Di un singolare vaso proveniente da Fasano,
antica Gnathia.
Fra' non pochi monumenti provenienti dall'antica
Gnathia, e posseduti dal negoziante di antichità si-
gnor Raffaele Barone, ve n'ha uno che richiama par-
ticolarmente la nostra attenzione. È questo un vaso
a due manichi, fregiato da varii ornamenti, e bac-
cellaio nella metà inferiore: noi ne presentiamo la
forma nella nostra tav. I n. 2. Di figure umane non
v'ha che una testa giovanile di fronte in una zona
media da un lato; nella stessa zona dall'altro lato
comparisce la singolare rappresentanza di un'oca la
quale pugna con un gallo, e tra essi sorge dal suolo
una piantolina. Su'due uccelli sono dipinte due iscri-
zioni ANHXNOT, TON EAETPYONA. Queste epigra-
fi, di difficile lettura, per essere in parte svanito il
primitivo colore delle lettere, furono da me studiate
in compagnia del eh. professore di archeologia si-
gnor Giovanni Overbeck, della cui amicizia son lie-
to. E fu per noi piacevole incontrarci nella lettura
delle due voci segnate nel vaso; per modo che men-
tre egli riconosceva in una il nome del gallo TON
EAETPYONA, io ravvisava nell'altra retrograda il no-
me dell'oca TON XHNA.
È frequente ritrovare in varie classi di antichi
monumenti pugne di galli fra loro: e noi stessi, do-
po le ricerche del eh. Roulez (mélanges dephilol. d'hi-
stoire et d'antiqu. fase. Ili, 1), e del eh. Iahn (ar-
chaeol. Beitràge p. 437 segg.), presentammo alcune
osservazioni ed alcuni novelli esempli di simili pu-
gne ( Bulleit. arch. nap. nuova serie an. II p. 87
segg. : cf. Panofka Bilder Antiken Lebens tav. X. n.
S). Non è però facile ritrovare una pugna fra galli
ed oche: la quale, ove non voglia considerarsi come
uno scherzo dell'artista, può richiamare a mitico an-
tagonismo; avuto riguardo alla lunare significazione
dell'acquatico augello messo in rapporto col gallo
simbolo solare (vedi quel che dicemmo nel ballettili0
arch. nap. n. ser. an. II p. 107, segg.). Noi non vo-
gliamo lungamente fermarci su questo simbolico si-
gnificato; perciocché le iscrizioni richiamano mag-
giormente la nostra attenzione. Comincio dall'osser-
vare che la epigrafe è messa innanzi e non sopra l'au-
gello che volevasi indicare; in guisa che innanzi al
gallo leggesi TON EAETPYONA innanzi all'oca TON
XHNA. È poi notevole che queste epigrafi sono drit-
te o retrograde a seconda che gli uccelli, presso i
quali furono segnate, veggonsi rivolti a dritta o a si-
nistra.Dal che viene un'altra conferma alla osservazio-
ne da me prima fatta, che cioè frequentemente s'in-
contra su' vasi dipinti che i nomi delle figure volte a
destra sono dritti, e quelli delle altre volte a sini-
stra miransi retrograde (bulleit. arch. di Avellino per
l'anno 1844 an. II p. 122): la quale mia osservazio-
ne venne poscia confermata e comprovata da altri
dotti archeologi (Cavedoni bulleit. cit. an. Hip. 63).
Dal vedere le due parole messe al quarto caso, si de-
duce che si suppone innanzi ad entrambe un verbo
da cui esse dipendono: o che voglia credersi soppres-
sa la voce ìSoìi, guarda, vedi; ovvero altro verbo che
additi l'aggressione di un pennuto contro dell'altro.
In qualunque modo, è degna di considerazione la or-
tografia dXsTpuóva in vece di àXsxipuóva: e ciò vuoisi
attribuire ad epicoria pronunzia.Su di che è da osser-
vare che il x innanzi al z si perde nel pronunziarsi
quest'ultimo in modo più forte, siccome interviene in
tutti i moderni dialetti i quali confondono il ci degli
antichi nella pronunzia di un doppio t. In quanto al-
l' éXex-puóva per àXr/Tpuóva, non parrà ad alcuno ma-
raviglioso, quando si consideri che gli antichi gram-
matici non fecero alcuna distinzione sulla intelligen-
za delle voci àXsVciop ed -^Xs'x-wp; È noto in fatti che
Omero dà al sole l'epiteto di v^e'x-iop ed ^Àsxipuwv.
Ora l'antico Scoliaste spiega quella voce, quasi che il
sole ci desta dal sonno, facendoci sorger dal letto:
o'i àXs'x-pou; yjjjiac ~ouì àvia-aijivGu; èx ~rtc, xoiv/iz (ad
II. Z v. 513): ne diversamente si esprime l'Etimo-
logico Gudiano (v. rjXcV.-wp p. 239 edit. Sturz.), ed
Eustazio, il quale paragona il sole ad un gallo: ci? old
ti? àXeVcwp wv (ad II. Z v. 513 p. C59 v. 37 segg.,
cf. ad 11. A v. 1 p. 826 v. 13. Odyss. A v. 10 p. 1479
v. 24 et Odyss. A v. 73 p. 1483 v. 35 segg.). Altri
grammatici derivarono quell'epiteto dal continuato
movimento del sole, quasiché non fosse giammai
immerso nel sonno. Così Esichio : ò àXsxxtop . «Xe-
antica Gnathia.
