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Napoli nobilissima — 1.1892

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Napoli nobilissima


RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

SOMMARIO DEL 5 FASCICOLO — VOL. I.
La Floridiana. I. R. Carafa.
La tomba di Jacobo Sannazaro e la chiesa di S. Maria
del Parto. B. Croce.
La Piazza della Vittoria. G. Fer carelli.
Notizie ed osservazioni. Don Fastidio.
Da libri e periodici. Don Ferrante.

LA FLORIDIANA
1.
Morte di Maria Carolina — Secondo matrimonio
di Ferdinando.
La mattina degli otto settembre del 1814, nel ca-
stello di Hetzendorf, fu trovata morta nella sua stanza Ma-
ria Carolina d’Austria regina di Napoli. Stesa per terra,
con la bocca semiaperta varco all’ultimo grido, coi capelli
sparsi e la mano stesa in atto disperato al campanello; la
figlia di Maria Teresa era morta sola, senza conforto di
pietà divina ed umana. Un attacco d’apoplessia l’aveva sof-
focata in quella notte.
La superba regina che Napoleone aveva chiamato il solo
uomo del regno di Napoli; la regina che, lacerando la fiera
capitolazione dei castelli di Napoli, aveva gridato all’In-
ghilterra, alla Russia, alla Turchia: I re non patteggiano coi
ribelli; la regina che aveva veduto accanto a lei, a Paler-
mo, ignominiosi e codardi il re ed i figliuoli mentre un
cardinale moveva alla riconquista del regno, ed aveva scritto
a Ruffo: Vorrei combattere con voi, ma sono una donna e mi

tocca di stare a casa a pregare Iddio; la regina che aveva
scacciato Tanucci, moriva così miseramente, e forse l’ul-
tima visione dei suoi occhi sbarrati era stata l’ombra della
pazza duchessa di Cassano Serra che le chiedeva la bionda
testa del figlio, e molte ombre di madri scapigliate, e molte
cose tinte di sangue avevano danzato una ridda paurosa in
quella stanza solitaria dove l’ultimo grido di lei s’era per-
duto.
Ai io di ottobre fu sepolta a Vienna; il cuore nella
chiesa degli Agostiniani, le viscere a Santo Stefano, il
corpo ai Cappuccini (0.
Il re Ferdinando si mostrò addolorato per la morte della
moglie, ed ai 27 di settembre così ne scriveva a Carlo
Felice duca del Genevese :
Colle 23-7bre 1814.
Cugino carissimo,
Indirizzo a voi la qui acclusa non sapendo se costì sia pervenuta la
desolante notizia che come un fulmine mi percosse ieri. Il Signore ha
voluto tutto in un colpo privarmi di una compagna, di un’amica, che
piangerò il rimanente dei miei giorni, sia fatta la sua santa volontà.
Sono certo, conoscendo il vostro attaccamento per noi, che il vostro
dolore non sarà minore del mio che puoi essere solamente mitigato
dalla fondata speranza della vera ed unica felicità della quale godrà
quell’anima giusta in ricompensa di tutto quel bene che ha fatto (w).
Scusatemi figlio caro perchè non so quel che dico e se mi servo di
alieno carattere. Conservatevi vi raccomando la cara Mimi, vi abbrac-
cio teneramente e sono il vostro
Affezionatissimo cugino
Ferdinando B. (2)

(1) Helfert, Konigin Karoline, Wien, 1878, pp. 608-9.
(2) Arch. di Stato di Torino — Corrisp. coi Sovrani di Napoli.
 
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