l'orientale quella del Seicento e Settecento, ed un Mu-
seo medioevale e moderno.
Il lavoro di ornamento compirà l'opera. Si cercherà di
fare in modo che il dipinto si trovi nelle condizioni più
favorevoli, cioè sopra un fondo che gli dia il suo giusto
effetto. La decorazione delle singole sale, per quanto sobria
e semplice, richiamerà le linee caratteristiche della regione
e del tempo a cui appartengono i quadri: avvicinandoli
così quanto più è possibile all'effetto ideato dal pittore.
Insomma, non sarà trascurata la più piccola particolarità
perchè la Galleria di Napoli risponda pienamente alla sua
alta importanza.
Un valoroso pittore napoletano, che giorni or sono si re-
cava alla Pinacoteca per osservare i lavori in corso, saputo
del modo con cui si pensa di mettere in rilievo la bel-
lezza delle cose belle, non potè a meno di dichiararsi am-
mirato per l'amorosa e religiosa cura che si aveva delle vo-
nerande opere antiche. E non sarà delusa la fiducia che gli
studiosi e gli amatori delle opere d'arte ripongono nel
prof. Venturi, il quale ha già acquistato meritata fama in
simili riordinamenti, volti a restituire il decoro alla nostra
antica arte.
Antonio Filangieri di Candida.
LA CHIESA E IL CONVENTO
DI S. CATERINA A FORMELLOW
III.
Opere d'arte dei secoli xv E xvi.
Molte ed importanti opere d'arte si vennero disponendo,
a spese dei frati domenicani e dei patroni delle cappelle,
nella chiesa di S. Caterina a Formello sin dall'inizio della
sua ricostruzione; e alcune vi furono riportate dalla vec-
chia chiesa demolita.
A questa, evidentemente, appartenne la tomba del se-
colo XIV o del principio del secolo seguente, di cui avan-
zano ancora due pezzi: una cariatide e un medaglione. La
cariatide è poggiata in una nicchia al fianco della tomba
di Carlo Spinelli che è addossata al pilastro anteriore a
sinistra della crociera. È la figura allegorica di una « Giu-
stizia », come se ne vedono tante a sostegno dei sarco-
faghi coevi nelle nostre chiese: si riscontri per esempio
colla consimile cariatide del sepolcro dell'arcivescovo Bran-
caccio nella seconda cappella della navata destra di S. Do-
menico Maggiore. Il medaglione racchiude l'immagine a
bassorilievo di Gesù flagellato con fondo nero: esso si
trova ora incastrato in una parete della camera che pre-
cede il campanile.
(i) Vedi gli articoli pubbl. nei fascicoli IV e V del 1900.
35
Spinazzola ebbero occasione di occuparsi in questa stessa
rivista di molti quadri della Pinacoteca napoletana, e di
accennare anch'essi alle sue tristi condizioni. Ora il Mi-
nistero ha lodevolmente disposto che tale riordinamento
si faccia, ed esso sarà compiuto sotto la direzione del
prof. Venturi.
Intanto era necessario fare un lavoro preparatorio: la-
voro d'indagine storica che dee precedere quello di ordi-
namento; vale a dire il formare lo stato civile dei quadri.
E con l'aiuto d'importanti documenti tratti dagli archivii
di Napoli e di Parma, e con l'accurato esame dei segni,
delle sigle, dei suggelli che recano i quadri; con le iscri-
zioni che per avventura vi si trovan dietro, e coi con-
fronti iconografici e stilistici, posso assicurare che si vanno
ottenendo soddisfacenti risultati; essendosi potuto già di
alcuni quadri tessere la storia completa: di altri definire
con sicurezza l'autore e il posto cronologico, e conoscere
i veri personaggi rappresentati.
E fin da ora posso affermare ch'è senza dubbio di Lo-
renzo Lotto il ritratto d'un Cardinale attribuito dal Beren-
son e da altri a Iacopo de' Barbari, o al Solario: che la
Lucrezia del Parmigianino è da identificare con quella che
stava nel palazzo del Giardino a Parma. Posso affermare
che la tavola della Madonna con S. Pietro Martire del
Lotto è la seconda opera che finora si conosca di questo
gran maestro: che il preteso Cardinal Passerini, dipinto
da Raffaello, non è altro che il futuro Paolo III, cardinale:
che il piccolo ritratto detto d'un prelato, con veste e be-
rettone color di rosa, è un Mantegna, e rappresenta un fi-
glio di Federico III Gonzaga, etc. etc.
