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Napoli nobilissima: rivista d' arte e di topografia napoletana — 10.1901

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Nr. 5
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Cirillo, Michele: Ancora del Palazzo di Federico II ad Orta
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NAPOLI NOBILISSIMA

Non mi sono contentato a questo, ma ottenutane li-
cenza tanto dal proprietario della casa dove è murato il
rudere, quanto dalle autorità, che ringrazio delle usatemi
cortesie, ho proceduto ad uno scavo per verificare se
sotto il capitello si trovasse la relativa colonna; ma come
io prevedevo, il capitello è stato messo lì come pietra an-
golare, perchè non solo non vi è il fusto della colonna
ma si vede che la fabbrica sottostante è recente ed in-
forme; cosicché non può neppure supporsi che mentre il
capitello era di quel calcare compatto, che qui chiamano
pietra viva, la colonna avesse potuto essere in mattoni od
altro genere di muratura.
Circa la pietra messa all'altro lato dell'arco, nella quale
il professor Manzi volle vedere un capitello infranto, a me
è parso, o m'inganno, un masso informe, senza traccia al-
cuna di capitello, sono al contrario più pezzi di pietra messi
a solo scopo di formare un sedile in euritmia del primo.
La lapide murata a destra allo svolto dell'androne all'al-
tezza di un metro e trantasei dal suolo, e che misura
°-75 X 0.40, ha nel centro un archetto ad incavo della
profondità di centimetri 3 e dello sviluppo di centimetri
27 per l'altezza di 15. Ai lati e a piedi, come si vede

È mia opinione che questa iscrizione ha potuto essere
rinvenuta altrove, e murata nel sito ove trovasi attualmente
da chi la rinvenne, o per sottrarla alle ingiurie dei vil-
lani, o per vaghezza di adornarne la sua casa in città. Lo
stesso dicasi del jonico capitello. Nè faccia ciò meraviglia,
perchè in Orta stessa agli angoli del palazzo Arcieri, oggi
Russo, ho visto adibiti ad uso di scostacarri un tronco di
colonna scanalata, ed una base di colonnetta dorica.
Un'altra idea. Ai tempi di Federico II Orta era situata
dov'è oggi?
Le più antiche case dell'attuale Orta non credo che
rimontino ad epoca anteriore al 1500. Dunque dov'è la
casa di sollazzo di Federico II?
Mi fu indicato che nella contrada detta Posta delle
Canne o delle Capre, e propriamente presso la casina del
signor Giovanni De Majo sulla via di Ordona (l'antica Her-
donea) eravi qualche cosa da vedere e che poteva aver
relazione colle mie ricerche: allora messici in via col si-
gnor ingegnere Alessandro Ruocco, studioso delle patrie
memorie, e che sta scrivendo una Storia di Orta, ed in
compagnia del signor Ernesto De Majo (Mario De Seneto
del Corriere di Napoli, persone oltre ogni credere cortesis-


Iscrizione del palazzo di Federico II ad Orta.

dalla riproduzione fotografica, è la seguente iscrizione ri-
portata con qualche inesattezza del prof. Manzi: preceptu
DOMINI CE SA RIS .... A FR I D E RICI AUSERANUS PROTOMAGI
S T ER PALACI! O .... HOC OPUS ORDINAVIT A M .II. Vi
apprendiamo che al palazzo di Orta lavorò un artista già
conosciuto: non un ignoto Iserano, come legge il Manzi,
ma quell'Assenso che scolpì l'altar maggiore della catte-
drale di Bari nel 1228-33 (V e la tomba dei Falconi nella
piccola chiesa di S. Margherita a Bisceglie nel 1246 (2).

(1) Fantasia, Su taluni frammenti di scultura nel Duomo di Bari,
Bari, 1890, p. 25. — Nitto de Rossi, Prefazione al primo volume del
Codice diplomatico barese.

(2) Gabotto, La chiesa di Bisceglie dal vescovo Bisanzio al vescovo
Nicolò, in Arch. stor. napol., anno 1896, p. 42. — Nella Terra di Bari,
albo per l'Esposizione di Torino del 1898, Trani, Vecchi, 1898.


Ruderi ad Ortanova.

sime, mi fu dato vedere abbandonata in mezzo la via una
pietra, nella quale mi parve riconoscere una base di co-
lonna, che ha dati caratteristici dell'epoca sveva.
Giunti a Posta delle Canne rinvenni altre due basi di
colonna, delle quali la più piccola in marmo e dorica e
l'altra più grande in peperino e sveva. Ivi stesso rinvenni
un pezzo conico appartenente a mulino di epoca romana,
in lava trachitica del Vulture, ed una vasca monolitica cir-
colare, credo da olio, anche in trachite, con buco alla base
per svasare il liquido. Ma l'altimetria di quel posto (me-
tri 83) non di molto superiore a quella di Orta, mi fanno
credere che neppure ivi potremmo trovare quello che tutti
cerchiamo.
Invece a metri 4250 a sud-ovest dell'attuale Ortanova,
e ad uguale distanza da Ordona, sulla traccia dell'antica
via Appia o meglio Egnazia, oggi chiamata « strada di
Napoli » sopra una leggiera collinetta che in tutti i versi
 
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