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Bullettino archeologico italiano — 1.1861-1862

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Heft 6 (Juli 1861)
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Carrucci, R.: Sull'epoca dell'anfiteatro Pompeiano: Lettera del ch. Garrucci alll'editore del Bulletino
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https://doi.org/10.11588/diglit.9008#0049

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BULLETTINO ARCHEOLOGICO ITALIANO

A1VIVO PRIMO

NUM. 6. LUGLIO 1861.

Siiti'epoca dell'anfiteatro Pompeiano. Lettera del eh. Garriteci all'editore del Ballettino.—Antichità Orientali.
Missione scientifica del sig. Ernesto Renan in Oriente. Rapporto all' Imperatore.

SuW epoca dell'anfiteatro Pompeiano
Lettera del eh. Garrucci all'editore del Bulleltino.

Stimo che a niuno potrà riuscire tanto gradito,
quanto a voi, mio carissimo amico e collega, il ve-
dermi tornare sull'argomento dell'Anfiteatro Pom-
peiano altra volta trattato in questo Bulleltino. Io
sostenni con ragioni a cui niuno, per quanto so, fi-
nora ha opposto, che l'Anfiteatro Pompeiano doveva
essersi edificato verso il 747. Tutte le circostanze
conducevano a questa conclusione. I maestri del pa-
go augusto non anteriori al 747 autori del primo
cuneo a sinistra dell'ingresso principale mi obbliga-
vano a supporre l'anfiteatro ancora in costruzione;
onde sì i maestri del pago augusto sì i duumviri che
costruirono necessariamente gli altri cunei del lato
sinistro, si doveano credere avere concorso coi quin-
quennali autori della fabbrica a terminarla. Dall'al-
tra parte il nominarsi C. Quinzio e M. Porcio duum-
viri quinquennali pareva ostacolo a non far precede-
re la costruzione dell'anfiteatro l'anno 725, epoca
nella quale, secondo l'opinione del Zumpt divenuta
quasi generale, questa magistratura era stabilita ed
introdotta.

Ora nondimeno per una scoperta da me medesimo
fatta debbo elevare di molto l'epoca da me assegnata.
Dico in forza di una mia scoperta; perocché non mi
sembrano stringenti le ragioni cavate dalla ortogra-
fia sì che vietino il riportare anche verso la metà del
secolo ottavo la epigrafe pompeiana che parla della
costruzione di esso anfiteatro. Certamente il più ve-
tusto arcaismo dicesi che sia COERARYTnT in luo-
go di COVRARYNT; ma io credo aver già dimostra-
to due esempii di questo arcaismo uno al 752, l'altro

al 753 e quel che più importa, il primo di essi nella
stessa Pompei (v. il Cicolano pag. 58 ed. separ.).
Prima del 752 era un esempio del 742 (Marini Arv.
pag.742) ed un altro posteriore al 753 si legge nella
Fabrettiana37,182: non prima di Nerone che mise in
piedi la legione italica di cui GiulioPetino fu tribuno.
Ma nè l'EI per E nè l'Ai per AE sono di tal natura
che disconvengano al secolo di Augusto. E quanto al-
l'Ai, se si considera come usato generalmente, esso
rimonterebbe troppo più avanti che non bisognerebbe
apprendendo noi dai monumenti che già dal 615 al-
l'Ai era succeduto nell'uso volgare l'AE. Nondimeno
dopo di quella epoca dell'Ai si hanno esempii sparsi,
che ai tempi di Claudio si fanno vedere più numerosi,
di che basti arrecare la pompeiana lapida di Spurio
Turranio che alla linea 4a dà PRA1F, alla 8a QVAT,
alla 9a PRA1SVL , alla 10a PRA1F e GAITVL: sic-
ché l'unico luogo alla lin. 3a PRAEF deve piuttosto
attribuirsi a sbaglio. Aggiungi 1' epigrafe degli orti
Campana:

ATTHIS
ilX ANXV
EVTICHIAIS SOROR

Dell'EI poi sono numerosi gli esempii: tra i quali
scelgo il Pompeiano Bull. nap. ìY, 106. Ciò valga a
rimuovere la difficoltà, e a mostrare la non ripugnan-
za: del resto ancor io vedo che naturalmente sta la
epigrafe meglio nel tempo in che quella orlografia
va d'accordo con la forma delle lettere e coll'uso della
pietra calcarea, non essendo volgare il marmo.

Viene ora una epigrafe segnata a graffio sulla gros-
sezza di una delle pietre di peperino, delle quali
sono costrutti i pie dritti degli archi esterni dell'an-
 
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