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Napoli nobilissima: rivista d' arte e di topografia napoletana — 10.1901

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Nr. 10
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Colombo, Antonio: Il monastero e la chiesa di Santa Maria della Sapienza, 1
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https://doi.org/10.11588/diglit.71019#0163

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RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

M7

bito a restaurare il pericolante sito, divenuto ormai ristretto
e disadatto alla monastica famiglia, che già veniva ad ac-
crescersi di altre suore (0; e riducendolo a comoda di-
mora, lo ampliava ancora incorporandovi altre case a quello
contigue (2).
Trovo notato che nell'anno 1531 il monastero della Sa-
pienza « si stava nuovamente costruendo » (3); nè poi i
lavori di ampliamento dovet-
tero interrompersi in appres-
so. Imperocché il 31 agosto
1548 « la rev.da madre sor
« Maria Carafa Priora, et al-
« tre signore monache.ca-
« pitulariter congregate » ra-
tificavano lo acquisto di due
case « contigue et simul con-
giunte », fatto da esse dal
mag.co Antonio Stellatello ed
Ippolita de Angelis, con istru-
mento del 18 giugno di quel-
l'anno pel prezzo di ducati 132.
Le quali case, divise « in più
« et diversi membri et edi-
« ficj .inferiori et supe-
« riori », erano site « dove
« si dice al vico de' Marmo-
« rari », e confinavano con i
beni del monastero, con quelli
del nob. Ludovico de Vera,
e con una via vicinale (4).


Suor Maria Carafa
(Dalla Historia della famiglia Carafa dell’ALDiMARi).

naio del 1552. « Ricca di meriti », essa per ben ventidue
anni aveva diretta la clausura domenicana della Sapienza
con rigorosa osservanza e austerità di vita, da renderla uno
fra i più rinomati monasteri della città (L. Suor Giovanna
Villani che successe alla insigne suora nel governo del
monastero, ne seguì le orme luminose (2). Ma il progres-
sivo aumento della claustrale famiglia pel concorso an-
cora di « signore monache di
« altri Monasteri », che, de-
siderose di vivere sotto una
regola più austera, accorrevano
a rinchiudersi nel pio luogo (3),
rendeva necessario maggiori
ampliamenti e trasformazioni,
massimamente quando abbat-
tute già le antiche mura della
città, che scendendo da S. A-
gnello attraversavano quel si-
to, era assai agevole slargare
i limiti della sorta clausura.
In tal modo aggregavasi al
monastero una casa limitrofa,
sita nel vico delli Dattoli (4),
appartenente allora a Nardo
Terribile, che le suore acqui-
starono nel 1553, con istru-
mento del i.° settembre per
notar Gregorio de Ponte (5).
In appresso, con altro istru-
mento del 24 luglio 1559 per

Se non che molto non trascorse, e suor Maria Carafa
repentinamente, a 84 anni, mancava ai viventi il 4 gen-

notar Aniello Baratta, Sigismondo de Pietro faceva ven-
dita al pio luogo, per duc. 1350, di alcune sue case con

(1) Rilevo dal cit. libro ms. del Monastero (Maggio, op. cit., p. 52)
che il 14 agosto del 1530 prese il velo nel monastero della Sapienza
Giovanna Bonifacio, nipote del marchese d'Oyra, chiamandosi suor
Maria. Ivi professarono ancora in quell'anno, nel seguente e nel 1532,
Antonia Abbate e la sorella Lucrezia, che prese il nome di suora
Adriana, ed una Caterina... chiamata suora Maddalena. Fu ricevuta nel
pio luogo « per conversa una giovane di buonissima vita detta loa-
« china », alla quale fu imposto il nome di Cristina, e « una vedova...
« nomata madama Angiola », che « per esser di qualche età », professò
dopo qualche tempo. Anche suora Polissena Villani vi si trasferiva dal
monastero di Nocera nel novembre 1530, mutando il nome in suora
Giovanna, e della quale, come è notato, accenna pure il D'Engenio.

(2) De Lellis, ms. cit., fol. 120, e cit. voi. 3170, pag. 4 0 5. Ivi se-
gnasi pure che « dalla rev.da madre sor Maria Carafa furono affran-
« cati et estinti... annui duc. 19 si dovevano... per causa de' censi sopra
« detto luogo seu casa nominata la Sapienza ». E per duc. 7 l'anno
dovuti a Luigi del Tufo, con istrumento del 12 febbraio 1538 furono
allo stesso « ceduti et assignati » annui duc. 8 che la clausura, come
è detto, « doveva conseguire dalla casa santa A. G. P. per causa dei
« regij censali », e per altri annui duc. 12 si pagarono, con istrumento
dell'8 marzo 1541, al mag.° Paolo della Lama duc. 200 « di proprio
« denaro di d.° Monistero ».

(3) Cit. vol. 3170, p. 942.

(4) Ivb P- 7-

(1) De Lellis, ms. cit., fol. 121 t. e 122. Cit. ms. della Biblioteca
di S. Martino. Maggio, op. cit., p. 342.
(2) Eletta priora nel 1552, suor Giovanna Villani venne poi ri-
confermata nel 1555. Nel 1558 fu sostituita da suora Cecilia de Marinis,
che diresse la clausura sino all'anno 1567. Cit. ms della Biblioteca di
S. Martino.
(3) Cit. vol. 3170, p. 4. Le monache della Sapienza, che preceden-
temente erano nel numero di 15, avevano ottenuto dalla R. Corte a
titolo di elemosina sei tomola di sale l'anno. Poscia nell'agosto del
1555 supplicarono il re Filippo II perchè « al presente il d.° Mona-
« stero » essendo « augmentato de monache quaranta et il sale pre-
« detto non li basta », fossero loro donate « thomola quindici de sale
« lo anno, per essere il monastero predetto povero et occupato de
« tante monache.». Monasteri soppressi, vol. 3190, fol. 688.
(4) Nota il compianto Capasso (Pianta etc., 1. c., p. 433) che il vico
del Dattilo veniva a corrispondere a quello detto sino a pochi anni fa
della Pietrasanta. Ma la denominazione del Dattilo seu Marmorata si
estendeva ancora ai vichi circostanti e a quello del Sole e luna. Infatti
nell'anno 1519 v'è memoria di una casa posseduta da un Vincenzo

(5) Cit. vol. 3170, p. ii. La cennata casa di Nardo Terribile, con-
tigua al monastero e nello stesso incorporata, deve ritenersi posta nel
vico Sole e luna, al quale nel documento si attribuisce la denomina-
zione del Dattilo.
 
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