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Napoli nobilissima — 1.1892

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RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

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sua alleanza, e accetta infine, ma a patto di conservar la
propria lingua e le proprie istituzioni, e, in queste, essa
non divien del tutto romana mai, e conserva la sua lin-
gua fin oltre l’impero dei Flavii, nei documenti publici.
Fu il luogo incantevole dov’essi cercavan Yignobile ozio,
come dice il loro Poeta, e i lunghi profondi sonni, ch’essi
vollero onorare così, o li attirò il lume di greca civiltà
che Napoli, la celeberrima città, come la chiama Cicerone,
spandeva intorno a se?
Fine.

Vittorio Spinazzola.

LA VILLA DI GHIAIA
(Contiti. e fine, v. num. prec.).
III.
Dopo i rivolgimenti della fine del secolo scorso, l’illu-
minazione estiva della Villa fu tralasciata; non si faceva

lettori se dico che la maggior parte dessi la ricordano
certo, chiaramente: è stata distrutta solo quindici o sedici
anni fa. Era veramente un luogo poetico, e da starvi a so-
gnare! « On n’a qu’à regarder et à se laisser vivre; on
« a toute la f leur de la vie avec un regard » ; come scrive,
a proposito della Villa, quell’Ippolito Taine, che, presso
di noi, non so perchè, è costantemente chiamato Errico
Taine (0.
L’estate, — sempre parlando del periodo del decennio —,
per otto sere di sèguito, a cominciare dal 15 agosto, festa
di Napoleone, Imperatore dei Francesi, e Re d’Italia, si
faceva nella Villa una magnifica illuminazione e musica
scelta (2).
Nel 1819 furono innalzati, nel boschetto, sotto la dire-
zione del Cav. Avellino, i due tempietti: uno, rettangolare,
a destra, in onore di Virgilio, il cui busto fu scolpito da
Tito Angelini; e l’altro, circolare, a sinistra, in onore del
Tasso, col busto scolpito da Angelo Solari.

più la musica; i poggiuoli che davan sul mare e-
rano deserti. Solo l’inverno, la domenica, durava
l’uso di recarsi a passeggio alla Villa C1).
Durante il decennio, nel 1807 e anni seguenti,
si ripresero i lavori e fu aggiunta alla Villa una
seconda parte — ch’è restata la migliore di tutte
le aggiunte —, comprendente il boschetto, coi suoi
viali, giri meandrici e grottoni (2 3 4) : le piantagioni
furono del Denhart. Intorno a questo tempo, se non
prima, fu trasportato alla Villa il gruppo d’Europa,
sola opera originale di scultura che vi sia, lavoro
del napoletano Angelo Viva, che l’aveva fatto nel
1798 per una fontana della Marinella. Sorge quel
gruppo dal centro d’una vasca di lava greggia : « il
« lieve manto della donna » — dice uno scrittore

La Loggetta della Villa


—- « che, a guisa d’arco, le sventola sul capo, e
« la postura del Toro, che col muso rivolto guar-
« da Europa senza lasciar di correre nuotando, sono due
« circostanze benissimo ideate per dare a tutta l’opera leg-
« gerezza e moto mirabilmente adatti al soggetto » (3).
E in questi anni anche, abbattuta la chiesetta di S. Leo-
nardo, sorse su quello scoglio la cosiddetta loggetta a mare,
che si stendeva sulla spiaggia e nel mare, in forma di un
arco schiacciato ai lati ed allungato (4). Io la ricordo come
in un vago sogno; ma non è una scortesia verso i miei

(1) Rehfues, l. c.
(2) G. M. Galanti, Napoli e contorni, Nap. 1838, pp. 48-9.
(3) G. B. de Ferrari, Nuova Guida di Napoli, Napoli, Porcelli, 1826;
pp. 96-7. — Noto che il 25 giugno 1779 dalla Segreteria della R. Casa si
rimettevano all’Ing. Carlo Vanvitelli le suppliche di Giacomo ed Angelo
Viva, che chiedevano di fare alcune delle fontane del passeggio di Ghiaia. —
Teatri, f. 24.
(4) Un acquerello, da me posseduto, mostra il boschetto in formazione
e la chiesa di S. Leonardo ancora in piedi.

(Da una litografia. Circa 1840).
Nel 1826 fu tolto via dalla Villa il Toro Farnese, e
trasportato al Museo Borbonico, sostituendovi sulla fon-
tana la gran vasca antica di porfido, proveniente da Pesto,
e ch’era stata per un pezzo nell’atrio del Duomo di Sa-
lerno (3). La vasca fu poggiata su quattro leoni, di scul-
tura moderna, su disegno dell’architetto Bianchi. La fon-
tana aveva preso il nome —- col quale è ancora cono-
sciuta —, di Fontana delle paparelle.
Un ultimo allungamento di 1500 palmi ebbe la Villa il
1834, col quale raggiunse la lunghezza che ancora con-
serva : fu anche chiusa da parte di terra con inferriata e
(1) Vedi le belle pagine sulla Villa Reale nel Voyage en Italie, Paris, 1880,
b 33-6-
(2) M. Vasi, Itinéraire instructij de Rome a Naples, à Rome, MDCCCXIII,
p. 88.
(3) De Ferrari, o. c., pp. 81-8.
 
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