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Napoli nobilissima — 1.1892

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Napoli nobilissima


RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

SOMMARIO DEL 1-2 FASCICOLO — VOL. I.

Ai nostri benevoli lettori. La Redazione.
La Villa di Ghiaia I. B. Croce.
Il Succorpo di S. Gennaro. R. Caraja
La facciata della Reggia di Napoli. A. Miola.
Santa Maria del Carmine 1. s. di Giacomo.
Per le chiese da abbattersi nel risanamento. G. Ceci.
Il Campanile di S. Maria Maggiore. M. Schipa.
La tomba del Conte Ruggiero. L. de la Ville sur-Yllon.
Notizie ed osservazioni. Don Fastidio.
Da libri e periodici. Don Ferrante.

AI NOSTRI BENEVOLI LETTORI

11 programma di questa nostra pubblicazione
vuol essere breve, da che noi ci proponiamo di
fare assai semplice cosa, la cui enunciazione,
quando pur la volessimo confortare dei soliti apo-
tegmi e delle tortuose considerazioni d’uso, onde
si arricchiscono di continuo, simili prefazioni a
giornali d’arte o di scienza, sfuggirebbe, per na-
turai sua virtù, ai meandri tradizionali, per ove
la dea dell’inganno, il più delle volte, liberamente
trascorre, e la verità, tra l’ombre bizzarre del po-
sto, diventa quasi irreperibile.
Occorre, anzi tutto, illustrare il titolo della no-
stra rivista? Non ci pare. A quanti lo annun-
ziammo dalle prime mosse del lavoro cui ci de-
dicavamo, con passione, con entusiasmo in ognuno
di noi non minori che non fossero in tutti, que-

sto vecchio superlativo, di cui si trova accompa-
gnato il nome di Napoli, assai spesso, nei vecchi
libri, parve acconcio per un opportuno ricordo.
La cara nostra patria, nobilissima terra, dissemi-
nata, le tante volte, dalle manate di sale onde i
suoi vari conquistatori intesero di spargere, a un
tempo, il dispregio e la sterilità per le nostre
contrade, offerse, tuttavia, sempre feconda e fe-
lice, rimutando il sale in seme, frutti che la storia
amò di raccogliere in copia, per le pagine più
vive e più gloriose del pensiero e della cultura
d’ Italia. Inoltre un lieve sapor antiquato nel titolo
non ci sembrò di cattivo gusto: tale opera, ap-
punto, è la nostra, che si propone di ravvivare il
passato.
Ed ora, ecco i nostri proponimenti.
Raccogliere, prima di ogni altra cosa, studian-
doci di aver presenti, meglio e più che si possa,
le ultime ricerche, quanto s’adatti a metter su
un’opera sulla storia topografica ed artistica della
città di Napoli: un libro si verrà formando a
mano a mano che vedranno la luce i fascicoli di
questa rivista, ed esso comparirà, se la fortuna
avremo amica, e compagna fedele all’opera nostra
avremo la perseveranza, di qui a tre o quattro
anni, quando pur, di molte cose che vi si legge-
ranno, non più nulla di vivo sarà rimasto, se non
il ricordo e forse, anco, il rimpianto. E però, a-
vendo di mira il libro, che è cosa la quale, per
tornare utile e dilettevole a ognuno, ha bisogno
 
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