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Bullettino archeologico italiano — 1.1861-1862

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Heft 22 (April 1862)
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Cavedoni, C.: Numismatique de l'ancienne Afrique par L. Müller, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.9008#0177

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BULLETTINO ARCHEOLOGICO ITALIANO

AMO PRIMO

NUM. 22._ APRILE 1862.

Numismalique de Vancienne Afrique par L. Muller. Copenhague, 4860, 486L

Numismalique de Vancienne Afrique par L. Muller.
Copenhague, 1860, 1861.

Del volume 1 di questa insigne opera, già prepa-
rata dal Falbe e dal Lindberg, e di recente perfezio-
nata e data in luce dal eh. Muller, discorsi ne' miei
nuovi sludi sopra le antiche monete della Cirenaica,
inseriti nel n. 2 di questo Bullettino; ora mi giovi
dare un breve ragguaglio del volume II, nel quale il
eh. autore ne porge raccolte ed illustrate con lucido
ordine e profonda erudizione le antiche monete della
Syrtica, della Byzacene e della Zeugitana, riserban-
dosi a trattare di quelle del rimanente dell'Africa
nel volume 111 ed ultimo, che probabilmente vedrà
la luce entro il corrente anno 1862. » Ciò che dopo
i tempi dell'Eckhel (scrive il eh. Muller) fu pubblica-
lo per dichiarare le monete Ialine spettanti alle ri-
dette provincie, è di un'importanza assai poco es-
senziale, se si eccettuino le dotte osservazioni date
a luce dal conte Borghesi nelle sue Decadi numisma-
tiche, inserite nel giornale Arcadico. Ma per riguar-
do alle monete Puniche Io studio fece, a questi ulti-
mi tempi, progressi molto notevoli. Fra i dotti di di-
verse contrade, che cominciando dal Gesenius pre-
pararono la via per giungere ad una interpretazione
meglio fondata di questa serie delle antiche monete,
meritano di essere precipuamente ricordati il defun-
to alemanno Movers, ed il vivente eh. Judas di Pa-
rigi ». Poco io mi conosco di questi astrusi studi di
lingua Punica; onde mi limiterò segnatamente a fa-
re qualche nuova osservazione riguardante le mone-
te latine e greche ed i magistrati Romani dell'Afri-
ca, giovandomi per lo più delle dottrine del eh. Bor-
ghesi, che fin dal principio dell'anno 1851 mi par-

tecipò per lettera gli appunti suoi riguardanti i pre-
sidi Romani memorati nelle monete della provincia
dell'Africa. Parmi inoltre, che il eh. Muller, nel det-
tar ch'ei fece questo secondo volume della sua opera,
non abbia sempre avuto presenti alla mente le cose
già comprovate dal sommo nostro Borghesi nelle esi-
mie sue Decadi.

Leptis Magna.

Ai riscontri addotti dal eh. Muller intorno ai no-
mi e vicende di questa insigne città della Syrtica
può aggiungersi la lapida di Tivoli dedicata T • CLO-
DIO • M • F ' — PVP1ENO • PVLCHRO Maximo,
figlio, in prima ignoto, dell'imperatore Pupieno, che
vi si dice QYRator Rei Publicae LEPTIMagnensium
ET TRiPOLlTANORum (Creili, n. 6512). Quindi
si pare che la città chiamossi anche Leplimagnuin.
Le monete di Leplis Magna hanno presso che tutte
le effigie o gli attributi delle due deità, che v'ebbero
culto precipuo, d'Ercole cioè e di Bacco. Quelle che
portano epigrafi puniche furono diversamente lette,
e attribuite ad altre città dell'Africa; ma il Lindberg
le rivendicò a Leplis Magna con argomenti filologi-
ci; ed il eh. Muller ne convalidò 1' attribuzioni co!
parallelismo de' tipi e con altre ragioni numismati-
che: e mi gode l'animo di poter aggiungere un riscon-
tro, che vien come a porre il suggello alla sentenza
dei due dotti Danesi. L'imperatore Settimio Severo,
nativo di Leptis Magna, edificò in Roma un tem-
pio grandissimo in onore di Bacco e d'Ercole (Dio,
LXXVI,16): xaltu Aiovùgu zaìtw 'HpaxXeì vecov óitep-
nrfs'S-/; iùv.oòo)i.rpa.-Q. E l'anno secondo del suo impe-
ro fece imprimere monete portanti la scritta DIS
AYSPICIBVS col tipo d'Ercole nudo stante con là da-
 
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