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Napoli nobilissima: rivista d' arte e di topografia napoletana — 10.1901

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Nr. 11
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Colombo, Antonio: Il monastero e la chiesa di Santa Maria della Sapienza, 2
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https://doi.org/10.11588/diglit.71019#0185

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RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

169

con la pubblica strada, e dagli altri con una vitella, una
via vicinale e con una casa appartenente allora ad un Fi-
lippo Conca (0, alla quale faceva seguito una proprietà del
mag. Pietro Galdiero, ed a questa un edificio di Sebastiano
Vardiglia. La casa del Galdiero, quella del Vardiglia, come
l'altra di Filippo Conca (2) vennero successivamente in po-
tere delle suore (3); le quali, nell'anno 1587, volendo far
costruire un muro per linea retta fra la loro clausura e
l'altra prossima della S. Croce di Lucca, ottennero, per
cessione, da quelle reverende monache una parte di una
casa di loro proprietà, posta presso i due monasteri, e
che fu apprezzata allora per duc. 400 (4).
Quali fossero le rilevanti spese sino allora sostenute
dalle suore della Sapienza per l'ampliamento e per la
trasformazione del loro chiostro, non è possibile indi-
care per mancanza di documenti. È certo, però, che i la-
vori di riedificazione non furono per nulla in seguito in-
termessi; imperocché, come è noto, nel 23 luglio del
1598 un Bregantino Salvo, fornitore di pietre, s'era ob-
bligato di fornire pietre di Caserta per la fabbrica del
monastero (5), ove in quel tempo la claustrale famiglia,

per mezzo di « don Geronimo delli Monti, marchese di Corigliano....
« comprò le dette case con edificij facti de novo dal d.° Paulo »
(Cit. vol. 3190, fol. 75); ed in seguito, nel 1614, le suore della Tri-
nità vendettero, assieme ad altri edificii, le anzidette case al mona-
stero della Sapienza, per la costruzione della nuova chiesa, come enun-
cierò in appresso; le quali case erano site » nel luogo detto Narciso,
« che have l'entrata dalla parte della detta strada che va verso Pozzo
« Bianco ». Cit. vol. 3170, p. 106.
(1) Ivi, p. 69, e vol. 3190, fol. 19.
(2) La casa del Conca si nota nel doc. come sita nella strada de'
Marmorati « nella strada per la quale si va a S. Aniello ». Cit. vol.
3170, P- 87-
(3) Con istrumento del 23 agosto 1583 per N.r Antonio Celentano
la casa del Galdiero, sita « giusta le case contigue alla clausura.... et
« proprie nella strada detta la Marmorata », fu comprata per duc. 300;
l'altra del Vardiglia, posta « nella strada del d.° nostro ven. mona-
« stero » per duc. 673,1,11, nel 1584, e quella del Conca il 4 feb-
braio 1587 per duc. 287 (cit. vol. 3170, p. 77, 81 e 87). Anche nel
1586 il pio luogo aveva acquistato per duc. 35 da Leonardo Gam-
boia un edificio nella strada « del d.° ven. monastero.... insta le mura
« di d.° monastero » (ivi, p. 85). Di questa casa abbiamo poi notizia
sin dal 1488 come appartenente alla venerabile chiesa di S. Maria
Maggiore, e ripartita in più compresi cum curte, piscina, cantaro et aliis
edificiis (Visita del card, de Capua, vol. III, fol. 317). Pervenuta in se-
guito a Marcello de Sarno, fu da costui nel 1568 venduta a Leonardo
Gamboia. Ivi, fol. 318.
(4) Istrumento per N.r Luigi Giordano del 20 dicembre 1587. L'edi-
ficio, di cui una parte fu ceduta alle monache della Sapienza, era di-
viso in diversi compresi cum jardeno, cortileo, cisterna et aliis comodita-
tibus, e ritrovavasi iurta dictum monasterium S. Crucis et dictum mo-
nasterium S. Marie Sapientie, iurta bona nob. Francisci Gagliardi, viam
publicam et alios confines. Filangieri, carte sciolte presso la Società nap.
di storia patria, vol. 50, n. 60.
(5) Con istrumento del 23 luglio 1598 fu convenuto fra le mona-
che della Sapienza e il detto Bregantino Salvo, che costui dovesse con-
segnare 13 carra di pietre « per tutto lo entrante mese di Augusto,
« altre carra dudeci per tutto il mese de septembro.... e dallà avanti
« ogni mese consignare carra dece.... fintantoché ce sarà bisogno de
« diete pietre per dieta fabrica et queste per prezo de carlini trenta

