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Napoli nobilissima — 1.1892

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NAPOLI NOBILISSIMA

Porta Capuana.
E sta bene. Ma intanto, provvisoriamente, ci sarebbe da fare qual-
che cosa di più modesto, di più urgente, di più pratico. Porta Ca-
puana è circondata da barracche e botteghe di venditori di commesti-
bili; e quali commestibili! L’olfatto dell’osservatore delle cose belle,
che si ferma in quel luogo, ne sa qualche cosa! Ora questi venditori
accumulano intorno alla porta ogni sorta di brutture, e riempiono
delle loro ceste vuote i due spazii agli angoli circondati da inferriate,
che dovrebbero servire per proteggere il monumento. Inoltre, una con-
duttura del gas corre sopra il bel fregio intorno intorno all’arco, e
le fiammelle, quando si fa l’illuminazione per la festa, anneriscono e
rovinano il marmo. E una trave sbarra, nell’alto, la porta, non si sa
perchè.
Dunque:
1. Togliere quella trave indecente.
2. Togliere la conduttura del gas.
3. Impedire che i lati della porta diventino il deposito delle robe
dei venditori, e il loro letamaio.
E se poi si ripulisse tutta la porta, non si farebbe male!

IL 5. Pietro a Fusariello, S. Tommaso di Cantorbery, S. Maria della
Grande, S. Nicola de Aquariis, S. Maria di Buon cammino, S. Nicola
de Sciallis, S. Brigida, S. Caterina dei Severini, S. Arcangelo degli Ar-
camoni, S. Maria dellTncoronatella, S. Maria a Mare, S. Nicola degli
Scotti.
III. 5. Giacomo degl’italiani, S. Maria di Monserrato, S. Maria dei
Tedeschi, S. Maria delle rose ai Costanzi, S. Maria dei Muschini, S. An-
drea dei Gattaia, SS. Pietro e Paolo de Saxonibus, S. Andrea degli Sco-
par!, S. Bonifacio, S. Maria a Sicula, S. Maria Assunta dei Caracciolo,
S. Maria dell’Ovo, S. Erasmo.
IV. S. Agata degli Orefici, S. Rosa dell’arte della lana, S. Eligio dei
Chiavettieri, S. Giacomo alla Selleria, S. Maria delle Grazie alla Zabat-
teria, S. Vito dei Bottonari, S. Maria della Scala, S. Maria dei Verdum-
mari.
V. Addolorata alla Duchesca, S. Antonio alla Vicaria, Immacolata del
terz’ordine di S. Francesco, S. Giovanni Sopramuro, S. Maria Visitapo-
veri, S. Maria della purificazione, S. Maria in Cosmodin, S. Maria del
rifugio, Addolorata al vico Zite, ed altre cappelle.
*

Un quardo del Ghirlandaio.
Leggevo, giorni fa, sul Fanfulla della domenica (21 febbraio 1892):
« Nessuno pensa ad impedire che il bellissimo Ghirlandaio del Museo
« di Napoli cada a pezzi sul pavimento ». — Un Ghirlandaio che cade
a pezzi! E mi recai subito al Museo a verificar la cosa.
Nella Sala Toscana, sotto i numeri 28, 30, e 40, sono segnati tre
quadri del Ghirlandaio. Lasciamo stare se l’attribuzione sia giusta. Il
numero 28 è una Vergine col bambino. Il numero 40 è un tondo,
che rappresenta la Vergine col bambino che carezza il piccolo S. Gio-
vanni, e intorno varii angioli. E il numero 30 —• ch’è un quadro
grande e bello — una Vergine col bambino, sedente in una nicchia,
con due santi allato.
Tutti e tre questi quadri stanno in abbastanza buona salute. I due
ultimi hanno qualche fenditura, pur troppo frequente nelle pitture su
tavola, e mostrano segni di restauro. Ma nessuno cade a pezzi.
A proposito: perchè nei cataloghi, appesi alle pareti delle sale, si
legge: Domenico Corradi detto il Ghirlandaio? È ormai cosa notissima
che il cognome del Ghirlandaio era Bigordi, e solo per uno strano
errore, consacrato nell’opera del Lanzi, fu detto Corradi. Ma su quei
benedetti cataloghi delle pitture del Museo avremo occasione di tornare.
Don Fastidio.

Sono usciti i fascicoli 40 e 41 dell’opera del D’Ambra, Napoli antica.
Contengono quattro tavole: Marinella, Grotta di Pozzuoli, Strada di
Porto e S. Aspreno, Vico Vasto a Chiaia.
Circa al testo, molte cose notevoli v’abbiamo letto. Ma notevolissi-
mo è il progetto, che espone il D’Ambra, per la completa trasforma-
zione edilizia di Napoli, e pei varii modi di procacciarsi il danaro ne-
cessario all’opera; su di esso richiamiamo l’attenzione del nostro di-
sgraziato Consiglio Comunale:
« Bisogna porsi » — egli dice — « una mano sul cuore ed aprire
« gli occhi. »
« La sanazione, la rettilineità (sic), i restauri, le fogne, la condur-
ci tura dell’acqua serinese (sic) in Napoli richiedono, pognamo, una de-
li cina d’anni ed anche di più. »
« Una tassa sopra il ridicolo vanitoso lusso delle pubbliche esequie,
« e crescer quello delle superbe carrozze splendide. »
« Un riordinamento nella riscossione del dazio di consumo. »
11 Un sussidio del governo centrale! »
Agli eruditi indichiamo poi l’altro ramo di scienza scoperto dall’au-
tore: la topografia portuense. — Cioè? —La topografia del quartiere di
Porto: di Basso Porto, come diciamo noi altri napoletani!
Don Ferrante.

DA LIBRI E PERIODICI
Un bel volume, intitolato: Ricordi della vecchia Napoli: Notizie delle
chiese comprese nel piano di Risanamento della Città raccolte da Giuseppe
Ceci (Napoli, L. Pierre, 1892, in 8.°, pp. 146), contiene gli articoli che
il nostro collaboratore G. Ceci è venuto pubblicando sull’argomento
neWArchivio Storico per le prov. nap. negli anni 1890, 1891, 1892.
Ci restringiamo a trascriverne l’indice:
I. S. Maria a Piazza, S. Cecilia, S. Michele Arcangelo, S. Felice in
Pincis, S. Maria a Cancello, SS. Pietro e Paolo.

Nel prossimo fascicolo :
V. Spinazzola, Il nome di Napoli (fine); B. Croce, La
Villa di Chiaia (fine); S. di Giacomo, Il Carmine Mag-
giore (contin.); G. Ceci, Pizzofalcone; L. de la Ville,
La Cappella dei Del Balzo in S. Chiara; M. Schifa, La
Chiesa di S. Aspreno; ecc. ecc., con molte illustrazioni.
 
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