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Napoli nobilissima — 1.1892

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Napoli nobilissima


RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

SOMMARIO DEL io FASCICOLO — VOL. I.
Il Ponte di Ghiaia. L. de la Ville sur-Yllon.
L’Arco di S. Eligio e una leggenda ad esso relativa. B.
Croce.
Le Chiese di Napoli. — S. Eligio al Mercato. S. di Giacomo.
Dalla Darsena all’Immacolatella. V. d’Auria.
I casali di Napoli. IL N. del Pezzo.
Notizie ed osservazioni. Don Fastidio.

IL PONTE DI GHIAIA

La strada di Ghiaia, formante il fondo naturale della
valle (T), che divideva il colle di Echia o Pizzofalcone da
quello di 5. Martino o delle Mortelle (1 2) era l’antichissima
via, che menava a Pozzuoli. Messa fuori della città, cor-
reva angusta e campestre; fu allargata e ridotta, presso a
poco, nello stato presente l’anno 1539 dal Viceré D. Pietro
di Toledo nell’ampliamento, che questi fece, ed allora fu

(1) Non sembra potersi accettare l’opinione del Clacson (Saggio
sulla topografia dell’antica Partenope, Nap., Giannini, 1889, p. 7) che la
via di Ghiaia fosse opera artificiale, cioè il fossato della città di Pa-
lepoli, che occupava il colle di Pizzofalcone, scavato dagli antichi Pale-
politani per difendere la loro città dalla parte di settentrione.
(2) «... Dicesi delle Mortelle perchè da 170 anni fa vi erano bo-
schi di Mirti, che noi chiamiamo Mortelle, e le frondi di questi servi-
vano per accomodare i cuoi: essendo stato poi fatto il Regio Palazzo
(Vecchio) da D. Pietro di Toledo, con la strada di questo nome, si
cominciò talmente a popolare che non vi è rimasto palmo di terra
non abitato etc. » (Celano, ed. Chiarini, IV, 566). « Questo vastissimo
terreno conterminava con altro tutto boscoso e straripevole, che poi

compresa nel circuito delle mura. Essa comunicava con
Pizzofalcone per mezzo di una rampa, che cominciando
dirimpetto all’attuale via dei gradoni, finiva quasi in faccia
alla Chiesa di S. Maria degli Angeli. Era detta lo Pendino
de Ghiaia ed anche de Echia: c’erano lungo essa e sotto
di essa delle case e botteghe, appartenenti la maggior parte
al Monistero di S. Orsola a Ghiaia dei PP. Spagnuoli della
Mercede.
Nelle carte di questo convento, conservate nel nostro
Archivio di Stato, c’è la seguente notizia : « Casas de la
« subida de Ghiaia que heredò de Lorenzo Hernandez el
« n.° Convento en 1591. Entre los dichos bienes estaban
« dos casas.sita la una in Platea S. Spiritus, seu lo
« Pendino de Ghiaia et Sagliuta della Casa de D. Constancia
« delle Carrette, consistente la d.a casa en dos bajos o
« botigas en plano de la estrada per la qual se sube a
« Pizzofalcone desde la estrada Maestra de Ghiaia... La
« casa tiene la entrada por la estrada de la puerta pequena
« de S.fi Spiritus, que se llamava la estrade de Vivera (il

reso colto si disse il Gran Giardino. Questo era di proprietà dei
PP. Certosini di S. Martino e delle Monache di S. Chiara, e fu con-
ceduto in enfiteusi ai Patrizii Spinelli Principi di Cariati, che vi eres-
sero un gran palazzo etc. ». (Carletti, Topografia, p. 273).
Così il Celano e gli scrittori, che lo seguirono. Io però trovo nella
Platea del Monistero di S. Orsola a Ghiaia, che con istrumento per
notar Agostino Fardivo di Napoli del 7 agosto 1624 el Convento com-
prò una casa y jardin sida en la calle llamada de Mortela de los here-
des de Mortela, figli del quondam Jeronimo de Troyanis y Mortella,
figlio di Annibaie de Troyanis y Mortella (Arch. di Stato, Mon. sop-
pressi, S. Orsola a Ghiaia, voi. 4032, fol. 77). Questa notizia potrebbe
essere l’indizio dell’origine della denominazione della contrada, diversa
da quella addotta dal Celano.
 
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