cresciuta d'anno in anno, aveva raggiunto il numero di
68 suore (L.
Altre notizie attinenti alle fabbriche della clausura si
notano ancora in appresso (2). Così nell'anno 1605 furono
« spesi per la fabrica » duc. 635.4,18 ^ (3), e ducati
206,4,78 erogavansi in varie volte nel seguente anno,
fra la quale somma figuravano duc. 101,4,15 in conto
« della fenestra et finestrone de la infermarla » (4). Du-
cati 392,7,25 erano ancora spesi nel 1607 per nuovi
lavori e per « opere di vitriate » (5); e dal dicembre di
quell'anno a tutto il mese di aprile del 1608 sono se-
gnate in esito duc. 363,2,19, « come appare diffusamente
« nel libro di d.a fabrica » (6).
Tranne i ricordi di opere e di spese fatte per la co-
struzione della nuova chiesa, della quale tratterò in ap-
presso, io non trovo, da quel tempo e per molti anni, al-
tro che accenni a lavori fatti e a somme spese pel rino-
mato monastero; il quale con la generale riedificazione
iniziata nel XVI secolo e compiuta nei primi anni del
seguente, aveva raggiunto il maggiore splendore (7).
Ed intanto non mancarono alle suore noie e litigi.
Il limitrofo monastero della Croce di Lucca sorto, con
umili principii, nelle case che nel 1537 suora Cremona
Spinelli aveva comprate dai coniugi Lattanzio d'Antonio

« per carro.le quali pietre debono essere abozate secondo la mo-
ie denatura che se li dona da tempo in tempo ». Fu inoltre stabilito
che « le porte de le celle de epso monasterio de la Sapientia, cioè
« li dui stipiti habiano da essere de octo palmi et uno quarto luno
« de altezza, et l'architravi habiano da essere de palmi sei et uno sexto
« de palmo de lunghezza secondo la modenatura », concedondosi an-
cora al fornisore poter consegnare in « dui pezzi » sia « li detti sti-
piti de porte », quando « non se troveranno ne la petrera de octo
« palmi et uno quarto l'uno », sia pure « li architravi delle porte »,
laddove non risultassero della indicata misura. Arch. notarile, proto-
collo del notaio Luigi Giordano, 1598-1599, fol. 435. Cfr. Filangieri,
Doc. etc., V, p. 66.

(1) Arch. stor. nap., vol. XXIII, p. 531. Ivi notasi ancora (vol. XXII,
p. 273) che nel 1595 le monache erano 58, le quali poi nei primi anni
del secolo XVII erano aumentate ad 80. D'Engenio, Nap. sacra, p. 71.

(2) Nell'aprile del 1608 furono pagati duc. 500 ad un Antonio Spa-
rano per « tutti i servitij fatti al nostro monastero.... dall'anno 1601
« nel tempo.... ch'incominciò a servire per la fabrica dell'infermaria
« come soprastante ». Mon soppressi, vol. 3183, fol. 187.

(3) Ivi, fol. 43 t.

(4) Ivi, fol., 67, 71 t., 75, 79 t. e 83 t.

(5) Ivi, fol. 275.

(6) Ivi. Il libro della fabbrica, spesso ricordato, non esiste ora fra
le carte superstiti del monastero, che trovanti presso l'Arch. di Stato.

(7) Qui ricordo che con istrumento del 23 marzo 1616 per N.r Ora-
zio de Monte, le monache della Sapienza acquistarono da Orazio Per-
rone, per duc. 3300, una casa grande con giardino sita « all'incontro
« del loro monasterio.... in vico dicto sole et luna supra ecclesiam S.te

« Marie Maioris », confinante con i beni dei fratelli Giov. Girolamo
e Fabrizio Campanile e di Antonio del Tufo. E poiché la casa non po-
teva « servire al d.° monastero », le suore ottennero il permesso di
venderla « alli PP. Chierici Regolari di S. Maria Maggiore per tenerne
« estrema necessità per star attaccato alla loro habitazione, per lo
« stesso prezzo di duc. 3300 »; ciò che fu effettuato mercè istrumento
del 7 febbraio 1622. Cit. vol. 3845, fol. 150, e vol. 3190, fol. 77.
 
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