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Bullettino archeologico italiano — 1.1861-1862

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Heft 4 (Juli 1861)
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Minervini: Scavamenti di Pompei, [3]
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Minervini: Retificazione: digamma nel mezzo delle parole
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https://doi.org/10.11588/diglit.9008#0038

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— 30 —

scrilto, ove ravvisammo la fanciullezza di Bacco, le
ladi, e le altre figure del bacchico tiaso ravvicinate
in un insieme ad Afrodite nella sua particolare in-
telligenza di divinità della pastorizia e delle campa-
gne. E non sarà pure senza una mitologica intenzio-
ne che nell'ala, di cui ragioniamo, si son messe in-
sieme tre personificazioni diverse del sole Apollo,
Ercole, Perseo: il qual modo di vedere non abbiso-
gna di ulteriore dichiarazione.

Nessun oggetto fu ritrovato nella scavazione di
questa nobile stanza.

(continua) minehvini

Rettificazione. Digamma nel mezzo delle parole.

Nella nostra tav. I n. 2 pubblicammo un vaso pro-
veniente dall'antica Gnalhia, col soggetto di una pu-
gna fra un gallo ed un'oca indicati dalle loro greche
denominazioni. Osservammo che il nome del gallo
era, con particolare ortografia, ~sv èXerpvóva (pag. 2).
Fu però nella tavola omessa una particolarità di que-
sta epigrafe, sulla quale richiamiamo ora l'attenzione
de' filologi. Nell'original monumento si legge quel
nome TON EAE'fl'TFONA, vale a dire, scorgesi il
digamma nel mezzo della parola, togliendo l'iato fral-
le due vocali T ed 0. È importante citare a questo
proposito il noto luogo di Prisciano: Aeoìes quoque
solent inter duas vocales eiusdem diclìonis digamma
ponere, qnos in multis sequimur òFt? ovis AsiFoc Da-
vus, wFcv ovum (lib. VI p. 264). Ed altrove lo stes-
so grammatico conferma la medesima idea, citando
pure un vetusto monumento: Hiatus quoque causa
solcbant UH (Aeoles) intcrponere digamma F, quod
ostcndunt eliam poetae Acolidae uli Alcman: vteà yziyjx.
-ìip xz òàFwva, et epigr ammala quac egometlegiin tri-
pode vetustissimo qui slat in Xcrolopho Byzantii sic
scripla A^ocoFiov AaFoxoFwv (lib. I pag. 21 e 22).
Delle aspirazioni nel mezzo delle parole parlò già
J'Osann (sylloge inscr. pag. 72), e più recentemente
il eh. Ahrens nelle sue dotte discussioni sul digam-
ma (de graecae linguae dialcclis lib. I pag. 30 segg.
lib. II pag. 40 segg.), Egli osservò che il digamma,

presso i popoli delle razze doriche, fu adoperato an-
che in mezzo alle parole; che durò più lungo tempo
presso i Laconi e presso gl'Italioti ed i Cretesi che
da essi riconobbero la origine. Già si desume da'ri-
portali luoghi di Prisciano il passaggio del digamma
nel V latino. Questo stesso nel greco linguaggio è
provato da numerosi esempli, da' quali rilevasi come
il digamma, anche nel mezzo delle voci, addiven-
ne u o p, Noi rimandiamo a ciò che osservò il citato
filologo alemanno su questo argomento, ne'luoghi da
noi ricordati; a'quali vogliamo aggiungere il CEA-
XANOS delle monete eretiche di Festo, e le meda-
glie di CEAEXA ( Friedlaender negli ann. dell'Isl.
1846 pag. 154). Ma segnatamente merita di essere
qui rammentata la epigrafe di un vaso proveniente
dalla medesima Gnalhia, che fu da me altrove pub-
blicata, ove il nome KAOCATQ1, accenna, senz'aloni
dubbio, al latino Clovalus ed alla famiglia Clovatia
(bull. arch. nap. an. 1Y pag. 104, e an. YI p. 48).

Sono ben rari quei sicuri monumenti greci a noi
pervenuti, ove si ravvisi il digamma in mezzo del-
le parole. Oltre alcune poche antichissime iscri-
zioni, le quali furono ancor citate dall'Ahrens (cf.
Franz elcm. cpiyr. gr. p. 42), sono i vasi dipinti
che ci forniscono parecchi esempli di questo uso.Non
so se sia da accettare la idea del eh. Curtius, il qua-
le nella celebre iscrizione ENEÌAAI02 scorge un di-
gamma innanzi all'I* (corp. inscr. gr. n. 8351). So-
no però sicuri esempli nelle iscrizioni de' vasi il
TAPITONES dell'insigne vaso della raccolta del eh.
sig. Duca de Luynes (choix devases peints pi. Vili:
cf. nouv. annui, de l'Institut p. 115: corp. inscr.
gr. n. 7582); il FIOAAFO^ (mon. ined. dell'Istituto
III, 46; Welcker alle Denkmaeler HI tav. 6), e l'AI-
FA* (ammali dell'Isl. 1836 pag. 309) di altri vasi.

11 nuovo vaso guatino, di cui ragioniamo, ne for-
nisce un altro esempio, ma di epoca non molto re-
mota, avuto riguardo all'H già allora in uso, come
si .scorge dalla voce XHNA. Questo però non dee far
maraviglia; giacché nella Messapia durò più lunga-
mente l'uso del digamma o dell'aspirazione anche
nel mezzo delle parole, anzi è frequentissimo osser-
varlo nelle iscrizioni messapiche che ci pervennero:
 
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