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Bullettino archeologico italiano — 1.1861-1862

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Heft 23 (Mai 1862)
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Minervini: Notizia di alcune tombe puteolane, con figure di stucco per ornamento
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Minervini: Bibliografia
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https://doi.org/10.11588/diglit.9008#0190

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— 182 —

negli stucchi puteolani ci si porgesse alla vista una
di queste magiche divinazioni, nelle quali forse co-
me in altri oracoli si adoperavano tavolette o volu-
mi a scriver la dimanda per ottener la risposta. Ed
è di particolare importanza il vaso dell'oracolo di Or-
feo, giacché un simile uso vedesi adoperato in rap-
porto all'oracolo di una testa, come qui sarebbe in
rapporto di divinazioni sopra umani teschi.

Per le quali cose i due quadretti di stucco, dei
quali diciamo, sono assai bene in relazione con una
tomba, se si riferiscano alle magiche evocazioni per
interrogare le anime de' morti su' futuri eventi, nel
quale significato, le tavolette di piombo, o i ravvolti
volumi trovano la loro spiegazione: e noi saremo
conlenti di presentare su questa singolare scena la
conghictiura, che fossero nella puleolana tomba se-
polte alcune donne, le quali esercitassero l'arte del-
la divinazione per mezzo de' morti.

E qui vogliamo aggiungere alcune osservazioni
complessive sulla tomba di cui discorriamo.Al veder
donne unicamente figurate negli stucchi in parola,
io mi penso che fossero collocate nel sepolcro quat-
tro donne. Sono esse, a mio avviso, che voglionsi in-
dicare nelle quattro nude figure femminili, due delle
quali miransi sedenti sopra sedie con spalliera, e due
sdrajate al suolo. Esprimono esse le nnde anime, le
quali raggiunsero il riposo e la felicità dell'Elisio. In
contrapposto di queste quattro figure veggonsi poi
quattro donne in rapporto con quattro teschi. Nella
duplice intelligenza da noi proposta di questa fune-
bre scena, dovrà darsi una duplice spiegazione. Di
fatti, ove si ritenesse che le donne in rapporto dei
teschi siano maliarde ed imprecatoci, potrebbe pen-
sarsi che fosse alle loro male arti dovuta la fine delle
persone seppellite nella tomba, le quali però ancor-
ché spente ed assomigliate alle nude ossa che ci si
presentano allo sguardo, rivestite di novella luce e
di più splendide forme si mostrano giunte al beato
soggiorno de' defunti.

Nella seconda ipotesi, come dicemmo, nelle don-
ne tunicate sarebbero figurate le stesse deificate fi-
gure, occupate nell'esercizio della necromanzia, al
quale in vita furono per avventura addette.

Nel chiudere queste brevi osservazioni, non pos-
siamo fare a meno di notare che gli stucchi puteola-
ni vengono ad accrescere le rappresentanze di sche-
letri negli antichi monumenti; su'quali è da ricorre-
re a ciò che scrissero l'Olfers (Ein grab bei Kumae
Berlin 1831 in 4, p. 1-47), il Raoul-Rochette (troi-
sième mémoire sur les anliquilés chrélienncs des catac.
pag. 191-196), e più recentemente il Braun (bullelt.
dell'Istituto 1844- pag. 16seggi). Tra'monumenti, dei
quali è parola, merita di essere richiamato a con-
fronto in questa occasione un bassorilievo funerario
di Smirne, rappresentante un vecchio in altitudine
di meditazione, con un bastone in mano, e con un
cranio umano a' suoi piedi (Pocoeke inscr. antiq.
VII, n. 38: cf. lacobs Anihol. Palat. t. Ili, p. II],
§ 11, n. 6, pag. 759). Certamente il significalo di
questo bassorilievo è diverso da quello degli stuc-
chi, volendo accennare alla vicenda delle cose uma-
ne, ed alla brevità della vita; ma è però importante
per la rappresentanza dell'umano teschio al suolo,
non altrimenti che comparisce nel nuovo monumen-
to, di cui tenemmo parola.

(continua) MINERV1NI

BIBLIOGRAFIA

Memorie della R. Accademia Ercolanese di Archeologia.
voi. IX —Napoli 1862 in 4.

(continuazione del n° 21).

L'a. mette fra loro in confronto tutte le tradi-
zioni concernenti quella mitica origine, e da esse
trae la spiegazione di quelle pitture; confermando
una tale opinione eziandio dalle medaglie d'Ico-
nium, che pare avessero rapporto a quelle stesse tra-
dizioni.

7. Monumenti eretti agli Antonini dagli Scabilfarii
Puteolani, di Giulio Minervini, pag. 247 a 281.

Soggetto di questa memoria è la illustrazione di
tre piedistalli con latine iscrizioni, ora collocati nel
nostro museo Nazionale, nelle quali gli Scabillarii
 
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