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Napoli nobilissima — 1.1892

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44

NAPOLI NOBILISSIMA

LE FONTANE DI NAPOLI

Mon Dieu, donne Tonde aux fontaines....
Lamartine.

I.
Mezzocannone.
« .... Dirimpetto, l’antica fontanella mormora sempre.
« E pare che il borbottìo si parta dalla sconquassata bocca
«del re sovrastante, di questo ammantellato padrone della
« strada, e lamenti la miseria del tempo. Tutto roso dal-
« l’umido e dallo stesso tempo ingrato, che a poco a poco
« ha fatto di lui un personaggio da burla, vuote le oc-
« chiaie, come colui della Bibbia che in castigo ebbe man-
« giate le pupille dai vermi, l’infelice coronato pur vive
« ancora e concede la limpida vena dell’acqua ad un popolo
« chiassone.... »


Così un nostro amico scriveva, qualche anno fa, in un
suo libro, la Fontana di Mezzocannone (x). E tale può sem-
pre vederla, ognuno che le passi davanti, per la via omo-
nima. L’acqua sgorga da un cannello di bronzo uscente
dalla bocca di una testa di Medusa, scolpita in marmo con
qualche finezza. E c’è l’iscrizione

ALFONSVS FERD. RE-
GIS FIL. ARAGONIUS

Questa iscrizione ci dice, dunque, che la fontana fu fatta
costruire da Alfonso d’Aragona (poi Alfonso II), il famoso
Duca di Calabria, per comando del padre, in quel tempo
ch’egli era, si può dire, il vero re di Napoli.
Probabilmente, essa ne sostituì un’altra, caduta in abban-
dono, come ci farebbe supporre il nome di Fontanola, che
aveva la strada, prima che pigliasse l’altro di Mezzocannone,
appunto dalla nuova fontana. Cannone — dice il Celano
— « dalla fistola per dove sgorga l’acqua, che da noi
« cannone si chiama » (0.
Nessuna notizia mi è stato possibile di trovare circa
questa fontana nelle cronache e nei documenti del secolo XV.
Solo, nella Platea delle acque — che si conserva nell’Ar-
chivio Municipale, e che ho potuto riscontrare per la be-
nevolenza del eh. Capasse —, nel primo Inventario et cunto
de tutte le fontane di Napoli dal 1498 al 1546, si trova
menzionata a f. 2 (sotto l’anno 1498) come una fontana
abbeveratone, nel luogo « dove se dice a Fontanola », e
colla notizia che l’acqua si pigliava dal formale reale,
« che passa pe sotto Mezzocannone et va per diritto la
« strada dello Monasteri© di Santo Geronimo ». E a f. 130
della stessa Platea, si descrive come il formale desse luogo
a una conservetta « sopra la fontana di Mezzocannone...
« Dentro la stessa conservetta vi è uno tufulillo che dà
« l’acqua alla fontana ». Appare anche, da varii luoghi della
Platea, che quella regione aveva già preso, allora, il nome
di Mezzocanonne.
Dalla Platea, per ordine di tempo, passiamo al Sum-
monte, il quale, sulla fine del s. XVI, nella sua Historia,
scriveva così : « Nella piazza detta Mezzo Cannone gli è
« una lunga fontana di piperno, appoggiata al muro per
« commodità di abbeverare i cavalli, ove da un cannone di
« bronzo scaturisce gran copia d’acqua, commoda a bere,
« ove si vede scolpito in marmo la seguente iscrittione... » (2).
È strano che il Summonte non faccia menzione della sta-
tua di pietra che vi si vede sopra : quel Re di Mezzocannone,
che ho descritto colle parole del Di Giacomo.
Nè della statua fa menzione il Celano. — Ma il Parrino
invece, nella sua Guida, accenna finalmente alla statua di-
cendo che rappresenta Ferrante d’Aragona, e aggiunge
anche la notizia che la fontana fu fatta rinnovare (verso
il 1667) dal viceré D. Pietro d’Aragona (3). E quest’ultima
notizia ribadisce nel suo Teatro eroico, parlando di D. Pietro,
tra le opere del quale ci fu « il rifacimento delle pubbliche
« fonti di Poggioreale, di S. Caterina a Formelle e di
« Mezzocannone » (4).

DUX CALABR. EX JUS-
SU PATRIS FAC. CUR.

(1) S. di Giacomo, Mattinate napoletane, Napoli, L. Pierro, 1886.

(1) Celano, ed. Chiarini, IV, 101.
(2) Historia, ed. 1675, I, 249.
(3) Le istor. cur. notizie, Nap., 1716, p. 138.
(4) Teatro eroico, II, 305.
 
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