A questo si aggiunga il lavoro di conservazione che si
va facendo, con l'assicurare il colore che cade, mettere
traverse mobili dietro le tavole o, alle molto delicate, ad-
dirittura una grata le cui assicelle poste per lungo sono fisse
e le altre poste per largo scorrevoli negli incavi delle prime.
Si foderano le tele in cattivo stato: si cerca, per quanto
è possibile di mettere cornici antiche, per dare al quadro
il suo vero effetto, evitando le brutte dorature moderne.
Il lavoro di adattamento e di distribuzione vien fatto con
criterii storici e topografici. In ogni sala vien collocato un
gruppo di quadri, per così dire, omogeneo. In una sala i
Veneziani del Quattrocento; nell'altra accanto, quelli del
Cinquecento; per Tiziano, che è tanto ben rappresentato
nella nostra Galleria, sarà destinata un'altra sala, e così
via di seguito pei Lombardi, pei Parmigiani, per gli Emi-
liani, etc. etc.; adattando per quanto è possibile, e non
senza difficoltà, i locali già esistenti, e cercando di miglio-
rare le condizioni d'illuminazione.
L'ala occidentale conterrà la pinacoteca del Rinascimen-
to: l'orientale quella del Seicento e Settecento, ed un Mu-
seo medioevale e moderno.
Il lavoro di ornamento compirà l'opera. Si cercherà di
fare in modo che il dipinto si trovi nelle condizioni più
favorevoli, cioè sopra un fondo che gli dia il suo giusto
effetto. La decorazione delle singole sale, per quanto sobria
e semplice, richiamerà le linee caratteristiche della regione
e del tempo a cui appartengono i quadri: avvicinandoli
così quanto più è possibile all'effetto ideato dal pittore.
Insomma, non sarà trascurata la più piccola particolarità
perchè la Galleria di Napoli risponda pienamente alla sua
alta importanza.
Un valoroso pittore napoletano, che giorni or sono si re-
cava alla Pinacoteca per osservare i lavori in corso, saputo
del modo con cui si pensa di mettere in rilievo la bel-
lezza delle cose belle, non potè a meno di dichiararsi am-
mirato per l'amorosa e religiosa cura che si aveva delle vo-
nerande opere antiche. E non sarà delusa la fiducia che gli
studiosi e gli amatori delle opere d'arte ripongono nel
prof. Venturi, il quale ha già acquistato meritata fama in
simili riordinamenti, volti a restituire il decoro alla nostra
antica arte.
Antonio Filangieri di Candida.
LA CHIESA E IL CONVENTO
DI S. CATERINA A FORMELLOW
III.
Opere d'arte dei secoli xv E xvi.
Molte ed importanti opere d'arte si vennero disponendo,
a spese dei frati domenicani e dei patroni delle cappelle,
nella chiesa di S. Caterina a Formello sin dall'inizio della
sua ricostruzione; e alcune vi furono riportate dalla vec-
chia chiesa demolita.
A questa, evidentemente, appartenne la tomba del se-
colo XIV o del principio del secolo seguente, di cui avan-
zano ancora due pezzi: una cariatide e un medaglione. La
cariatide è poggiata in una nicchia al fianco della tomba
di Carlo Spinelli che è addossata al pilastro anteriore a
sinistra della crociera. È la figura allegorica di una « Giu-
stizia », come se ne vedono tante a sostegno dei sarco-
faghi coevi nelle nostre chiese: si riscontri per esempio
colla consimile cariatide del sepolcro dell'arcivescovo Bran-
caccio nella seconda cappella della navata destra di S. Do-
menico Maggiore. Il medaglione racchiude l'immagine a
bassorilievo di Gesù flagellato con fondo nero: esso si
trova ora incastrato in una parete della camera che pre-
cede il campanile.
(i) Vedi gli articoli pubbl. nei fascicoli IV e V del 1900.