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Napoli nobilissima — 1.1892

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RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

in

Intorno a quel tempo alcuni padroni di bastimento mos-
sero lite nel Tribunale della R. Camera della Summaria
per la franchigia del diritto della lanterna (x), ma con poco
profitto. Carlo III di Borbone riconfermò i Capitoli di
Carlo Vili di Francia, e li fece incidere in marmo ai piedi
della torre, ove tuttora si leggono.
Ai Capano successe per donazione il Monastero di San
Severino e Sossio!1 2 3 4) e a questo poi subentrò il Go-
verno (3).
La torre ha avuto varie modificazioni, e nel 1843 fu
dichiarata faro di terz’ordine con periodo rotatorio di due
in due minuti, secondo la scoperta di Fresnel. Ne fu an-
che elevata la cima di alquanti piedi, perchè la sua luce
brillasse alla distanza di più di 20 miglia, e non venisse
nascosta dall’arco del mare. Prima la luce non oltrepas-
sava le 4 o 5 miglia, e si consumavano con 15 lampade,
189 rotola di olio al mese (4)
Il Quaranta dettò allora questa iscrizione, che fu posta
nella porta di ingresso :
PHARUM AB ANTONIO ALVAREZ PROREGE EXCITATAM
CENTUM POST ANNOS INCENDIO ABSUMTAM
AC PHARUM APTO MACH IN AMENTO RESTITUTAM
FERDINANDUS II P. F. A.
ITA CUM OMNI CULTO IN MELIOREM FORMAM REDEGIT
UT INDE PER MILLIA PASSUUM VIGINTI PORTUS INNOTESCERET
EANDEMQUE NE CONTINUATA FLAMMA
SIDERI E LONGINQUO SIMILIS
FALLERET NAVIGANTES
FUMINE ALTERNIS NUNC CORRUSCANTE NUC REMISSO
AC PHARUM APTO MACHINAMENTO RESTITUTAM
INSTRUXIT MDCCCXLIII.
Pietro Spadetta.

NOTIZIE DI ANTICHITÀ
SCOPERTE NELLA CITTÀ DI NAPOLI
1889-90-91.
Mura della Città.
— A settentrione, fuori porta S. Gennaro, nei lavori per la fogna-
tura, alla profondità di 18 metri circa per 76 metri di percorso, da
Foria, di là da porta S. Gennaro, al Museo Nazionale si son trovati
nel 1890 altri residui dell’antica muraglia della città, a intervalli ine-
guali. Fra il tratto di mura ad oriente di porta S. Gennaro e quello
a ponente vi è un percorso di 30 metri in terre di riporto e il ma-

(1) Monast. sopp., cit. voi. 1798 bis.
(2) Ibidem.
(3) Conf. Candida. Memorie delle famiglie nobili, voi. I, p. 160.
(4) Annali Civili, f. LXI, 117-119.

teriale del secondo tratto è diverso e tenacissimo. Queste fabbriche,
vista la loro profondità che scende oltre i 18 metri, arrivavano a li-
vello del piano del fossato di circumvallazione.
— A mezzogiorno, in via della Selleria, e presso la banchina, si trovò
un grosso muro in tufo e materiali misti, che potrebbe essere appar-
tenuto alle mura della città, che giravano verso S. Agostino alla Zecca.
Più in qua, a cinque metri a sud dell’antica via, di cui sopra, che cor-
reva parallela al mare, comparve altro muro antico di grossi blocchi
squadrati e di quattro o cinque metri di spessore. Più ad occidente, e
poco discosto dalla via suddetta, altro residuo di muragliene grosso dai
3 ai 4 metri, formato da blocchi di tufo squadrati e messi a secco.
— A ponente, nella strada Cisterna dell’Olio, s’incontrò un avanzo
di muragliene a pietrame lavorato, ed è una murazione a scarpata,
giacente in linea nord-sud e rispondente in pianta, alla zona in cui
ricadeva parte della costruzione angioina. La murazione più antica cor-
risponde al largo S. Domenico Maggiore.
*
* *
Tombe.
— A settentrione. In via Cristallini, nel giardino del signor Giovanni
Di Donato dei baroni di Casteltizzano, a undici metri di profondità,
si rinvennero, e ne fu data comunicazione nel maggio del 1889, tre
celle sepolcrali appartenenti al noto sepolcreto che, da porta S. Gen-
naro, si estende, sotterraneamente lungo la contrada dei Vergini. Gli
ipogei mostrano uno stile greco assai puro. Monsignor Galante che ne
fece un rapporto e una comunicazione alla R. Accademia di Napoli at-
tende ad illustrarlo.
— Lungo il muragliene che da porta S. Gennaro va al Museo, fuori
la cinta, furono rinvenute delle tombe a tegoloni.
— Ai Ponti Rossi, nel fondo Traisi, e presso Capodichino, compar-
vero altre tombe con tavole marmoree, incise a disegno e con iscri-
zioni, delle ossa, dei vasi grezzi e qualche tegola con epigrafe greca.
—■ Nella strada S. Eframo Vecchio altra tomba con copertura a te-
goloni. Un’altra fu trovata a settentrione del cimitero degli Inglesi,
nella strada Arenacela, alla profondità di 3 metri e mezzo, anch’essa
di muretti e ricoperta a capanna con tegoli fittili, accoppiati a tetto.
Una terza, a piccoli muri e tegoli posti orizzontalmente, così per co-
perchio come per piano di giacitura, con due scheletri in direzione op-
posta, nella piazza del Reclusorio, dov’era l’ufficio della società degli
omnibus. In quei pressi, nelle piazze n. X e n. V, quattro scheletri
nella nuda terra, messi a coppia e anch’essi in direzione opposta. Sem-
pre in questa zona, all’angolo del vico Pergola con la via Imbrecciata
a S. Francesco, fu recuperata una iscrizione sepolcrale latina.
— Sempre ad oriente, nei pressi di porta Nolana, e propriamente in
via Carriera Piccola, altre tombe e sepolcreti. Sul finire del lato destro
della chiesa di S. Pietro ad Aram si sono scoperte cinque tombe con
tutti i lati di tegole e gli scheletri sulla nuda terra: una sesta era, in-
vece, tutta di marmo bianco e sulla lastra di coperchio aveva un altro
scheletro che chiudevano, come in una tomba soprapposta, sei tegoli a
schiena. Fra la terra smossa qualche urna con residui d’ossa, delle mo-
nete di Traiano ed una di Giustiniano in bronzo, qualche ago crinale in
osso, l’epigrafe sepolcrale di Eclanio Fortunato e quella, greca e latina
come altre napolitano, posta a P. Plozio Faustino. A metri 100 da detto
luogo, procedendo verso il sud, a 4 metri di profondità, furono sco-
perte altre sette tombe simili alle precedenti, e più in giù ancora, un
sepolcro circolare, come pare, con camera a forma quadrata. Verso l’an-
golo posteriore a destra del monastero di S. Pietro ad Aram, si rin-
venne un colombario di una certa importanza, donde provennero dei
fittili di fine lavoro, e, poco lontano, un basamento in travertino con
 
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