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Bullettino archeologico italiano — 1.1861-1862

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Heft 4 (Juli 1861)
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Minervini: Asse della gente Rubria
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Cavedoni, C.: Ragione dei tipi costanti dell'aquila e del paguro nelle antiche monete d'Agrigento
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https://doi.org/10.11588/diglit.9008#0040

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— 32 —

lo col simbolo, che vi è da presso (vedi saggio p.
177; appendice al saggio p. 159; ripostigli p. 127).
Questa opinione medesima fu pria tenuta dall'Haver-
campo, il quale credè che si accennasse a'maggiori
di Rubrio, che furono forse spedili a far venire in
Roma da Epidauro la imagine di Esculapio, giusta
la epitome liviana (lib. XI). Noterò che lo stesso
Havercampo osserva che il Morell pensava a' Rubrii
medici celebratissimi al riferir di Plinio, e che in
ciò era stato giustamente confutato dal Liebe (An-
dreae Morell. thesaur. nnmism. p. 367, 368). Pli-
nio in fatti parla in quel luogo de'medici celebri,
che ricevevano stipendii apud principes (lib. XXIX,
cap. Y); e perciò accenna a tempi posteriori.

L'Eckhel riportandp queste idee non mi pare che
ne sia troppo persuaso; giacche manca il dato stori-
co che un Rubrio prendesse parte a quella spedizione,
cui accenna Livio (pag. 296;. Lo stesso Eckhel illu-
stra le figure di Ercole e di Mercurio, cui applica
la denominazione di Hermeracles, che riscontrasi
presso Cicerone (ad Alt. ep. 10 lib. I), sebbene i
filologi assegnino a simili voci una. diversa intelli-
genza. In qualunque modo, egli ricorda l'uso di uni-
re in tal guisa le statue di Mercurio e di Ercole,
presso Ateneo (lib. XIII p. 561) e presso Aristide
(orai. t. I p. 35).

Su queste varie spiegazioni ci permettiamo di ag-
giungere alcune brevi osservazioni. A me sembra
che la prora di nave non abbia nulla che fare col
tempietto che vi è da presso; giacché non è propria-
mente ed artisticamente in rapporto. La prora è
messa come tipo usuale della moneta romana: il
tempietto è un altro tipo del lutto diverso, che avrà
forse relazione col tipo del ritto. La cortina, cui si
avvolge il serpente, non è unicamente particolare di
Esculapio. Troviamo in fatti una simile rappresen-
tazione fra' due Penali o Lari in un pompeiano di-
pinto (Gerhard ueber Agathodaemon unii Bona Dea
lav. I, n. 2: cf. il nostro bull. ardi. nap. an. VII p.
172 segg.). Mancando dunque la duplice certezza o
della relazione di un Rubrio con Esculapio, o della
sicura relazione del simbolo al dio della medicina,
non potremo essere autorizzati ad una certa conclu-
sione. In altro nostro articolo ritorneremo su questo
difficile tipo, sul quale proporremo alcune nostre
longhietture. mnebvini.

Ragione dei tipi costanti dell'aquila e del paguro
nelle antiche monete d'Agrigento.

L'Eckhel (t. I, p.192) avverte, che i tipi predomi-
nanti delle monete di Agrigento sono quelli dell'agut-

la e del paguro, o sia granchio marino, e soggiunge;
fuerc qui speciosius guani verisimilius caussam rima-
renlur, cur utrumque animai Agrigento monetam in-
vaserà (cf. Parata p. 414); e poi si sta contento a con-
S getturare, che pagurum suaserit maris vicinia, senza
curarsi dell'aquila,che si consocia al paguro medesimo.
Eppure la vera ed evidente ragione dell'uno e del-
l'altro tipo chiara si pare dalle parole di Stefano Bi-
zantino, che ne attesta come quella insigne città di-
cevasi fondata e nomata da Acraganle figliuolo di
Giove e di Aslerope figliuola dell'Oceano, ràò 'Axpòt-
Yocv'sc iou Atòc xal 'Aaxepcroj? rJfc 'iìxeavou. Sa ognu-
no che l'aquila si tenne dagli antichi per attributo e
simbolo tutto proprio del sommo Giove; e che d'altra
parte il paguro fosse considerato come simbolo pro-
prio dell' Oceano ne Io attestano i monumenti che co-
stantemente ce lo rappresentano insignito di due
chele di paguro alle tempia od alla fronte, com'cbbe-
ro avvertito il Winckelmann (nion. ined.n. 21, pag.
25), il Visconti (op. var. part. II, p. 344), il eh.
Minervini (bull. arch. nap. n. s. ann. VI, p. 59-60;
bull. arch. Hai. ann. I, p. 19); ed io pure (bull. arch.
nap. n. s. ann. IV, p. 127: opuscoli relig. t. X, p.
123, Modena 18G1). Gli Agrigentini pertanto si piac-
quero de' tipi dell'aquila e del paguro, perchè il pri-
mo ricordava loro come Acragante, eroe lor fondato-
re, era figlio di Giove, e l'altro ch'egli era nato da
Aslerope figliuola dell' Oceano; e tanto si conferma pel
riscontro degli svariati simboli marini apposti sot-
tesso il paguro, del Tritone cioè, della Scilla, del-
YIppocampo, e di una lunga serie di pesci marini.

Agrigento fondata da' Geloi, d'origine Rodii, adot-
tò e mantenne tipi simbolici semplicissimi, analoghi
ai vetusti tipi delle tre città dell'isola Rodi, Cami-
ro, laliso e Lindo, che si stettero contente a segna-
re nella prisca loro moneta una foglia di fico, unsi
lesta d'aquila consociata ad una prolome di cinghiale
alalo, ed una protome di leone.

La proposta mia congettura parmi che si risolva
I quasi in certezza pel riscontro di altre monete di Agri-
! gento aventi nel ritto la testa giovanile di AKPAIAE,
e nel riverso un'aquila con paguro da lato ad essa.

C. CAVEDONI.

GIULIO MINERVIXI - editobc

STAMPERIA DELLA R. UNIVERSITÀ.
 
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