Fra' non pochi monumenti provenienti dall'antica
Gnathia, e posseduti dal negoziante di antichità si-
gnor Raffaele Barone, ve n'ha uno che richiama par-
ticolarmente la nostra attenzione. È questo un vaso
a due manichi, fregiato da varii ornamenti, e bac-
cellaio nella metà inferiore: noi ne presentiamo la
forma nella nostra tav. I n. 2. Di figure umane non
v'ha che una testa giovanile di fronte in una zona
media da un lato; nella stessa zona dall'altro lato
comparisce la singolare rappresentanza di un'oca la
quale pugna con un gallo, e tra essi sorge dal suolo
una piantolina. Su'due uccelli sono dipinte due iscri-
zioni ANHXNOT, TON EAETPYONA. Queste epigra-
fi, di difficile lettura, per essere in parte svanito il
primitivo colore delle lettere, furono da me studiate
in compagnia del eh. professore di archeologia si-
gnor Giovanni Overbeck, della cui amicizia son lie-
to. E fu per noi piacevole incontrarci nella lettura
delle due voci segnate nel vaso; per modo che men-
tre egli riconosceva in una il nome del gallo TON
EAETPYONA, io ravvisava nell'altra retrograda il no-
me dell'oca TON XHNA.
È frequente ritrovare in varie classi di antichi
monumenti pugne di galli fra loro: e noi stessi, do-
po le ricerche del eh. Roulez (mélanges dephilol. d'hi-
stoire et d'antiqu. fase. Ili, 1), e del eh. Iahn (ar-
chaeol. Beitràge p. 437 segg.), presentammo alcune
osservazioni ed alcuni novelli esempli di simili pu-
gne ( Bulleit. arch. nap. nuova serie an. II p. 87
segg. : cf. Panofka Bilder Antiken Lebens tav. X. n.
S). Non è però facile ritrovare una pugna fra galli
ed oche: la quale, ove non voglia considerarsi come
uno scherzo dell'artista, può richiamare a mitico an-
tagonismo; avuto riguardo alla lunare significazione
dell'acquatico augello messo in rapporto col gallo
simbolo solare (vedi quel che dicemmo nel ballettili0
arch. nap. n. ser. an. II p. 107, segg.). Noi non vo-
gliamo lungamente fermarci su questo simbolico si-
gnificato; perciocché le iscrizioni richiamano mag-
giormente la nostra attenzione. Comincio dall'osser-
vare che la epigrafe è messa innanzi e non sopra l'au-
gello che volevasi indicare; in guisa che innanzi al
gallo leggesi TON EAETPYONA innanzi all'oca TON
XHNA. È poi notevole che queste epigrafi sono drit-
te o retrograde a seconda che gli uccelli, presso i
quali furono segnate, veggonsi rivolti a dritta o a si-
nistra.Dal che viene un'altra conferma alla osservazio-
ne da me prima fatta, che cioè frequentemente s'in-
contra su' vasi dipinti che i nomi delle figure volte a
destra sono dritti, e quelli delle altre volte a sini-
stra miransi retrograde (bulleit. arch. di Avellino per
l'anno 1844 an. II p. 122): la quale mia osservazio-
ne venne poscia confermata e comprovata da altri
dotti archeologi (Cavedoni bulleit. cit. an. Hip. 63).
Dal vedere le due parole messe al quarto caso, si de-
duce che si suppone innanzi ad entrambe un verbo
da cui esse dipendono: o che voglia credersi soppres-
sa la voce ìSoìi, guarda, vedi; ovvero altro verbo che
additi l'aggressione di un pennuto contro dell'altro.
In qualunque modo, è degna di considerazione la or-
tografia dXsTpuóva in vece di àXsxipuóva: e ciò vuoisi
attribuire ad epicoria pronunzia.Su di che è da osser-
vare che il x innanzi al z si perde nel pronunziarsi
quest'ultimo in modo più forte, siccome interviene in
tutti i moderni dialetti i quali confondono il ci degli
antichi nella pronunzia di un doppio t. In quanto al-
l' éXex-puóva per àXr/Tpuóva, non parrà ad alcuno ma-
raviglioso, quando si consideri che gli antichi gram-
matici non fecero alcuna distinzione sulla intelligen-
za delle voci àXsVciop ed -^Xs'x-wp; È noto in fatti che
Omero dà al sole l'epiteto di v^e'x-iop ed ^Àsxipuwv.
Ora l'antico Scoliaste spiega quella voce, quasi che il
sole ci desta dal sonno, facendoci sorger dal letto:
o'i àXs'x-pou; yjjjiac ~ouì àvia-aijivGu; èx ~rtc, xoiv/iz (ad
II. Z v. 513): ne diversamente si esprime l'Etimo-
logico Gudiano (v. rjXcV.-wp p. 239 edit. Sturz.), ed
Eustazio, il quale paragona il sole ad un gallo: ci? old
ti? àXeVcwp wv (ad II. Z v. 513 p. C59 v. 37 segg.,
cf. ad 11. A v. 1 p. 826 v. 13. Odyss. A v. 10 p. 1479
v. 24 et Odyss. A v. 73 p. 1483 v. 35 segg.). Altri
grammatici derivarono quell'epiteto dal continuato
movimento del sole, quasiché non fosse giammai
immerso nel sonno. Così Esichio : ò àXsxxtop . «Xe-